Tappe dello sviluppo nel bambino con Sindrome di Down - PowerPoint PPT Presentation

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Tappe dello sviluppo nel bambino con Sindrome di Down

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Title: Diapositiva 1 Author. Last modified by: Xp Home Edition Created Date: 11/25/2005 6:03:49 PM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Title: Tappe dello sviluppo nel bambino con Sindrome di Down


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Tappe dello svilupponel bambino con Sindrome di
Down
  • Necessità di tempi più lunghi per
    lacquisizione delle tappe dello sviluppo di tipo
    motorio e linguistico

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Ingresso a scuola tappa fondamentale per la
crescita del bambino
  • Primo contatto con il mondo esterno (mondo
    sociale, regole, richieste)
  • Distacco del bambino dalla fonte primaria di
    relazioni affettive (famiglia)
  • Distacco dei genitori dal bambino
  • Inizio e costruzione di un percorso educativo

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  • Il livello affettivo e socio-relazionale non
    evidenzia differenze nello sviluppo che risulta
  • in linea con le normali tappe

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Modalità relazionali favorevoli
Favorire lautonomia a partire dalle attività
quotidiane
Rispetto delle regole sociali come tutti il
bambino con SD deve essere sempre considerato
alla pari degli altri
Favorire la partecipazione attiva a tutte le
attività proposte
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Autonomia del bambino con sindrome di Down

Personale
Sociale
Didattica
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Autonomia Personale
  • Vestirsi e Svestirsi (riconoscere i propri
    indumenti, mettere in ordine i propri capi,
    ecc.)
  • Uso dei servizi (Controllo sfinterico adeguato,
    abbassarsi i pantaloni, usare la carta igienica,
    ecc.)
  • Alimentazione (Utilizzo delle posate, bere senza
    rovesciare, ecc.)
  • Uso di strumenti quotidiani (uso del telefono,
    ecc.)
  • Nell utilizzo dello spazio e degli strumenti
    della classe

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Autonomia Sociale
  • Nel rapporto con i pari
  • Nel rapporto con ladulto
  • Nella capacità di chiedere aiuto allaltro
  • Nellessere in grado di difendersi attraverso
    strategie consone ed efficaci

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Autonomia Didattica
  • Favorire momenti di lavoro autonomo che aumentino
    nel tempo
  • Promuovere compiti adeguati alle competenze che
    ne supportino il senso di efficacia
  • Motivare alluso della lettura, scrittura e
    calcolo (sempre)

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Fornire strumenti e strategie facilitanti che,
nelletà adulta,potenzino la massima autonomia
possibile
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Piano EducativoIndividualizzatoProgetto di Vita
DiagnosiFunzionaleEducativa
Momento conoscitivo dei punti di forza/debolezza
e bisogni educativi speciali
Momento di definizione di obiettivi e di scelte
progettuali
ProfiloDinamicoFunzionale
Attività, materiali, metodi di lavoro
Momento di definizione di tecniche e risorse di
lavoro
Verifica acquisizione e appropriatezza degli
obiettivi
Momento di revisione e correzione
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NODI PROBLEMATICI
1. STRUMENTI
  • Complessità intrinseca degli strumenti con
    eccessiva frammentazione che non permette un
    quadro globale ed integrato
  • Il linguaggio tecnico spesso non chiaro,
    terminologie spesso equivocabili, difficoltà ad
    uniformare il linguaggio clinico e quello
    scolastico
  • Nei P.E.I. sono presenti molti obiettivi e poca
    metodologia
  • Difficoltà nel fare le previsioni di sviluppo,
    soprattutto a lungo termine
  • Strumenti considerati come prassi burocratica e
    perciò non funzionale allattività scolastica
  • La problematicità nel ricostruire le storie dei
    bambini e nel reperire la documentazione dei
    percorsi.

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NODI PROBLEMATICI
2.COMUNICAZIONE E LIVELLI DI COLLABORAZIONE
  • I rapporti con i servizi per acquisire la
    documentazione sono spesso difficili
  • La scarsa e non definita collaborazione con le
    famiglie non permette un dialogo costruttivo, una
    crescita comune intorno al bambino
  • La difficoltà ad integrare il P.E.I. con il
    programma della classe (rapporto
    bambino/compagni)
  • La collaborazione fra insegnante di classe e
    docente di sostegno risulta essere un tradimento
    della legge sullintegrazione se chi ne è simbolo
    non viene riconosciuto, o non è preparato, per
    essere un esperto di didattica speciale,
    collaborativa ed intelligente
  • Il G.L.H. quasi mai attivato o parzialmente
    utilizzato, molto spesso ridotto a fare un lavoro
    in sordina, difficilmente portato a conoscenza di
    tutto il Collegio e dei genitori della scuola.

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In sintesi
  • Gli ostacoli che si frappongono alla costruzione
    di un dialogo significativo e alla collaborazione
    tra scuola, famiglia e servizi
  • Il fraintendimento di base sul ruolo, le
    competenze e le funzioni del team docente,
    incluso linsegnante per il sostegno
  • La scarsa integrazione fra il percorso
    individualizzato, il lavoro in classe e le altre
    attività educative e didattiche offerte dalla
    scuola
  • Il coinvolgimento non sempre soddisfacente del
    collegio docenti e dei genitori di tutti gli
    alunni sulle tematiche dellintegrazione.

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Il raccordo ed il dialogo scuola - famiglia di un
bambino in situazione di handicap si presenta
molto più complesso, quindi
  • Vanno impostati con analogie rispetto alle altre
    famiglie, inoltre, vanno predisposti spazi, tempi
    e modalità propri ai bisogni di quella famiglia e
    di quel bambino
  • E necessario coordinare eventuali interventi
    integrativi a quello scolastico, integrare
    diversi sistemi in un progetto educativo
    condiviso e coordinato
  • Il processo è dinamico, in uno scambio reciproco
    di dare e avere (abitudini, esperienze,
    comportamenti, saperi, desideri, aspettative,
    emozioni, ecc)

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Condizioni della collaborazione Scuola-Famiglia
  • Gli operatori devono pensare ai genitori come
    attivi consumatori di servizi e non come utenti o
    pazienti
  • Condivisione attività e decisioni
  • Rispetto reciproco
  • Condivisione dei fini comuni
  • Condivisione del potere decisionale
  • Condivisione dei sentimenti
  • Flessibilità

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Modalità della collaborazione
  • Condivisione delle prospettive
  • Condivisione degli atteggiamenti
  • Riconoscimento del ruolo di tutela
  • Offerta di risorse
  • Offerta di strategie di intervento su situazioni
    particolari
  • Pressione politica per aumento di risorse
  • Aiuto per ladattamento del progetto/curricolo
  • Aiuto per creare una rete di risorse

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  • Genitori come risorsa
  • No atteggiamento di delega da entrambe le parti
  • Astensione dallatteggiamento di giudizio
    sullaltro ruolo
  • No irrigidimento sulle proprie opinioni in caso
    di divergenza ma atteggiamento di rassicurazione
    e di ricerca di un punto in comune di dialogo
  • Rispetto del proprio ruolo

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Per una collaborazione funzionale scuola-famiglia
  • La famiglia componente importante che partecipa
    al contratto educativo condividendo con il
    contesto educativo responsabilità e impegni nel
    rispetto reciproco di competenze e ruoli.
  • Attraverso adeguate modalità di comunicazione
    collettiva e personale ( momenti assembleari e
    colloqui individuali) si risponde alle esigenze
    di dibattito, di proposizione, di confronto con
    funzione primaria di raccolta di tutte le
    conoscenze necessarie all'elaborazione di
    un'immagine relazionale globale del bambino
    (anche al di fuori del contesto educativo)

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Diversi Ruoli Educativi
  • Figure Genitoriali Assistenti ed
    Insegnanti
  • che lavorano insieme per un fine comune
  • Il Benessere e la crescita del bambino
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