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SPINOZA

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SPINOZA La ragione divinizzata * arete-consulenzafilosofica.it * DETERMINISMO Tutto deriva da Dio natura naturans e natura naturata tutto Dio, tutto si ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: SPINOZA


1
SPINOZA
  • La ragione divinizzata

2
La vita e le opere
  • Di famiglia ebraica portoghese, Baruch de
    Spinoza, nasce nel 1632 ad Amsterdam. Vive la sua
    giovinezza nella comunità ebraica della sua
    città, frequentando la sua scuola dove può
    studiare la Bibbia, il Talmud e la filosofia
    ebraica medioevale.
  • Dal 1652 è alla scuola dellumanista ex gesuita
    Francesco van den Enden dove acquisisce
    dimestichezza con il latino e la filosofia
    scolastica, ma soprattutto dove conosce Giordano
    Bruno e Cartesio.
  • Nel 1656 viene espulso dalla comunità ebraica con
    laccusa di eresia. Per tale motivo si trasferirà
    in unaltra cittadina olandese (Rijnsburg) dove
    imparerà il mestiere di ottico che gli servirà
    per il suo sostentamento materiale nella vita.
  • Conosce diversi studiosi e scienziati che lo
    stimolano nelle sue ricerche, le quali danno
    origine nel 1660 ad un Breve trattato su Dio in
    cui il suo pensiero già appare abbozzato nelle
    sue linee fondamentali.
  • Nello stesso anno elabora il testo metodologico
    Trattato sulla purificazione dellintelletto.

3
La vita e le opere 2
  • Nel 1661 ha già iniziato la stesura della sua
    opera maggiore lEthica more geometrico
    demonstrata.
  • Nel 1663 esce la sua prima e unica pubblicazione
    autografa in vita I principi della filosofia di
    Renato Cartesio dimostrati secondo lordine
    geometrico.
  • Sempre del 1663 è un nuovo trasferimento a
    Voorsburg, cittadina olandese dove conosce e
    frequenta il paladino della tolleranza religiosa
    Jan De Witt, che gli offre una pensione per poter
    vivere più agiatamente continuando i suoi studi.
  • Nel 1670 esce anonimo il Trattato
    teologico-politico, opera che a causa della
    prospettiva favorevole alla libertà religiosa e
    alla democrazia, e a motivo del suo razionalismo
    estremo, è stigmatizzata dalla Chiesa calvinista
    olandese.
  • Dopo linvasione francese dellOlanda e
    lassassinio di Jan De Witt, nella città in cui
    si era trasferito, lAja, riceve linvito ad
    assumere una cattedra alluniversità di
    Heidelberg, che però rifiuta per non perdere
    lautonomia di pensiero e la libertà che sempre
    avevano caratterizzato il suo itinerario
    filosofico.
  • Ad Amsterdam tenta di promuovere la pubblicazione
    dellEthica, ma vi rinuncia a causa
    dellostracismo dei circoli filosofici e
    religiosi più influenti nella città.
  • Nel 1677 muore di tubercolosi a LAja, a soli 44
    anni.

4
Breve trattato su Dio
  • Nella sua prima opera Spinoza determina quale sia
    il problema fondamentale della sua filosofia
  • Come può luomo soddisfare la sua aspirazione
    alla felicità?
  • La risposta, sulla quale si incardina la sua
    intera riflessione è la seguente
  • La felicità si trova in Dio

5
Dio
  • Dio è lunica sostanza esistente e tutto ciò che
    è, è in Dio. Dunque Spinoza è un panteista, cioè
    identifica Dio con la totalità del reale, cioè
    con luniverso naturale.
  • Nelluniverso, cioè nellunico Dio, si distingue
    una potenza naturante (natura naturans), cioè una
    potenza che genera e fa scaturire tutte le cose,
    e un elemento naturato (natura naturata) cioè la
    totalità delle cose che sono scaturite dalla
    potenza naturante di Dio. E però importante
    sottolineare che in Dio natura naturans e natura
    naturata coincidono, sono la stessa sostanza
    vista da due prospettive differenti o come
    generante o come generata.

6
Luomo
  • Luomo è uno dei tanti possibili modi di essere
    particolari di Dio. Realizzando al massimo la sua
    vocazione innata e intrinseca nel suo
    essere-uomo, egli giunge alla conoscenza della
    totalità delle cose, cioè alla conoscenza di Dio,
    e in tal caso diviene felice.

7
Il trattato sulla purificazione dellintelletto o
il metodo spinoziano
  • Redatto secondo lo stile autobiografico del
    Discorso sul metodo, il trattato evidenzia la
    finalità esistenziale della ricerca filosofica
    spinoziana, ossia lidea-guida della ricerca
    della felicità. Spinoza si rende conto che essa
    non può consistere nel conseguimento di beni
    sensibili

8
Escludere i beni sensibili dalla ricerca umana
  • Dopo che lesperienza mi ebbe insegnato che le
    cose che frequentemente si incontrano nella vita
    comune sono vane e futili, e quando vidi che
    tutti i beni che temevo di perdere e tutti i mali
    che temevo di ricevere non avevano in sé nulla né
    di bene né di male, se non in quanto lanimo ne
    era turbato, decisi infine di ricercare se si
    desse qualcosa che fosse un bene vero e
    condivisibile, e dal quale soltanto, respinti
    tutti gli altri, lanimo fosse affetto anzi se
    esistesse qualcosa grazie al quale, una volta
    scoperto e acquisito, godessi in eterno una gioia
    continua e suprema (Trattato, 1, in C.
    Esposito-P. Porro, Filosofia, vol. II, p. 172)

9
La beatitudine e Dio
  • La beatitudine si consegue solo attraverso la
    congiunzione della mente umana con la realtà
    suprema ed eterna, poiché in tal modo luomo
    raggiunge quella perfezione massima di cui coglie
    in sé la possibilità e la vocazione. Tale
    conoscenza non sarà poi gelida e anaffettiva, ma
    produrrà lamore per loggetto conosciuto (amor
    Dei intellectualis), già avvertibile ai suoi
    stadi iniziali.

10
Per conseguire la conoscenza
  • La conoscenza di Dio è il risultato di
    uniniziale purificazione della nostra mente
    dalle idee false e pregiudiziali che ne
    impediscono la contemplazione.
  • In maniera analoga al neoplatonismo, Spinoza il
    processo di purificazione avviene per gradi man
    mano che la conoscenza si fa più profonda, la
    mente si libera.

11
I quattro gradi della conoscenza
  • 1) La credenza vaga o per sentito dire (p. es.
    la mia data di nascita e lidentità dei miei
    genitori).
  • 2) La percezione per esperienza vaga, cioè senza
    lintervento delle intelletto, ma quasi per caso
    (tutte le esperienze che in vita ci capita di
    fare in modo non sistematico, come per es.
    lesperienza della morte altrui).
  • 3) La conoscenza mediata da un processo induttivo
    (inferire dalleffetto la causa). Tale conoscenza
    è tipica della scienza, che coglie un nesso tra
    lessenza delle cose, ma non ancora lessenza
    stessa in modo adeguato percepire, per esempio,
    il nostro corpo e concludere che la nostra anima
    è unita al corpo, proprio in virtù della
    percezione interiore che ne abbiamo, ma non
    sapere ancora qualcosa di adeguato sullessenza
    dellanima.
  • 4) La conoscenza adeguata della cosa nella sua
    essenza attraverso la conoscenza della sua causa
    prossima (dalla causa alleffetto) per esempio
    quando sapendo che cosa è lanima (la sua
    essenza), deduciamo che essa è unita al corpo, o
    quando sappiamo che 336).

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Lidea vera
  • Per giungere al grado massimo di conoscenza
    bisogna partire dallalto, cioè da un idea
    assolutamente vera, da cui tutte le altre possano
    essere dedotte.
  • Infatti per induzione otterrò sempre delle regole
    di condotta, ma estrinseche e provvisorie, poiché
    colte nei loro rapporti senza che tali rapporti
    derivino da un sapere profondo delle cose di cui
    si tratta.
  • Invece, considerando unidea essenzialmente vera,
    e cercando la più generale di esse, io potrò
    dedurre da questa idea, in modo necessario e
    certissimo, tutto il resto. Il problema è quale
    sia questa idea vera e generalissima e
    conoscibile essenzialmente.

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Dio come idea vera conosciuta per intuizione
  • Tale idea vera, certissima e generalissima è
    lidea di Dio, la quale si conosce per intuizione
    intellettuale, poiché è originariamente data
    allintelletto umano.
  • Lidea di Dio è lidea della totalità unitaria
    della realtà. Lidea di Dio è cioè quella di
    quellente generale che contiene tutto ciò che è
    e che rappresenta la totalità allinterno della
    quale è possibile pensare ogni altra idea.
  • Allora lidea di Dio è la totalità che rende
    possibile e istituisce i rapporti tra le altre
    idee più particolari al suo interno. Quindi tutto
    ciò che distinguiamo in Dio lo possiamo fare
    poiché abbiamo lidea di Dio, che è lo sfondo
    entro cui avviene ogni distinzione. Ma siccome la
    distinzione è matrice della chiarezza delle idee,
    noi possediamo idee chiare e distinte, cioè vere,
    grazie al possesso dellidea di Dio, fondamento
    di tutte le altre idee, della loro certezza,
    verità e conoscibilità.

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Verità di Dio
  • Se il criterio di verità delle idee è la
    possibilità di dedurre da esse tutto quanto
    corrisponde alle cose a cui le idee stesse si
    riferiscono, lidea di Dio, cioè della totalità
    del reale, è fondamento di ogni verità, in quanto
    da essa si ricavano deduttivamente tutte le
    proprietà della realtà.

15
La procedura espositiva di Spinoza nellEthica
  • Coerentemente con il suo metodo deduttivo,
    Spinoza cerca di evincere da un gruppo di idee
    generali, a sua volta dedotte da quella di Dio,
    una descrizione coerente e necessaria della
    realtà. Ciò facendo accoglie in pieno leredità
    della geometria euclidea che, movendo da principi
    primi, procede derivando in modo esatto e
    logicamente ineccepibile le conseguenze delle
    premesse poste.

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Gli elementi del metodo le definizioni
  • I teoremi, cioè le spiegazioni causali del mondo,
    si deducono dalle definizioni e dagli assiomi.
  • Le definizioni sono idee chiare e distinte con
    cui noi concepiamo la natura i una cosa. Vi sono
    due tipi di definizione
  • La definizione di una cosa realmente esistente,
    la cui verità consiste nellesatta
    rappresentazione dellessenza della cosa definita
    (per es. la definizione del Tempio di Salomone a
    Gerusalemme)
  • La definizione di qualcosa che non esiste fuori
    di noi in modo determinato, la cui verità
    consiste soltanto nella non-contraddizione logica
    della definizione stessa (es. la definizione di
    un tempio che si voglia costruire) (B. Spinoza,
    Epistola 9 a De Vries, in F. Mignini, s.v.
    Spinoza, in Enciclopedia filosofica, Bompiani,
    Milano, 2006, p. 10990).
  • Le definizioni filosofiche sono questultime,
    poiché sono quelle veramente necessarie, al di là
    del nostro contingente contatto con una cosa.

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Una definizione filosofica
  • Esempio di definizione filosofica è proprio la
    prima frase dellEthica, che riguarda il senso
    della locuzione causa di sé (che evidentemente
    si applica a Dio)
  • Intendo per Causa di sé ciò la cui essenza
    implica lesistenza, o ciò la cui natura non può
    essere concepita se non come esistenza (Spinoza,
    Etica, tr. it. di E. Troilo, Libritalia, Città di
    Castello, 1997).

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Gli assiomi e i postulati
  • Sia gli assiomi sia i postulati sono enunciati
    contenenti idee.
  • Le idee sono nellenunciato collegate come
    soggetto e predicato. La connessione tra soggetto
    e predicato negli assiomi e nei postulati risulta
    immediatamente evidente, sulla base della
    definizione di ciascuna delle idee collegate. Di
    conseguenza assiomi e postulati sono così chiari
    ed evidenti che tutti coloro che semplicemente ne
    abbiano capito bene i termini, non possono
    affatto negare loro lassenso (L. Meyer,
    Prefazione a B. Spinoza, Principi di filosofia
    cartesiana, in G. DAnna, Uno intuitu videre.
    Sullultimo genere di conoscenza in Spinoza,
    Ghibli, Milano, 2002, p. 186)

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Esempio di assiomi o postulati
  • Ecco alcune affermazioni in cui il legame tra
    soggetto e predicato è immediatamente evidente
  • Tutto ciò che è, o è in sé o in altro,
  • Ciò che non si può concepire per mezzo di altro,
    va concepito per se stesso,
  • Da una causa determinata segue di necessità
    leffetto e invece, se non è data alcuna causa
    determinata, è impossibile che segua leffetto.
  • Gli enti che debbono il loro essere o a sé stessi
    o ad altro, il nesso necessario di causa effetto,
    sono alcuni principi che ogni ragionamento deve
    dare per scontati, se vuole essere razionale.
    Infatti queste idee si connettono alla mente
    ragionante con assoluta evidenza.

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Definizioni assiomi postulati
  • I postulati e gli assiomi non enunciano mai
    verità particolari, ma universali, non indotte
    dallesperienza, bensì dotate intrinsecamente di
    certezza ed evidenza. LEthica è dimostrata more
    geometrico e Spinoza sicuramente conosceva gli
    Elementi di Euclide che si sviluppano secondo un
    metodo deduttivo postulare che per due punti
    passa una e una sola retta non richiede un
    riscontro empirico, ma è principio evidente e
    certo in sé, ed è valido per tutte le rette. Il
    metodo deduttivo funziona in questo modo posti
    dei principi universalmente validi, postulati
    assiomi e definizioni, su questi si fonda poi
    tutta la catena di ragionamenti che si esplicano
    mediante teoremi e dimostrazioni(Danna, ivi).

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Le proposizioni, le dimostrazioni, i teoremi, i
corollari e gli scolii
  • Le proposizioni sono enunciazioni formate da un
    soggetto e da un predicato, dove però la
    connessione non è immediata, ma ricavata per
    passaggi intermedi dalle definizioni e dagli
    assiomi (F. Occhipinti, Uomini ed idee, Einaudi,
    Torino, 2010, vol. II, p. 328). Tale è il
    procedimento della dimostrazione, cioè la
    deduzione mediata, da principi definiti, delle
    loro conseguenze. Il procedimento dimostrativo
    conclude con lelaborazione di un teorema, cioè
    di una dottrina rigorosa sul mondo arricchita da
    alcune ulteriori deduzioni di secondo grado
    (corollari) e da commenti e delucidazioni
    (scolii).

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Esempio di proposizione
  • Dato lassioma Non si dà nella Natura alcuna
    cosa singolare, di cui non si dia unaltra più
    potente e più forte. Ma, data una qualsiasi, se
    ne dà unaltra più potente, da cui quella data
    può essere distrutta (Ethica IV, cit., p. 264)
    si può dimostrare la seguente proposizione
  • La forza per la quale luomo permane
    nellesistenza è limitata ed è infinitamente
    superata dal potere delle cause esterne

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Esempio dimostrazione
  • infatti la sua dimostrazione dice che
  • Ciò è evidente per lAssioma di questa parte
    (quello suindicato, n.d.r.). Poiché, dato un
    uomo, si dà alcunché, poni A, di più potente, e
    dato A, si dà unaltra cosa più potente dello
    stesso A, poni B, e ciò allinfinito. E così la
    potenza delluomo è limitata dalla potenza di
    unaltra cosa, ed è infinitamente superata dalla
    potenza delle cause esterne (ivi, 266).

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Esempio di scolio e corollario
  • Scolio e corollario rispettivamente commentano
    una proposizione e vi aggiungono qualche
    ulteriore deduzione. La proposizione è ovviamente
    già stata dimostrata. Prendiamo ad es. la
    proposizione IV, XLV
  • Lodio non può mai essere buono.

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Esempio di scolio e corollario (2)
  • Tale proposizione viene così dimostrata
  • Noi tendiamo a distruggere luomo che odiamo
    (per la proposizione III, XXXVII La cupidità,
    che nasce dalla tristezza o dalla gioia,
    dallodio o dallamore, tanto è maggiore quanto è
    maggiore è la passione da cui deriva), ossia (per
    la prop. IV, XXXVII Il bene, che ognuno il
    quale segua la virtù, desidera per sé, desidera
    anche per gli altri uomini, e tanto più quanta
    maggiore conoscenza abbia di Dio) tendiamo a
    qualche cosa che è cattiva, dunqueetc.

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Esempio di scolio e corollario (3)
  • Lo scolio della dimostrazione è il seguente
  • Nota che qui e nelle seguenti pagine, intendo
    per odio soltanto quello che si volge contro gli
    uomini.
  • Mentre il corollario così recita
  • Linvidia, la derisione, il disprezzo, lira, la
    vendetta e le altre passioni che si riferiscono
    allodio, o che nascono da esso, sono cattive il
    che appare evidente anche dalla prop. III, XXXIX
    e dalla prop. IV, XXXVII (ivi, p. 304).

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La metafisica spinoziana la sostanza
  • Il principio supremo di tutta la filosofia
    spinoziana, e al tempo stesso di tutta la realtà,
    è la sostanza.
  • La sostanza è ciò che è in sé e non dipende da
    altro.
  • Essa è concepita per sé e non ha bisogno di altro
    per essere concepita.
  • La sostanza è causa di se stessa, va pensata come
    esistente (la sua essenza implica lesistenza) ed
    è infinita.
  • In una parola coincide con ciò che noi chiamiamo
    DIO.

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Il Dio-sostanza
  • ONTOLOGICAMENTE Dio è allorigine di ogni essere.
  • GNOSEOLOGICAMENTE il suo concetto è presupposto
    di ogni altro concetto nel senso che tutto ciò
    che penso o è sostanza o un certo aspetto della
    sostanza (un suo attributo).

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Il Dio-sostanza infinita
  • Dio è infinito nel senso che consta di infiniti
    attributi (lattributo esprime lessere di Dio
    sotto un certo aspetto) eterni come è eterno Dio.
  • Gli attributi di Dio sono infiniti, ma noi ne
    conosciamo solo due
  • IL PENSIERO e

  • LESTENSIONE

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Pensiero ed estensione
  • Gli attributi, in particolare quelli che noi
    conosciamo, cioè pensiero ed estensione, si
    specificano nelle loro DETERMINAZIONI O
    MODIFICAZIONI NECESSARIE che Spinoza chiama MODI.
  • I modi del pensiero e dellestensione possono
    essere finiti o infiniti (questi ultimi sono i
    caratteri invarianti ed eterni dellattributo
    corrispondente, mentre i primi sono limitati e in
    divenire).
  • Modi finiti del pensiero le idee (ciò che noi
    pensiamo)
  • Modi infiniti del pensiero lintelletto
    infinito di Dio
  • Modi finiti dellestensione i corpi che noi
    vediamo
  • Modi infiniti dellestensione il movimento e la
    quiete

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Il rapporto pensiero-estensione
  • Questa relazione, il cui problema aveva messo in
    crisi il cartesianesimo, e che era stata
    determinata in senso occasionalistico da
    Malebranche, viene descritta nei termini di un
  • PARALLELISMO PSICO-FISICO da Spinoza.
  • Il parallelismo psicofisico stabilisce che
    lordine della connessione delle idee è
    parallelo e identico allordine della connessione
    delle cose.

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Parallelismo psicofisico
  • Secondo lidea del parallelismo psicofisico
    pensiero ed estensione propriamente non si
    influenzano, ma sono già da sempre posti in una
    relazione biunivoca in cui ad ogni elemento
    dellinsieme pensiero corrisponde un elemento
    dellinsieme estensione, oppure ad ogni punto
    sulla retta pensiero corrisponde un punto sulla
    retta estensione.
  • Per esempio il cerchio in natura e il cerchio
    pensato sono la stessa cosa in due attributi
    diversi, ossia sono un punto che nella retta
    pensiero corrisponde esattamente ad un punto
    nella retta estensione.

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Deduzione
  • Grazie allidea del parallelismo psicofisico è
    possibile pensare il rapporto tra il principio
    supremo del Dio-sostanza, i suoi attributi e i
    suoi modi come una DEDUZIONE MATEMATICA (cioè le
    qualità degli attributi e dei modi si deducono
    dal principio supremo come si deduce un teorema
    dagli assiomi).

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DETERMINISMO
  • Tutto deriva da Dio natura naturans e natura
    naturata tutto è Dio, tutto si deduce da Dio e
    tale deduzione ha un carattere matematico-geometri
    co.
  • Se è così la visione del mondo di Spinoza appare
    radicalmente deterministica. Infatti se dalle
    cause naturali deriva un effetto così come dalle
    premesse logico matematica derivano le
    conclusioni, tutto nelluniverso è necessario.

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Libertà, necessità, Dio
  • Se pensiamo la libertà esclusivamente come un non
    essere causato e/o necessitato da altro, solo Dio
    è autenticamente libero. Tuttavia la libertà di
    Dio non è la libertà di una persona. Dio per
    Spinoza non è persona, non è intelletto o
    volontà, non ama, non crea dal nulla. Intelletto,
    volontà, amore sono modi del pensiero, sono solo
    determinazioni di un suo attributo, sono ancora
    delle proprietà di Dio che non esprimono
    lessenza in sé di Dio. Se vogliamo esprimere che
    cosa è Dio dobbiamo dire che esso è IMPERSONALE
    NECESSITA ASSOLUTA.

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Negazione del finalismo delluniverso
  • Se Dio è impersonale necessità assoluta, nel
    mondo non vi è nessun fine voluto da Dio. Se Dio
    VOLESSE qualcosa, mancherebbe di quel qualcosa,
    che egli desidererebbe, dunque verrebbe meno il
    suo primato ontologico non sarebbe la totalità
    dellessere che secondo Spinoza è la sostanza
    suprema. In realtà non esistono fini, lidea
    teleologica è solamente un pregiudizio umano, un
    modo umano erroneo di guardare alla connessione
    delle cose.
  • Tale errore è dissolto dalla conoscenza
    matematica che conosce connessioni logiche e
    risultati, ma non scopi. In base ad un simile
    assunto si può interpretare il finalismo come un
    capovolgimento del rapporto causa effetto
    (lunica vera chiave esplicativa del mondo) tale
    per cui leffetto diviene causa finale, cioè la
    causa che sin dallinizio ha messo in moto il
    meccanismo. Ma ogni causa è efficiente, non
    agisce cioè intenzionalmente, altrimenti il
    rapporto tra causa ed effetto sarebbe contingente
    (dipenderebbe da unintenzione o una volontà che
    può esservi o no) e il mondo diverrebbe
    inspiegabile. Dunque vera causa è solo quella
    efficiente, e il fine non è altro che leffetto
    prodotto necessariamente dalla causa.

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Nuove precisazioni sulla conoscenza
  • Luomo non è una sostanza pensante, poiché
    sostanza è solo Dio. Lessenza delluomo consiste
    in certi modi degli attributi di Dio cioè lidea
    (pensiero) e il corpo (estensione). Lidea
    fondamentale delluomo è quella del proprio
    corpo, essa fonda lunione di corpo e anima Tutto
    ciò che avviene nel corpo è percepito dallanima,
    che conosce le affezioni e le modificazioni del
    corpo e per mezzo di queste gli altri corpi.
  • Ma tale conoscenza è inadeguata, oscure e
    confusa, poiché è stata acquisita attraverso
    lesperienza. Questultima ha un ruolo non nel
    fornire conoscenza delle cose ma nellorientare
    lattenzione verso le cose e nello stimolare il
    processo conoscitivo.

38
Idee
  • Ogni conoscenza accade attraverso idee. Esse sono
    rappresentazioni che hanno un oggetto
    rappresentato e possono essere
  • 1) inadeguate, come quelle ottenute attraverso
    lesperienza. Le idee inadeguate in generale sono
    false perché colgono solo una parte della
    totalità del reale e la pensano a prescindere
    dalla sua connessione necessaria con le altre
    parti.
  • 2) Adeguate, cioè perfette e vere.

39
Il passaggio dalle idee inadeguate a quelle
adeguate
  • Tale passaggio identifica i tre gradi della
    conoscenza per Spinoza
  • 1) la doxa (opinione) o immaginazione che
    comporta lassunzione di nozioni vaghe, ottenute
    dai sensi, fuori dalle loro connessioni
    necessarie,
  • 2) la ragione, ossia la conoscenza delle cause e
    delle leggi di connessione, che perviene alle
    idee di quantità, figura e moto, cioè ai
    fondamenti delle scienze esatte. Essa in
    particolare giunge a cogliere gli aspetti
    geometrico matematici comuni ai vari corpi
    (compreso il proprio) e dunque le loro
    caratteristiche più generali, che permettono di
    comprenderli scientificamente
  • 3) la scienza intuitiva cioè la conoscenza del
    procedere necessario delle cose dal primo
    principio intuito nella sua chiarezza e
    distinzione. In questa fase ci si pone dal punto
    di vista di Dio, si disloca la propria anima in
    Dio ricevendone gioia profonda e intima
    soddisfazione. Tale conoscenza genera lamore
    intellettuale di Dio che è felicità.

40
Etica il male e il bene
  • In un universo deterministico, cioè governato
    dalla necessità, non esistono un bene e un male
    in sé, come non esistono fini propriamente il
    bene e il male sono ridotti allUTILE e al
    DANNOSO. Utile è tutto ciò che contribuisce a
    conservare il nostro essere. Dannoso è tutto ciò
    contrasta il nostro essere. Lutile è dunque
    lunico elemento in base al quale possiamo
    definire unazione virtuosa.

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Letica e le passioni
  • Un elemento fondamentale del nostro comportamento
    è la passione. Essa interagisce con luomo
    rafforzando o diminuendo la sua capacità di
    agire. E quindi estremamente importante
    analizzarle e spiegarle. La loro spiegazione deve
    prendere le mosse dalla consapevolezza che le
    passioni sono eventi naturali e necessari, come
    tutto, tra ciò che esiste, è necessario.

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Origine delle passioni
  • Le passioni si misurano sulla tendenza umana
    allautoconservazione, la quale è accompagnata
    nella coscienza umana dalla rispettiva idea.
  • Riferita alla mente tale tendenza ha nome
    VOLONTA
  • Riferita al corpo ha nome APPETITO
  • La passione della gioia favorisce la tendenza a
    perseverare nel proprio essere.
  • La passione del dolore la contrasta.

43
Amore e odio
  • Lamore è la passione della gioia accompagnata
    dallidea di una causa esterna che labbia
    determinata.
  • Lodio è la passione del dolore accompagnata
    dallidea di una causa esterna che labbia
    determinata.
  • Gioia, dolore, amore, odio sono le passioni
    fondamentali.

44
Natura delle passioni
  • Ciò che caratterizza le passioni è la loro
    indeterminatezza, la loro, diremmo, opacità per
    la nostra mente. Infatti la passione è unidea
    confusa e inadeguata.
  • Con essa la mente afferma una forza desistere
    del suo corpo che orienta il pensiero stesso su
    un oggetto piuttosto che su un altro.

45
Passività e attività
  • Ora la passione, essendo caratterizzata
    dallinadeguatezza dellidea, può riorientare
    verso oggetti che sembrano utili, cioè sembrano
    bene, ma non lo sono. Il problema del rapporto
    delluomo con le proprie passioni è quello di
    riparare quellinadeguatezza chiarendo la propria
    idea. Di fronte alloscurità della passione la
    mente è passiva. Se la mente chiarisce lidea
    connessa alla passione, diventa attiva e cessa di
    essere schiava delle passioni stesse.

46
Chiarire la passione
  • Chiarire la passione significa inserire il suo
    oggetto nellordine delle connessioni logiche e
    necessarie che ce lo fa apparire nel suo reale
    rapporto con la nostra persona e identifica con
    esattezza lutilità o il danno delloggetto
    stesso per la nostra esistenza.

47
Una superiore necessità
  • Ma, al di là di ogni considerazione di utilità,
    ancor più pregnante per la nostra vita è la
    considerazione della necessità di ogni evento. Se
    la mia mente guarda a Dio e lo contempla come
    natura i cui elementi sono in ordine
    rigorosamente geometrico, ciò genera una suprema
    gioia ed ha una funzione supremamente
    rasserenante. Infatti nulla mi può colpire se so
    che tutto è inevitabile. Dunque lo sguardo che io
    devo gettare sul mondo per vivere bene e libero è
    quello che è dato sub specie aeternitatis, dal
    punto di vista delleternità.

48
La libertà possibile
  • La liberazione delle passioni, ottenuta mediante
    una conoscenza adeguata è ciò che noi chiamiamo
    libertà.
  • Una libertà che è tale solo in quanto
    CONSAPEVOLEZZA
  • della necessità universale di tutte le cose.
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