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... Plan: pianificare a fondo prima di agire Do: mettere in atto le azioni studiate Check: Verificare l esito delle azioni Act: ... (life-cycle thinking): ... – PowerPoint PPT presentation

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1
  I
RAPPORTI  FRA QUALITA E
AMBIENTE   Appunti per il corso di Teoria e
Tecnica della Qualità 2 Parte
A.A. 2007/2008 (Prof. Savio - Integrazione)
2
La strategia dellUnione Europea in materia di
politica integrata dei prodotti (IPP)
3
PERCHE UNA DIMENSIONE DI PRODOTTO NELLA
POLITICA AMBIENTALE ?
  1. La quantità complessiva di prodotti è in aumento
  2. Esiste una varietà sempre maggiore di prodotti e
    servizi
  3. Linnovazione crea costantemente nuovi tipi di
    prodotti
  4. La globalizzazione dei mercati comporta che le
    merci di molti paesi sono commercializzate in
    tutto il mondo
  5. I prodotti sono sempre più complessi
  6. Pur potendo essere progettato in maniera
    ottimale, un prodotto può essere usato e smaltito
    in modo inadeguato, causando notevoli impatti
    ambientali
  7. Il ciclo di vita dei prodotti coinvolge un numero
    sempre crescente di attori

4
LE PREMESSE
GOVERNO OLANDESE (1993) Dedica una sezione del
suo Environmental Action Plan alla tematica
Products and Environment GOVERNO DANESE
(1995) Pubblica un documento di indirizzo
denominato Intensified Product-Oriented
Policy GOVERNO BELGA (1998) Emette un
documento guida sulle Politiche Integrate di
Prodotto
5
LE PREMESSE
Nel 1996 viene pubblicato il documento dal titolo
Politica di prodotto in Europa nuove
prospettive ambientali. (Ostenius F., Rubik F.,
Scoll G., 1996, Kluver Academic Publishers,
Dordrech).
6
COMMISSIONE EUROPEA (1997)
LE PREMESSE
Commissiona uno studio sulla Politica Integrata
dei Prodotti e lo definisce un approccio
completo, rivolto ad azioni, attori ed impatti
che intervengono sullintero ciclo di vita dei
prodotti
7
COMMISSIONE EUROPEA (1998)
LE PREMESSE
  • Organizza un workshop con tutte le parti
    interessate, nelle cui conclusioni si
    sottolineano i seguenti punti
  • Si riscontra unanimità attorno allinteresse che
    suscita lapproccio allintero ciclo di vita del
    prodotto e al relativo coinvolgimento degli
    interessati.
  • Si ritiene di fondamentale importanza, in tutta
    la catena, linformazione.

8
LE PREMESSE
  • Si ritiene utile lo strumento dei sistemi di
    gestione ambientale nellindustria.
  • Si ritiene utile letichettatura ecologica dei
    prodotti.
  • Si ritiene necessaria lintegrazione delle
    considerazioni ambientali nelle norme relative ai
    prodotti.

9
LE PREMESSE
  • Si ritiene utile lapprovvigionamento di
    prodotti più verdi negli enti pubblici (green
    public procurement).
  • E stata inoltre espressa la necessità di
    disporre di maggiore chiarezza su ciò che IPP
    rappresenta, oltre che sugli scopi e sugli
    obiettivi globali che si intendono perseguire.

10
RIUNIONE MINISTRI DELLAMBIENTE WEIMAR (1999)
LE PREMESSE
per tentare di realizzare lo sviluppo
sostenibile in Europa, assumono sempre maggiore
importanza le ripercussioni sullambiente
associate al processo pre-produttivo, alla
fabbricazione, alla distribuzione, alluso e allo
smaltimento dei prodotti. () La politica
ambientale deve concentrarsi maggiormente sullo
sviluppo e sullapplicazione di un approccio
integrato che tenga conto dellintero ciclo di
vita dei prodotti
11
CONSIGLIO EUROPEO DI GOTEBORG (2001)
LE PREMESSE
è necessario sviluppare una politica integrata
dei prodotti (IPP - Integrated Product Policy)
che coinvolga la collaborazione di tutte le parti
interessate (industrie, associazioni consumatori,
autorità pubbliche).
12
LIBRO VERDE PRESENTATO DALLA COMMISSIONE SULLA
POLITICA INTEGRATA RELATIVA AI PRODOTTI (2001)
è necessario elaborare strategie per
promuovere un graduale aumento della qualità
ambientale di beni e servizi, nellottica del
loro ciclo di vita.
13
DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
CHE ISTITUISCE IL SESTO PROGRAMMA COMUNITARIO DI
AZIONE IN MATERIA DI AMBIENTE (2002).
è necessario promuovere in tutto il programma
una politica integrata dei prodotti che sproni a
tener conto delle considerazioni ambientali
durante lintero ciclo di vita dei prodotti
14
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E
AL PARLAMENTO EUROPEO SULLA POLITICA INTEGRATA
DEI PRODOTTI (2003)
è necessario sviluppare il concetto di ciclo
di vita ambientale, () e riconoscere lapproccio
IPP come strumento potenzialmente molto efficace
per tenere conto della dimensione ambientale dei
prodotti.
15
IL SALTO DI QUALITA
  • ORIENTAMENTI PRECEDENTI
  • LE POLITICHE AMBIENTALI DI PRODOTTO TENDEVANO A
    CONCENTRARSI SULLE GRANDI FONTI DI INQUINAMENTO
    PUNTUALI
  • - EMISSIONI INDUSTRIALI
  • - GESTIONE DEI RIFIUTI

16
IL SALTO DI QUALITA
  • ORIENTAMENTI ATTUALI

LE POLITICHE AMBIENTALI DI PRODOTTO TENDONO AD
ASSICURARE CHE GLI IMPATTI AMBIENTALI GENERATI
LUNGO LINTERO CICLO DI VITA SIANO AFFRONTATI IN
MODO INTEGRATO, E NON SEMPLICEMENTE TRASFERITI DA
UNA FASE ALLALTRA DEL CICLO.
17
IL CONCETTO DI IPP
La politica integrata dei prodotti (IPP) è un
approccio che tenta di ridurre limpatto
ambientale dei prodotti nellarco dellintero
ciclo di vita, dallestrazione delle materie
prime, alla produzione, distribuzione, uso, fino
alla gestione dei rifiuti.
18
IL CONCETTO DI IPP
LIPP è mirata ai momenti in cui vengono prese le
decisioni che influenzano notevolmente limpatto
ambientale del ciclo di vita dei prodotti e
offrono spazio per un miglioramento in
particolare la progettazione ecologica dei
prodotti, la scelta informata dei consumatori e
lintegrazione del principio chi inquina paga
nel prezzo dei prodotti. Lobiettivo consiste
nella riduzione dellimpatto complessivo
sullambiente nel modo più efficace e al minore
costo.
19
IL CONCETTO DI IPP
PoliticaNellambito della IPP le autorità
pubbliche avranno, nella maggior parte dei casi,
il compito di agevolare gli interventi piuttosto
che quello di intervenire direttamente. Lidea
generale è che le politiche dovrebbero servire a
definire gli obiettivi principali e a mettere a
disposizione delle parti interessate i mezzi e
gli incentivi necessari per conseguire tali
obiettivi. A seconda del contesto, la IPP
potrebbe rivelarsi utile anche per trovare
soluzioni di problemi ambientali orientate alle
imprese, in accordo e in collaborazione con le
parti interessate, e/o per preparare normative.
20
IL CONCETTO DI IPP
integrata Il termine mette in luce come venga
preso in esame lintero ciclo di vita dei
prodotti, dalla fase di estrazione delle materie
prime, passando per la produzione, la
distribuzione, luso, fino al riciclaggio e/o al
recupero e allo smaltimento finale e come si
tratti di un approccio di ampia portata, che
integra vari strumenti atti a conseguire
lobiettivo di rendere i prodotti ecologici,
puntando alla cooperazione con tutte le parti
interessate.
21
IL CONCETTO DI IPP
dei prodotti In teoria, questa politica
abbraccia tutti i prodotti e i servizi, visto che
punta a realizzare un miglioramento globale
dellimpatto ambientale. In pratica, si potrebbe
intervenire nei confronti di tutti i prodotti o
solo alcuni, selezionati, previa consultazione
delle parti interessate, in funzione della loro
importanza o delle possibilità di miglioramento
prevedibili.
22
LAPPROCCIO IPP
  • Considerazione del ciclo di vita (life-cycle
    thinking)
  • Considera il ciclo di vita di un prodotto e mira
    a ridurre limpatto ambientale complessivo
    (dalla culla alla tomba), cercando nel contempo
    di evitare che le iniziative incentrate su
    singole fasi del ciclo di vita si limitino
    semplicemente a trasferire il carico ambientale
    su altre fasi.
  • Collaborazione con il mercato
  • Prevede lintroduzione di incentivi per orientare
    il mercato verso soluzioni più sostenibili,
    incoraggiando la domanda e lofferta di prodotti
    più ecologici e premiando le imprese innovative
    impegnate a promuovere lo sviluppo sostenibile

23
LAPPROCCIO IPP
  • Coinvolgimento delle parti interessate
  • Lobiettivo è incoraggiare tutti coloro che
    entrano in contatto con il prodotto (le
    industrie, i consumatori e le autorità pubbliche)
    ad intervenire nellambito della propria sfera
    dinfluenza, e a promuovere la cooperazione tra
    le varie parti interessate.
  • Miglioramento continuo
  • Spesso è possibile apportare vari miglioramenti
    per ridurre limpatto ambientale di un prodotto
    lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla
    progettazione fino alla fabbricazione, alluso e
    allo smaltimento finale, tenendo conto dei
    parametri stabiliti dal mercato.

24
LAPPROCCIO IPP
  • Molteplicità degli strumenti di azione
  • A causa della varietà di prodotti disponibili e
    dei diversi soggetti interessati, lapproccio IPP
    ricorre a vari strumenti differenti, che vanno
    dalle iniziative volontarie agli strumenti
    normativi, dagli interventi su scala locale fino
    alle azioni a livello internazionale. La politica
    integrata dei prodotti tende chiaramente a
    privilegiare lapproccio volontario, pur non
    escludendo, ove necessaria, anche ladozione di
    misure obbligatorie.

25
STADI del CICLO di VITA di un PRODOTTO
Il ciclo di vita di un prodotto comprende
lestrazione della materia prima e la sua
lavorazione, la fabbricazione del prodotto, il
trasporto, la distribuzione, luso e leventuale
riuso, la raccolta, lo stoccaggio, il recupero, e
lo smaltimento finale del rifiuto che deriva
dallutilizzo produttivo o di consumo.
PRINCIPIO BASE di una LCA
Un prodotto (o servizio) viene analizzato in ogni
fase della sua vita, dalla culla alla tomba (from
cradle to grave), da quando viene prodotto a
quando viene dismesso.
26
(No Transcript)
27
CICLO DI VITA DI UN PRODOTTO
OUTPUT
INPUT
Estrazione e lavorazione delle materie prime
SOTTOPRODOTTI EMISSIONI IN ACQUA EMISSIONI IN
ARIA RIFIUTI ALTRE INTERAZIONI CON LAMBIENTE
Produzione a Assemblaggio
MATERIALI ENERGIA ACQUA
Distribuzione
Uso e Consumo del prodotto
Riuso, riciclaggio, recupero
Gestione dei rifiuti
28
GLI STRUMENTI UTILIZZABILI
  1. Imposte e sovvenzioni
  2. Accordi volontari e normazione
  3. La normativa in materia di appalti pubblici
  4. Altri strumenti normativi

29
CHE COSA E LCA?
Definizione di LCA fornita da SETAC (Society of
Environmental Toxicology and Chemistry, 1993),
utilizzata in seguito dal Comitato Tecnico ISO
(TC 207) per la redazione delle ISO 14040 LCA è
un procedimento oggettivo di valutazione dei
carichi ambientali relativi ad un processo o
unattività, effettuato attraverso
lidentificazione dellenergia e dei materiali
usati e dei rifiuti rilasciati nellambiente. La
valutazione include lintero ciclo di vita del
processo o attività, comprendendo lestrazione e
il trattamento delle materie prime, la
fabbricazione, il trasporto, la distribuzione,
luso, il riuso, il riciclo e lo smaltimento
finale
30
Definizione di LCA fornita dalla Norma UNI EN ISO
140401998 Valutazione del ciclo di vita -
Principi e quadro di riferimento La LCA è una
tecnica per valutare gli aspetti ambientali e i
potenziali impatti ambientali associati ad un
processo/prodotto, mediante la compilazione di un
inventario di ciò che di rilevante entra ed esce
da un sistema di prodotto, la valutazione dei
potenziali impatti ambientali associati a ciò che
entra e a ciò che esce, linterpretazione dei
risultati riguardanti le fasi di analisi
dellinventario e di stima degli impatti in
relazione agli obiettivi dello studio.
31
NORME della serie UNI EN ISO 14040
32
(No Transcript)
33
NORMA UNI EN ISO 140401998Gestione
ambientale - Valutazione del ciclo di vita
Principi e quadro di riferimento
La norma specifica il quadro di riferimento, i
principi e i requisiti necessari per effettuare e
per diffondere gli studi di LCA, senza descrivere
in dettaglio la tecnica di valutazione del ciclo
di vita La descrizione della struttura
concettuale dellanalisi del ciclo di vita va
quindi ricercata allinterno della presente
norma, in base alla quale la procedura LCA si
articola in quattro fasi distinte e consecutive.
34
LA PROCEDURA DI LCA
  1. Definizione degli scopi e degli obiettivi, per
    individuare lapplicazione prevista e lunità
    funzionale dello studio
  2. Inventario, il cui obiettivo è fornire una
    descrizione dettagliata degli input di materie
    prime e combustibili e degli output di rifiuti
    solidi, liquidi e gassosi di un sistema di
    prodotto
  3. Valutazione dellimpatto, volta alla comprensione
    e valutazione dellimportanza e della definizione
    dei potenziali impatti ambientali di un sistema
    di prodotto
  4. Interpretazione e miglioramento, nel quale i
    risultati dellinventario e della valutazione
    dimpatto vengono combinati in modo conforme alla
    definizione degli scopi

35
STRUTTURA della LCA secondo la NORMA UNI EN
ISO 14040
UNI EN ISO 14041
UNI EN ISO 14043
UNI EN ISO 14042
36
NORMA UNI EN ISO 140411999Gestione ambientale -
Valutazione del ciclo di vita Definizione
dellobiettivo e del campo di applicazione (fase
1)
La norma specifica i requisiti e le procedure
necessarie per compilare e preparare la
definizione dellobiettivo e del campo di
applicazione di una valutazione del ciclo di vita
(LCA), nonché per condurre, interpretare e
riportare, unanalisi di inventario del ciclo di
vita (LCI). Rientrano in tale standard la
definizione dei confini del sistema, la raccolta
dei dati ed il loro utilizzo, come pure la
qualità dei dati stessi e la trasparenza nella
esposizione dei risultati
37
NORMA UNI EN ISO 140411999Gestione ambientale -
Valutazione del ciclo di vita Definizione
dellobiettivo e del campo di applicazione (fase
1)
Gli obiettivi e gli scopi dello studio di una
LCA devono essere definiti con chiarezza ed
essere coerenti con lapplicazione prevista.
Lobiettivo di una LCA deve stabilire senza
ambiguità quali siano lapplicazione prevista, le
motivazioni che inducono a realizzare lo studio e
il tipo di pubblico a cui è destinato, cioè a
quali persone si intendono comunicare i risultati
dello studio. La definizione degli scopi e degli
obiettivi è importante perché stabilisce la
ragione per cui svolgere unanalisi del ciclo di
vita, descrivendo il sistema e le categorie di
dati da studiare
38
NORMA UNI EN ISO 140411999Gestione ambientale -
Valutazione del ciclo di vita Definizione
dellobiettivo e del campo di applicazione (fase
1)
  • Il campo di applicazione permette di definire i
    confini della valutazione, cioè cosa è stato
    incluso nel sistema e quali metodi dettagliati di
    valutazione devono essere usati.
  • In particolare in questa fase, vengono definiti
  • lunità funzionale
  • i confini del sistema analizzato
  • descrizione delle categorie di dati necessari
  • criteri dinclusione ed esclusione di input del
    sistema
  • requisiti di qualità dei dati.

39
NORMA UNI EN ISO 140411999Gestione ambientale -
Valutazione del ciclo di vita Analisi
dellinventario (fase 2)
Lanalisi dinventario (LCI), comprende la
raccolta dei dati e dei procedimenti di calcolo
che consentono di quantificare i flussi in
entrata e in uscita da un sistema-prodotto.
Verranno quindi identificati e quantificati i
consumi di risorse (materie prime, acqua,
prodotti riciclati), di energia (termica ed
elettrica) e le emissioni in aria, acqua e suolo.
Si procede alla raccolta dei dati sulla base di
un modello che schematizza e/o semplifica il
sistema analizzato, in grado di rappresentare nel
modo più fedele possibile tutti gli scambi tra le
singole operazioni.
40
NORMA UNI EN ISO 140422001Gestione ambientale
- Valutazione del ciclo di vita Valutazione
dellimpatto del ciclo di vita (fase 3)
  • La norma descrive e fornisce le linee guida
    relative ad un quadro generale di riferimento per
    la valutazione del ciclo di vita (LCA), e
    descrive le caratteristiche essenziali e le
    limitazioni intrinseche dellLCIA (Analisi degli
    impatti).
  • La norma individua in particolare
  • la CLASSIFICAZIONE degli impatti (attribuzione
    dei dati di inventario alle categorie di
    impatto),
  • la CARATTERIZZAZIONE (approfondimento e la
    comprensione degli impatti),
  • la NORMALIZZAZIONE (analisi della reale
    rilevanza degli impatti).

41
NORMA UNI EN ISO 140432001Gestione ambientale -
Valutazione del ciclo di vita Interpretazione
del ciclo di vita (fase 4)
Linterpretazione è la fase di una LCA in cui i
risultati dellInventario e della LCIA (Analisi
degli Impatti), vengono utilizzati per fornire
indicazioni e raccomandazioni sui possibili
miglioramenti del sistema indagato. La norma
include una verifica di completezza ed una
analisi di sensitività. In tale standard sono
contenute le modalità per trarre conclusioni e
raccomandazioni coerenti con lo studio.
42
  • LA METODOLOGIA LCA
  • SI PROPONE QUINDI COME
  • STRATEGIA PRO-ATTIVA, intesa come insieme di
    attività miranti ad incorporare le problematiche
    ambientali già nella fase di progettazione del
    processo e/o del prodotto (prevenzione) e non più
    come strategia end of pipe (interventi
    tecnologici a valle).
  • APPROCCIO ALLA ECO-EFFICIENZA, intesa come
    potenziamento della capacità di sfruttare
    lambiente come leva competitiva (miglioramento
    della qualità dei prodotti/processi, immagine,
    nuove nicchie di mercato).

43
APPLICAZIONI LCA (DA ISO 14040)
  • LLCA può dare supporto a
  • identificare le opportunità di migliorare gli
    aspetti ambientali dei prodotti nei diversi stadi
    del loro ciclo di vita
  • prendere delle decisioni nellindustria e nelle
    organizzazioni governative e non governative (per
    esempio pianificazione strategica, scelta di
    priorità, progettazione o riprogettazione di
    prodotti o di processi)
  • scegliere indicatori rilevanti di prestazione
    ambientale con le relative tecniche di
    misurazione
  • commercializzare prodotti eco-compatibili
    (attraverso una dichiarazione ecologica, un
    sistema di etichetta ecologica, o unasserzione
    di prodotto ecologico)

44
PERCHE E IMPORTANTE INTRODURRE LA LCA IN
AZIENDA?
  • Per evidenziare i "punti deboli" del processo
    produttivo
  • Per realizzare una raccolta completa ed organica
    di tutti i dati relativi alla fabbricazione di un
    prodotto
  • Per raggiungere un maggior controllo delle
    prestazioni ambientali di un prodotto e/o di un
    processo
  • Per procurare una base scientifica di confronto
    ambientale tra i propri prodotti
  • Per disporre di uno strumento indispensabile
    nelle decisioni dinvestimento
  • Per migliorare limmagine del prodotto e
    dellAzienda, nei confronti del pubblico
  • Perché può essere usata come valido strumento
    nella riduzione dei costi
  • Per comunicare informazioni ambientali

45
Collegamenti della LCA con altri standard ISO
14000
IPP
ECOLABEL
LCA
EPD
REPORT AMBIENTALI
46
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il LIBRO VERDE sulla POLITICA INTEGRATA RELATIVA
AI PRODOTTI pubblicato nel 2001 conteneva una
serie di domande, sia in termini di approccio
complessivo, sia riguardo agli strumenti da
utilizzare, invitando le parti interessate a
trasmettere le loro osservazioni alla
Commissione. La successiva Comunicazione della
Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo
sulla Politica integrata dei Prodotti, pubblicata
nel 2003, riportava che allinvito espresso nel
libro verde hanno dato risposta 133 gruppi di
interesse i cui contributi provenivano
dallindustria (78), da soggetti istituzionali
comprese le altre istituzioni comunitarie (30),
da privati (10), da associazioni dei consumatori
(6), dal settore universitario (4), da
associazioni ambientaliste (3), da organismi di
normazione (2).
47
1 La maggioranza delle parti interessate ha
accolto favorevolmente il libro verde, approvando
la nuova logica di azione prevista nel quadro
della politica integrata dei prodotti. 2 Viceversa
, le opinioni sul merito dei vari strumenti sono
state più discordanti. 3 Molte parti interessate
pur dichiarandosi a favore di un approccio
orientato al mercato, non manifestano altrettanto
entusiasmo per il ricorso alla tassazione
differenziata (è emerso, per esempio un
orientamento contrario alla applicazione di una
aliquota Iva ridotta per i prodotti recanti il
marchio Ecolabel). Questa idea è invece accolta
favorevolmente dalle associazioni ambientaliste.
48
4 Un altro aspetto sul quale le opinioni sono
divergenti è lequilibrio tra strumenti volontari
e strumenti obbligatori lindustria è in
generale a favore di un approccio più volontario
le altre parti interessate sottolineano
limportanza della legislazione quale strumento
necessario. 5 Con riferimento allanalisi del
ciclo di vita, molte parti interessate hanno
messo in evidenza i limiti di questa metodologia,
mentre altre si sono dichiarate favorevoli alla
realizzazione di banche dati informative e ad
iniziative di sensibilizzazione destinate a
promuovere le buone pratiche. 6 Sul tema della
integrazione delle esigenze ambientali negli
appalti pubblici, le parti interessate si sono
dimostrate in generale favorevoli ad iniziative
di sensibilizzazione.
49
7 Pure riconoscendo limportanza dei marchi e
delle etichette ambientali, le diverse parti
interessate hanno espresso la loro preferenza per
modelli differenti (sistemi di gestione
ambientale quali Emas, ISO 14001, POEMS Product
Oriented Environmental Management
System). 8 Lidea dei gruppi di studio sui
prodotti è stata ritenuta interessante, anche se
diverse parti hanno espresso dubbi sulle
effettive possibilità di riuscita a livello
europeo. La Commissione ha in ogni caso
organizzato sullargomento una conferenza fra le
parti interessate, nonché numerose riunioni
bilaterali con i diversi stakeholders. La
Commissione ha in oltre deciso di organizzare un
gruppo di progetti pilota per poter meglio
chiarire le modalità pratiche di attuazione della
politica integrata di prodotti.
50
I marchi e le etichette ambientali dei
prodotti
51
I MARCHI ECOLOGICI
Sono etichette applicate direttamente su un
prodotto o su un servizio che forniscono
informazioni sulla sua performance ambientale
complessiva, o su uno o più aspetti ambientali
specifici. TIPOLOGIE DI ETICHETTE
AMBIENTALI OBBLIGATORIE E VOLONTARIE
52
ETICHETTATURE OBBLIGATORIE
  • Le etichette obbligatorie si applicano in diversi
    settori e vincolano produttori, utilizzatori,
    distributori e le altre parti in causa ad
    attenersi alle prescrizioni legislative.
  • Si riferiscono principalmente ai seguenti gruppi
    di prodotti
  • Sostanze tossiche e pericolose le etichette sono
    rivolte a consumatori/utilizzatori che ne fanno
    direttamente uso, di conseguenza gli aspetti più
    importanti di questa etichetta si riferiscono
    alla salute e alla sicurezza
  • Imballaggi (packaging label) tali etichette sono
    state introdotte a seguito del Decreto Ronchi e
    permettono di facilitare la raccolta, il recupero
    e il riciclo dei rifiuti da imballaggio a fine
    vita.

53
  • Elettrodomestici
  • (energy label) la Direttiva Europea 97/75/CEE
    recepita in Italia con il DPR n.107 del 9 marzo
    1998, ha reso obbligatorio per i produttori di
    elettrodomestici indicare il consumo di energia e
    di altre risorse.

54
ETICHETTATURE VOLONTARIE
La richiesta di un marchio ecologico è
volontaria, per cui i fabbricanti, gli
importatori o i distributori possono decidere di
aderire al sistema di etichettatura, una volta
verificata la rispondenza dei prodotti ai criteri
ecologici stabiliti.
Cosè un CRITERIO ECOLOGICO
Un criterio ecologico è un requisito che deve
essere rispettato da un prodotto o produttore per
dimostrare che quel dato prodotto o processo
produttivo ha un impatto ambientale ridotto
rispetto a un prodotto o processo che abbia le
stesse caratteristiche funzionali.
55
LE DIVERSE TIPOLOGIE DI ETICHETTATURA
AMBIENTALE VOLONTARIA
  • Le etichette e le dichiarazioni ambientali
    forniscono informazioni su un prodotto/servizio
    in termini
  • del suo carattere ambientale complessivo
  • di un aspetto ambientale specifico
  • di un certo numero di aspetti ambientali.
  • Lo scopo delle etichette e delle dichiarazioni
    ambientali è quello di promuovere la domanda e
    lofferta di prodotti/servizi in grado di causare
    minore danno allambiente, contribuendo così a
    stimolare un processo di miglioramento ambientale
    continuo guidato dal mercato.

56
I PRINCIPI APPLICABILI ALLE ETICHETTE E ALLE
DICHIARAZIONI AMBIENTALI
  • Le etichette e le dichiarazioni ambientali devono
    essere accurate, verificabili, pertinenti, non
    fuorvianti.
  • Lutilità e lefficacia delle etichette e delle
    dichiarazioni ambientali dipendono dalla misura
    in cui esse trasmettono informazioni affidabili e
    significative sugli aspetti ambientali di un
    prodotto/servizio.
  • Le procedure e i requisiti per le etichette e le
    dichiarazioni ambientali non devono essere
    preparati, adottati o applicati con lintenzione
    o con leffetto di creare ostacoli inutili al
    commercio internazionale.
  • A questo proposito si dovrebbe tenere in debito
    conto le disposizioni e le interpretazioni
    applicabili alla ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL
    COMMERCIO (WTO).

57
  • Le etichette e le dichiarazioni ambientali devono
    essere basate su una metodologia scientifica
    esauriente e completa che produca risultati
    accurati e riproducibili.
  • Le informazioni a supporto di etichette e
    dichiarazioni ambientali devono essere raccolte e
    valutate utilizzando metodi riconosciuti e
    ampliamente accettati nelle discipline
    scientifiche o professionali.
  • Le informazioni riguardanti le procedure, le
    metodologie e tutti i criteri utilizzati a
    supporto delle etichette e delle dichiarazioni
    ambientali devono essere disponibili e fornite su
    richiesta a tutte le parti interessate.
  • Tali informazioni devono indicare chiaramente se
    letichetta o la dichiarazione ambientale sia
    unasserzione ambientale auto-dichiarata oppure
    sia basata su una validazione indipendente.

58
  • Lo sviluppo di etichette e di dichiarazioni
    ambientali deve tenere in considerazione tutti
    gli aspetti pertinenti del ciclo di vita del
    prodotto.
  • La misura in cui è considerato il ciclo di vita
    può variare a seconda del tipo di etichetta o
    dichiarazione ambientale, della natura della
    asserzione e della categoria del prodotto.
  • Le etichette e le dichiarazioni ambientali non
    devono inibire linnovazione che permette il
    mantenimento o il miglioramento della prestazione
    ambientale.
  • I requisiti devono essere espressi in termini di
    prestazioni piuttosto che di caratteristiche
    descrittive o di progettazione, in modo da
    lasciare la massima flessibilità per
    linnovazione tecnica.

59
  • Il processo di sviluppo di etichette e di
    dichiarazioni ambientali dovrebbe includere una
    consultazione aperta e la partecipazione con
    tutte le parti interessate.
  • Nel corso del processo di sviluppo dovrebbero
    essere compiuti sforzi ragionevoli per ottenere
    il consenso di tutte le parti interessate.
  • (Da UNI EN ISO 140202002)

60
(No Transcript)
61
ETICHETTE E DICHIARAZIONI AMBIENTALI DEFINIZIONE
E PRINCIPI GENERALI (ISO 14020)
Con etichetta o dichiarazione ambientale si
intende una asserzione che indica gli
aspetti ambientali di un prodotto o servizio.
Lobiettivo comune di ogni marchio o etichetta
ecologica è quello di incoraggiare la domanda di
prodotti che causano minor impatto ambientale
attraverso la comunicazione di accurate e
verificabili informazioni sugli aspetti
ambientali di beni e servizi.
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MARCHI AMBIENTALI (ETICHETTE AMBIENTALI) DI
PRODOTTO
Tipo I UNI EN ISO 14024 (2001) Etichette
ecologiche sottoposte a certificazione esterna
Tipo II UNI EN ISO 14021 (2002) Etichette
ecologiche con auto-dichiarazioni circa le
caratteristiche del prodotto
Tipo III ISO/TR 14025 (2000) Etichette
ecologiche con dichiarazione ambientale di
prodotto sottoposte ad un controllo indipendente
63
MARCHI di TIPO I (UNI EN ISO 140242001)
ETICHETTE AMBIENTALI
Le etichette di I tipo sono regolamentate con
la norma ISO 14024 Environmental labels and
declaration Type I Environmental labeling
Principles and procedures Nella norma sono
definite le caratteristiche e i requisiti che i
prodotti devono possedere per ottenere il marchio
di qualità ecologica, i cui criteri sono stati
individuati come rilevanti da un organismo
esterno indipendente, che ne controlla la qualità
ambientale per favorirne la credibilità.
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MARCHI di TIPO I - esempi
1995 - Spagna AENOR Medio Ambiente
1978 - Germania BLAUER ANGEL
1992 - Francia NF-ENVIRONMENT
1988 - Canada ECOLOGO
1992 - Paesi Bassi STICHTING MILIEUKEUR
1989 - Giappone ECOMARK
1994 - Austria BAÃœME
1989 - Paesi Scandinavi WHITE SWAN
Reg. 880/92 - Reg. 1980/00 - Unione Europea -
ECO-LABEL EUROPEO
1992 - Usa GREEN SEAL
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MARCHI di TIPO II (UNI EN ISO 14021) AUTODICHIARAZ
IONI
Etichette di II tipo, regolamentate con la
norma ISO/14021 Environmental labels and
declarations Self-declared environmental claims
Type II Environmental labelling. Includono le
asserzioni ambientali autodichiarate (green
claim) del fabbricante, ovvero le dichiarazioni,
le etichette, i simboli presenti sulle confezioni
dei prodotti, sugli imballaggi ed utilizzati come
strumento di informazione ambientale. Non devono
sottostare a verifica di parte terza, ma
linformazione deve essere verificabile.
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MARCHI/DICHIARAZIONI di TIPO II - esempi
La norma disciplina il tipo di dicitura da
adottare e consente lutilizzo di simboli, ma non
ne definisce di specifici se non quello del ciclo
di Mobius (indica riciclabilità o contenuto
riciclato).
Compostabile una caratteristica di un prodotto,
imballaggio o componente associato che permette
di biodegradarlo, producendo una sostanza
relativamente omogenea e stabile simile
allhumus. (UNI EN ISO 14021, Par.
7.2) Energia Recuperata Una caratteristica di
un prodotto che è stato realizzato utilizzando
energia recuperata da un materiale o energia che
sarebbe stata sprecata ma che è stata al
contrario raccolta. (UNI EN ISO 14021, Par. 7.6)
67
MARCHI DI TIPO III (ISO/TR 14025) DICHIARAZIONI
Etichette di III tipo, regolamentate con la
norma ISO TR 140252000 Environmental labels
and declarations Type III Environmental
declarations accompagnano la commercializzazione
di un prodotto, riportando le dichiarazioni
basate su parametri stabiliti che contengono una
quantificazione degli impatti ambientali
associati al ciclo di vita del prodotto calcolato
attraverso la procedura di LCA. E necessaria la
verifica di un organismo indipendente e non è
richiesto il superamento di una soglia minima di
accettabilità, ma il rispetto di un formato nella
comunicazione dei dati che faciliti il confronto
tra prodotti diversi. Tali etichette sono
rappresentate dalla EPD (Environmental Product
Declaration), cioè la dichiarazione ambientale di
prodotto.
68
Etichette e Dichiarazioni ambientali a confronto
69

Etichette ambientali differenze tipo I, II e III
Tipo I eccellenza/prestazione Disponibile
solo per i Gruppi di Prodotto per i quali siano
stati pubblicati i Criteri (fissano valori soglia
da rispettare) Rivolta al consumatore finale
(B to C) Verifica indipendente (Comitato
Eco-label Eco-Audit nel Caso di ECO-LABEL)
Tipo III comunicazione/trasparenza Aperta a
ogni prodotto/servizio Informativa e non
prestazionale Rivolta principalmente al B to
B Verifica di parte terza
Tipo II autodichiarazione Si basa su
autodichiarazione del fabbricante Lesempio più
noto è lautodichiarazione della percentuale di
materiale riciclato usato.
70
Ecolabel e Sviluppo Sostenibile
Il VI Programma Comunitario di azione in materia
di ambiente ha validato il ricorso agli
strumenti volontari di certificazione, in seguito
ai risultati ottenuti, inserendoli tra gli
approcci strategici da seguire per la
realizzazione degli obiettivi programmati nel
decennio 2001-2010
71
Ecolabel e Sviluppo Sostenibile
incoraggiare la diffusione di marchi ecologici
e di altre forme di informazioni ed etichettatura
ambientali che consentano ai consumatori di
comparare le prestazioni ambientali di prodotti
dello stesso tipo
72
Il contesto normativo
  • Ecolabel è il marchio europeo di certificazione
    ambientale per i prodotti e i servizi, istituito
    nel 1992 con il Regolamento CE N.880/92
  • ed aggiornato con il nuovo Regolamento
    N.1980/2000 del 17 luglio 2000 (GUCE
  • L 237/1 del 21/09/2000)
  • La prossima revisione è prevista entro settembre
    2005.

73
IL SISTEMA ECOLABEL DI ASSEGNAZIONE DI UN
MARCHIO DI QUALITA ECOLOGICA
Art. 1 - Finalità Il sistema comunitario di
assegnazione di un marchio di qualità ecologica è
inteso a promuovere i prodotti e i servizi
potenzialmente in grado di ridurre gli impatti
ambientali negativi rispetto agli altri prodotti
dello stesso gruppo, contribuendo così ad un uso
efficiente delle risorse e a un elevato livello
di protezione dellambiente
74
Art. 2 - Campo di applicazione Il marchio di
qualità ecologica non può essere assegnato a
sostanze e preparati classificati come molto
tossici, tossici, dannosi per l'ambiente,
cancerogeni, teratogeni o mutageni, né a beni il
cui processo di fabbricazione possa danneggiare
gravemente la salute umana e/o l'ambiente o il
cui normale impiego possa essere dannoso per il
consumatore. Il presente regolamento non si
applica ai prodotti alimentari, alle bevande, ai
prodotti farmaceutici né ai dispositivi medici.
75
Art. 3 Requisiti ambientali Il marchio di
qualità ecologica può essere assegnato a prodotti
le cui caratteristiche consentono di contribuire
in maniera significativa a miglioramenti dei
principali aspetti ambientali connessi agli
obiettivi e ai principi sanciti. Lo schema
indicativo di valutazione di tali spetti
ambientali è riportato nellallegato 1 del
Regolamento.  
76
(No Transcript)
77
  • Art. 4 Criteri per lassegnazione del marchio
    di qualità ecologica
  • I criteri specifici per lassegnazione del
    marchio di qualità ecologica sono stabiliti per
    gruppi di prodotti.
  • I criteri tendono ad assicurare una base di
    selettività fondata sui seguenti principi
  • prospettive di penetrazione del prodotto sul
    mercato
  • fattibilità tecnica ed economica
  • realizzare il massimo potenziale di miglioramento
    ambientale

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Per gruppo di prodotti si intendono tutti i
beni o servizi destinati a scopi analoghi e che
sono equivalenti nell'uso e nella percezione da
parte del consumatore
carta per copia e carta grafica
detersivi per bucato
comprende fogli o rotoli di carta non stampata
utilizzati per la stampa, le fotocopie, la
scrittura o il disegno. La carta da giornale, la
carta termosensibile e la carta autocopiante sono
escluse dal presente gruppo di prodotti.
detersivi per bucato (in polvere, liquidi o sotto
altra forma) per il lavaggio di tessuti,
destinati ad essere utilizzati in lavatrici per
uso domestico, nelle lavanderie automatiche e
nelle lavanderie comuni.
79
I prodotti etichettabili
  • AmmendantiPitture e vernici
  • Calzature
  • Prodotti tessili
  • Mobili
  • Coperture dure per pavimenti
  • Detersivi bucatoDetersivi lavastoviglie
    Detersivi per piatti lavaggio a mano Detersivi
    multiuso e per servizi sanitari

FrigoriferiLampadineLavatrici Personal
computerComputer portatili Lavastoviglie Televiso
ri Aspirapolvere Tessuto carta Carta copie

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(No Transcript)
81
I servizi etichettabili
I servizi di ricettività turistica
  • I criteri sono stati approvati con decisione
    della
  • Commissione europea n.287 del 14 aprile 2003.
  • Sono entrati in vigore il 1 maggio 2003.
  • Avranno validità 5 anni

I servizi offerti dai campeggi
  • I criteri sono stati approvati dal Regulatory
  • Committee del 29 settembre 2004.
  • Sono entrati in vigore a maggio 2005.

82
Il programma di sviluppo gli obiettivi
  • Sensibilizzazione ed informazione degli
    stakeholders
  • Incentivi per le imprese ecologiche
  • (inserimento nei bandi di gara di punteggi
    aggiuntivi per le aziende certificate Ecolabel)
  • (snellimento dei percorsi autorizzativi in
    materia ambientale per le aziende certificate
    Ecolabel)
  • Internazionalizzazione
  • (sviluppo del sistema Ecolabel nei paesi di
    recente entrati a far parte della CE)
  • Estensione della possibilità di certificazione a
    nuovi gruppi di prodotti/servizi

83
I SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALEIl
Regolamento (CE) n. 761/2001 sulladesione
volontaria delle organizzazioni ad un sistema
comunitario di ecogestione e audit.La norma
internazionale ISO 14001Sistemi di Gestione
Ambientale
84
Lattuazione di un Sistema di Gestione Ambientale
è una scelta volontaria delle organizzazioni che
può portare a importanti benefici in termini
di? maggiori opportunità di mercato? immagine
e rapporti con la popolazione e le
autorità? gestione tecnico/economica dei
problemi ambientali? minori costi per materie
prime ed energia? riduzione dei rischi di
sanzioni? prevenzione degli incidenti?
agevolazioni assicurative e legislative.
85
Gli strumenti utilizzabili dalle organizzazioni
per realizzare un Sistema di Gestione Ambientale
sono ? il Regolamento CE 761/2001, conosciuto
anche come EMAS II , ? la norma internazionale
ISO 14001. Il funzionamento di un sistema di
gestione ambientale si basa sul processo ciclico
e dinamico espresso dalla ruota di Deming
(plan-do-check-act), rappresentato dalla figura
che segue.
86
  • Le quattro fasi dellanalisi sono
  • Plan pianificare a fondo prima di agire
  • Do mettere in atto le azioni studiate
  • Check Verificare lesito delle azioni
  • Act Standardizzare se lesito è positivo

87
1. la fase PLAN parte dallanalisi e
valutazione degli impatti ambientali connessi
alle attività svolte in seguito lazienda
definisce una politica ambientale aziendale e
pianifica le azioni per raggiungere gli obiettivi
definiti nella politica ambientale 2. la fase
DO consiste nellattuazione e nella gestione
delle azioni pianificate secondo le tempistiche
definite dalla pianificazione
88
3. la fase CHECK prevede la verifica del
raggiungimento degli obiettivi prefissati e,
nellipotesi di insorgenza di difformità rispetto
a quanto stabilito dalla pianificazione,
ladozione di azioni correttive 4. la fase ACT
consiste nel riesame e nella revisione della
politica ambientale e/o della pianificazione e
nellanalisi delle difficoltà incontrate
nellintero processo. Proprio per questo il
modello descritto assume il carattere ciclico
necessario per garantire un requisito essenziale
insito sia nella norma ISO 14001 sia nel
regolamento EMAS il miglioramento continuo.
89
Il Regolamento (CE) n. 761/2001 sulladesione
volontaria delle organizzazioni ad un sistema
comunitario di ecogestione e audit.
90
LE FASI DI ATTUAZIONE DI EMAS
  • Lorganizzazione che intende aderire al
    Regolamento
  • EMAS è tenuta a svolgere una serie di attività e
  • precisamente
  • effettuare unanalisi ambientale iniziale,
  • definire e adottare un sistema di gestione
    ambientale,
  • effettuare un audit ambientale,
  • redigere una dichiarazione ambientale,
  • ottenere la verifica indipendente da parte di un
    verificatore EMAS,
  • registrare la dichiarazione presso lorganismo
    competente dello Stato membro.

91
Nellottica di accrescere i vantaggi per le
imprese che aderiscono a EMAS, il nuovo
Regolamento prevede anche ladozione di un
apposito logo EMAS utilizzabile dalle imprese per
far conoscere al pubblico la scelta ambientale
intrapresa, con modalità tali comunque da evitare
qualsiasi confusione con le etichette ambientali
di prodotto e in particolare con lEcolabel
europeo.
92
Gli organi di controllo di EMAS
  • Ai sensi del Regolamento n. 761/2001 ogni Stato
    membro designa un organismo competente
    responsabile della registrazione delle
    organizzazioni e avente il compito di fornire
    informazioni alle parti interessate.
  • In Italia il Comitato Ecolabel-Ecoaudit,
    istituito con il D.M. 413/1995, è lorganismo
    competente per lesecuzione dei compiti previsti
    dal Regolamento Ecolabel e dal Regolamento EMAS.

93
Il Comitato è articolato in due Sezioni (Ecolabel
e Emas Italia) che svolgono in autonomia i
compiti previsti dai regolamenti comunitari ed è
composto da rappresentanti dei Ministeri
dellambiente, dellindustria, della sanità e del
tesoro, che durano in carica tre anni. Il
Comitato si avvale del supporto tecnico di APAT
per lo svolgimento delle istruttorie tecniche
relative alla concessione del marchio Ecolabel e
alladesione al sistema EMAS.
94
LAgenzia per la protezione dellambiente e per i
servizi tecnici (APAT),svolge i compiti e le
attività tecnico scientifiche di interesse
nazionale per la protezione dellambiente, per la
tutela delle risorse idriche e della difesa del
suolo. APAT nasce dalla fusione tra lAgenzia
Nazionale per la Protezione dellAmbiente (ANPA)
ed il Dipartimento per iServizi tecnici nazionali
della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
95
LAPAT ha autonomia tecnico-scientifica e
finanziaria, ed è sottoposta ai poteri di
indirizzo e vigilanza del Ministero dellAmbiente
e della Tutela del Territorio ed al controllo
della Corte dei Conti. Nei settori di propria
competenza, lAPAT svolge attività di
collaborazione, consulenza, servizio e supporto
alle altre pubbliche Amministrazioni, definite
con apposite convenzioni.
96
LAPAT è integrata in un sistema a rete, il
Sistema delle Agenzie Ambientali, che conta
attualmente la presenza sul territorio nazionale
di 21 tra le Agenzie Regionali (ARPA) e
Provinciali (APPA) costituite con apposite Leggi
Regionali.
97
I vantaggi derivanti dalladesione al sistema
EMAS sono in parte correlati alla credibilità del
sistema stesso, dovuta a criteri di assoluto
rigore da parte di tutti i soggetti che operano
all'interno del medesimo sistema. La
principale agevolazione prevista dalla normativa
italiana è quella che riconosce alle imprese
registrate di sostituire la richiesta di rinnovo
dellautorizzazione allesercizio degli impianti
e delliscrizione allAlbo gestore rifiuti con
lautocertificazione. I rinnovi autocertificati
riguardano le leggi su aria, acqua, rifiuti e
Ippc (Integrated Prevention Pollution Control).
98
La trasparenza del sistema EMAS è infine
garantita dallimpegno pubblico che limpresa
assume nei confronti dellesterno attraverso la
dichiarazione ambientale, con la quale rende
disponibili al pubblico la propria politica, gli
obiettivi e i relativi programmi di
miglioramento, il sistema di gestione ed il
compendio dei dati significativi sulle
prestazioni ambientali.
99
Laffidabilità dei controlli e la destinazione
pubblica della dichiarazione ambientale fanno sì
che EMAS differisca rispetto alla norma ISO
14001, la quale non comportando l'obbligo della
Dichiarazione Ambientale, di una sua convalida da
parte di un Verificatore accreditato e di una
Registrazione ufficiale da parte dell'Organismo
nazionale competente in un elenco pubblico, non
garantisce lo stesso livello di credibilità e
trasparenza di EMAS.
100
REGOLAMENTO (CE) N. 761/2001sull'adesione
volontaria delle organizzazioni a un sistema
comunitario di ecogestione e audit (EMAS)
  • Definizioni (Art. 2)
  • Ai fini del presente regolamento si intende per
  • a) "politica ambientale" obiettivi e principi
    generali di azione di un'organizzazione rispetto
    all'ambiente, ivi compresa la conformità a tutte
    le pertinenti disposizioni regolamentari
    sull'ambiente e l'impegno a un miglioramento
    continuo delle prestazioni ambientali tale
    politica ambientale costituisce il quadro per
    fissare e riesaminare gli obiettivi e i target
    ambientali

101
b) "miglioramento continuo delle prestazioni
ambientali" processo di miglioramento, di anno
in anno, dei risultati misurabili del sistema di
gestione ambientale relativi alla gestione da
parte di un'organizzazione dei suoi aspetti
ambientali significativi in base alla sua
politica e ai suoi obiettivi e ai target
ambientali questo miglioramento dei risultati
non deve necessariamente verificarsi
simultaneamente in tutti i settori di
attivitàc) "prestazione ambientale" i
risultati della gestione degli aspetti ambientali
da parte dell'organizzazioned) "prevenzione
dell'inquinamento" impiego di processi,
pratiche, materiali o prodotti che evitano,
riducono o controllano l'inquinamento, tra cui
possono annoverarsi riciclaggio, trattamento,
modifiche dei processi, meccanismi di controllo,
uso efficiente delle risorse e sostituzione dei
materiali
102
e) "analisi ambientale" esauriente analisi
iniziale dei problemi, dell'impatto e delle
prestazioni ambientali connesse all'attività di
un'organizzazionef) "aspetto ambientale"
elemento delle attività, dei prodotti o dei
servizi di un'organizzazione che può interagire
con l'ambiente un aspetto ambientale
significativo è un aspetto ambientale che ha o
può avere un impatto ambientale significativo
g) "impatto ambientale" qualsiasi modifica
all'ambiente, positiva o negativa, derivante in
tutto o in parte dalle attività, dai prodotti o
dai servizi di un'organizzazione
103
h) "programma ambientale" descrizione delle
misure (responsabilità e mezzi) adottate o
previste per raggiungere obiettivi e target
ambientali e relative scadenzei) "obiettivo
ambientale" obiettivo ambientale complessivo,
conseguente alla politica ambientale, che
l'organizzazione si prefigge di raggiungere,
quantificato per quanto possibilej) "target
ambientale" requisito particolareggiato di
prestazione, quantificato per quanto possibile,
applicabile all'organizzazione o a parti di essa,
che deriva dagli obiettivi ambientali e deve
essere stabilito e raggiunto per conseguire gli
obiettivi medesimi
104
k) "sistema di gestione ambientale" parte del
sistema complessivo di gestione
comprendente la struttura organizzativa,
le attività di pianificazione, le responsabilità,
le pratiche, le procedure, i processi e le
risorse per sviluppare, mettere in atto,
realizzare, riesaminare e mantenere la politica
ambientalel) "audit ambientale" strumento
di gestione comprendente una valutazione
sistematica, documentata, periodica e obiettiva
delle prestazioni dell'organizzazione, del
sistema di gestione e dei processi
destinati a proteggere l'ambiente al fine di
i) facilitare il controllo gestionale dei
comportamenti che possono avere un
impatto sull'ambiente ii) valutare la
conformità alla politica ambientale compresi gli
obiettivi e le target ambientali
dell'organizzazionem) "ciclo di audit"
periodo in cui tutte le attività di una data
organizzazione sono sottoposte ad audit
105
n) "revisore" individuo o gruppo, appartenente
al personale dell'organizzazione o esterno ad
essa, che opera per conto della direzione
dell'organizzazione, dotato, individualmente o
collettivamente, delle competenze previste e
sufficientemente indipendente dall'attività che
controlla per esprimere un giudizio
obiettivoo) "dichiarazione ambientale" le
informazioni di cui all'allegato III, punto 3.2,
lettere da a) a g)p) "soggetto interessato"
individuo o gruppo, comprese le autorità,
interessato alle o dalle prestazioni ambientali
di un'organizzazione
106
q) "verificatore ambientale" qualsiasi persona o
organizzazione indipendente dalla organizzazione
oggetto di verifica che abbia ottenuto
l'accreditamento secondo le condizioni e le
procedure previster) "sistema di
accreditamento" sistema per l'accreditamento e
la sorveglianza dei verificatori ambientali,
gestito da una istituzione o organizzazione
imparziale designata o creata dallo Stato membro
(organismo di accreditamento), dotata di
competenze e risorse sufficienti e con procedure
adeguate per svolgere le funzioni assegnate dal
presente regolamento a tale sistema
107
s) "organizzazione" società, azienda, impresa,
autorità o istituzione, o parte o combinazione di
essi, con o senza personalità giuridica, pubblica
o privata, che ha amministrazione e funzioni
proprie. L'entità da registrare come
organizzazione ai sensi di EMAS è concordata con
il verificatore ambientale e, se del caso, con
gli organismi competenti tenendo conto degli
orientamenti della Commissione, ma non deve
superare i confini di uno Stato membro. La più
piccola entità da considerare corrisponde a un
sito. In circostanze eccezionali riconosciute
dalla Commissione l'entità da considerare per la
registrazione EMAS può essere inferiore a un
sito, come ad esempio, una suddivisione con
funzioni proprie.
108
t) "sito" tutto il terreno, in una zona
geografica precisa, sotto il controllo gestionale
di un'organizzazione che comprende attività,
prodotti e servizi. Esso include qualsiasi
infrastruttura, impianto e materialiu)
"organismi competenti" gli organismi nazionali,
regionali o locali, designati dagli Stati membri
a norma dell'articolo 5 per svolgere i compiti
indicati nel presente regolamento.
109
ALLEGATO I
A. REQUISITI DEL SISTEMA DI
GESTIONE
AMBIENTALEI-A. Requisiti del Sistema di
Gestione Ambientale I-A.1. Requisiti
generali I-A.2. Politica ambientale
I-A.3. Pianificazione
I-A.3.1. Aspetti ambientali I-A
3.2 Prescrizioni legali e altre
I-A.3.3. Obiettivi e traguardi
I-A.3.4. Programma/i di gestione ambientale
110
I-A.4. Attuazione e funzionamento I-A.4.1.
Struttura e responsabilitàI-A.4.2. Formazione,
sensibilizzazione e competenzeI-A.4.3.
ComunicazioneI-A.4.4. Documentazione del sistema
di gestione ambientaleI-A.4.5.
Controllo della documentazioneI-A.4.6. Controllo
operativoI-A.4.7. Preparazione alle emergenze e
rispostaI-A.5. Controlli e azioni
correttiveI-A.5.1. Sorveglianza e
misurazioniI-A.5.2. Non-conformità, azioni
correttive e preventiveI-A.5.3.
RegistrazioniI-A.5.4. Audit del sistema di
gestione ambientaleI-A.6. Riesame della
direzione
111
B. QUESTIONI CHE LE ORGANIZZAZIONI CHE
APPLICANO LEMAS DEVONO PRENDERE IN
CONSIDERAZIONE1. Conformità
giuridica2. Prestazioni3. Comunicazione e
relazioni esterne4. Partecipazione dei
dipendenti
112
ALLEGATO
III DICHIARAZIONE
AMBIENTALE3.1. IntroduzioneLa dichiarazione
ambientale serve a fornire al pubblico e ad altri
soggetti interessati informazioni sull'impatto e
sulle prestazioni ambientali dell'organizzazione
nonché sul continuo miglioramento della
prestazione ambientale . 3.2. Dichiarazione
ambientalePer la sua prima registrazione
un'organizzazione deve fornire informazioni
ambientali denominate la "dichiarazione
ambientale" che devono essere convalidate dal
verificatore ambientale. Le informazioni devono
essere presentate all'organismo competente dopo
la convalida e poi essere messe a disposizione
del pubblico. La dichiarazione ambientale
costituisce uno strumento di comunicazione e
dialogo con i soggetti interessati in materia di
prestazioni ambientali.
113
3.3. Criteri per relazionare sulle prestazioni
ambientaliI dati grezzi generati da un sistema
di gestione ambientale saranno usati in varie
maniere per mostrare le prestazioni ambientali di
un'organizzazione. A tal fine essa potrà
utilizzare i pertinenti indicatori di prestazioni
ambientali esistenti garantendo che quelli
sceltia) forniscano una valutazione accurata
delle prestazioni dell'organizzazione,b) siano
comprensibili e privi di ambiguità,c) consentano
un confronto da un anno all'altro al fine della
valutazione dell'andamento delle prestazioni
ambientali dell'organizzazione,d) consentano
confronti con risultati di riferimento a livello
settoriale, nazionale o regionale, come
opportuno,e) consentano eventualmente confronti
con requisiti normativi.
114
3.4. Aggiornamento costante delle informazioni a
disposizione del pubblicoL'organizzazione deve
aggiornare le informazioni e ogni modifica deve
essere convalidata ogni anno da un verificatore
ambientale . Dopo convalida, le modifiche devono
anche essere presentate all'organismo competente
e rese pubbliche.
115
3.5. Pubblicazione dell'informazioneLe
organizzazioni possono voler comunicare le
informazioni ottenute con il sistema di gestione
ambientale a diverse categorie ovvero a soggetti
interessati e usare soltanto determinate
informazioni della dichiarazione ambientale. Le
informazioni ambientali pubblicate da
un'organizzazione possono recare il logo EMAS, a
condizione che siano state convalidate da un
verificatore ambientale comea) precise e non
ingannevolib) giustificate e verificabilic)
pertinenti e usate in un contesto o in una
situazione opportunic) rappresentative delle
prestazioni ambientali complessive
dell'organizzazionee) informazioni che non si
prestano a interpretazioni scorrettef)
significative rispetto all'impatto ambientale
complessivo.
116
3.6. Messa a disposizione del pubblicoLe
informazioni che costituiscono la dichiarazione
ambientale per un'organizzazione e le
informazioni aggiornate devono essere messe a
disposizione del pubblico e di altri soggetti
interessati. La dichiarazione ambientale dovrà
essere resa accessibile al pubblico.
117
La norma internazionale ISO 14001
  • La norma ISO 14001 definisce i requisiti di un
    Sistema di Gestione Ambientale così da permettere
    ad una organizzazione di formulare una politica
    ambientale e di fissare degli obiettivi che
    tengano conto delle prescrizioni legislative e
    delle informazioni riguardanti gli aspetti
    ambientali significativi.
  • Si applica a quegli aspetti di politica
    ambientale che unorganizzazione è in grado di
    tenere sotto controllo o sui quali esercita la
    propria influenza.

118
La norma si può applicare a qualsiasi tipo di
organizzazione che intenda conseguire un
miglioramento degli impatti ambientali delle
proprie attività, pur non stabilendo alcun
criterio specifico di prestazione ambientale.
119
ISO ha pubblicato nel novembre 2004 la nuova
edizione della norma 14001 sui Sistemi di
Gestione Ambientale, i cui requisiti sono rimasti
in pratica invariati rispetto a quelli riportati
nella edizione precedente del 1996 e che sono
rappresentati dai seguenti principi.
120
? Politica Ambientale ? Pianificazione ?
Attuazione e Funzionamento ? Controllo e Azioni
correttive ? Riesame della direzione.
121
LE FASI DI ATTUAZIONE DI ISO 14001
  • Per ottenere la certificazione ISO 14001 la
    prima fase è quella della cosiddetta Analisi
    Ambientale Iniziale (solo consigliata),
    attraverso la quale lazienda si rende conto di
    quale è la distanza della propria organizzazione
    dalla implementazione di un Sistema di Gestione
    Ambientale e, fondamentale, quali sono gli
    aspetti e gli impatti ambientali significativi.

122
  • La modalità di attuazione dellAnalisi Ambientale
    Iniziale
  • deve comunque coprire le seguenti quattro aree
    principali
  • prescrizioni di leggi e di regolamenti, al fine
    di individuare la posizione aziendale nei
    confronti della legislazione
  • b) identificazione degli aspetti ambientali
    significativi
  • c) esame di tutte le procedure e le prassi
    esistenti in campo ambientale
  • d) valutazione dellesperienza derivante
    dallanalisi degli incidenti già verificatesi.

123
  • Il procedimento finalizzato ad individuare gli
    aspetti ambientali significativi deve considerare
    i seguenti fattori
  • - emissioni nellatmosfera
  • - scarichi nei corpi idrici
  • - gestione dei rifiuti
  • - contaminazione del suolo
  • - uso delle materie prime e delle risorse
    naturali
  • altri problemi locali e della comunità relativi
  • allambiente.

124
Le fasi successive sono rappresentate da ?
redazione della politica ambientale da parte
della direzione ? nomina del responsabile
gestione ambientale, che è auspicabile coincida
con il responsabile assicurazione qualità, se
presente in azienda ? redazione del manuale di
gestione ambientale e delle procedure oppure
integrazione nel manuale della qualità (manuale
di gestione integrata)
125
? attuazione della documentazione e conduzione
degli audit ambientali? riesame da parte
della direzione? certificazione di parte
terza? miglioramento continuo e sorveglianza
da parte dellente terzo.
126
Per quanto riguarda i tempi per lottenimento
della certificazione d
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