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1Un inclassificabile
Intervista del 1964 Alla domanda Quali sono gli
scrittori ... che più hanno influito su di
lei?, risponde Da ragazzo ero un lettore
insaziabile. A quattordici o quindici anni avevo
già letto o riletto tutto Tolstoj in russo, tutto
Shakespeare in inglese e tutto Flaubert in
francese oltre a centinaia di altri libri.
... ma non credo che un autore particolare
abbia avuto un influsso preciso su di
me Intervista del 1969, domanda simile Sono
del tutto indifferente nei confronti delle
correnti letterarie. Mi piace un certo numero di
libri, compresi alcuni dei miei, e questo è il
mio unico rapporto con la letteratura. ... Nei
miei scritti in russo ho fissato la mia propria
tradizione. Tecnicamente non mi sento debitore di
nessuno, in russo o in inglese. In un certo senso
io ho ereditato me stesso
2Russia (1899-1919)
- 23 aprile 1899 Nasce a Pietroburgo, in una
famiglia di tendenze liberali. Avrà due fratelli
e due sorelle minori
- Padre Vladimir Dmitrievich, è un famoso giurista
e un uomo politico di spicco - Madre Elena Ivanovna, proviene da una famiglia
nobile e agiata, donna dalla ricca sensibilità
artistica.
- Vladimir trascorre linfanzia tra San
Pietroburgo e la tenuta familiare di Vyra, a
circa 70 km a sud della città
3Russia (1899-1919)
- I cinque figli vengono educati da bambinaie
inglesi, e alletà di sei anni Vladimir sa già
leggere e scrivere in inglese, mentre non sa
quasi una parola di russo dalle bambinaie impara
anche il francese - Il padre assume un insegnante di una scuola
locale perché insegni al figlio la lingua
materna - Lui stesso si autodefinirà un normalissimo
bambino trilingue in una famiglia con una grande
biblioteca. - 1910 Inizia a frequentare la scuola Tenishev,
che è la più prestigiosa e costosa di
Pietroburgo - Verso i quindici anni incomincia i suoi primi
tentativi letterari, scrivendo poesie soprattutto
di argomento amoroso
4La Rivoluzione e lesilio (1917-19)
- Dopo la Rivoluzione dOttobre, il padre ottiene
un incarico nel governo provvisorio, ma poi viene
arrestato dai bolscevichi e imprigionato per
breve tempo - Dopo essere stato rilasciato, raggiunge la
famiglia che nel frattempo si è trasferita nella
tenuta di un amico vicino a Yalta, in Crimea,
dove i Nabokov rimangono per un anno e mezzo - Aprile 1919 i bolscevichi avanzano, conquistano
la Crimea, e la famiglia Nabokov deve fuggire
definitivamente dalla Russia si spostano a
Sebastopoli, e quindi si trasferiscono in
Inghilterra.
5Cambridge (1919-1922)
- La famiglia si stabilisce per un anno a Londra,
mentre Vladimir frequenta luniversità a
Cambridge - Studia letteratura russa e francese, e si laurea
nel 1922 - Nel frattempo continua a giocare a calcio,
scrive poesie in russo, e traduce in russo Alice
nel paese delle meraviglie.
6Berlino (1922-1937)
- 1922 Dopo la laurea, raggiunge la famiglia, che
nel frattempo si è trasferita a Berlino, una
delle capitali europee (insieme a Parigi) in cui
si è concentrata lemigrazione russa - Nabokov vi rimane per quindici anni,
frequentando quasi esclusivamente il mondo degli
esuli russi
- Il padre è direttore di una rivista
dellemigrazione russa, Rul (Il timone), - Su questa e altre riviste pubblica poesie,
articoli di critica letteraria, traduzioni
letterarie, racconti, testi teatrali li firma
con lo pseudonimo V. Sirin.
7Berlino (1922-1937)
- 1922 Il padre viene ucciso per sbaglio durante
una manifestazione politica da due attentatori di
estrema destra che volevano sparare a Pavel
Miliukov - La madre si trasferisce a Praga, dove ottiene
una pensione governativa e dove rimane fino alla
morte (1939)
- 15 aprile 1925 Sposa Véra Slonim, figlia di un
avvocato e uomo daffari di San Pietroburgo
conosciuta due anni prima - 10 maggio 1934 Nasce loro figlio Dmitri.
8Berlino (1922-1937)
- Gli anni berlinesi vedono la stesura dei primi
otto romanzi di Nabokov, scritti in russo, tra i
quali - Mashenka (Maria), 1926
- Korol', dama, valet (Re, donna, fante), 1928
- Otchayanie (Disperazione), 1934
- Dar (Il dono), 1937-38.
- I romanzi vengono accolti bene dal pubblico, ma
procurano scarsissimi guadagni e soprattutto
restano sostanzialmente sconosciuti al di fuori
della comunità russa di Berlino o di Parigi.
9Parigi (1937-1940)
- In seguito allavanzata del nazismo, Nabokov
incomincia a fare alcuni viaggi in giro per
lEuropa, durante i quali rinnova e intensifica i
suoi contatti con gli ambienti culturali
extraberlinesi - 1937 Si trasferisce con la famiglia in Francia,
dove trascorre tre anni - Qui, nel 1938-39, scrive il suo primo romanzo in
inglese, The Real Life of Sebastian Knight (La
vera vita di Sebastian Knight, pubblicato negli
Usa nel 1941)
10Stati Uniti (1940-1961)
- 1940 riesce a trasferirsi in America lascia
Parigi, e in maggio sbarca a New York (diventerà
cittadino americano nel 1945) - Allinizio lavora presso il Museo di storia
naturale - Collabora con il New Yorker e lavora a unopera
di critica letteraria su Gogol. - Una delle attività principali è linsegnamento,
grazie ad alcuni incarichi che ottiene presso
alcune università prestigiose - Estate 1941 Tiene un corso di scrittura creativa
alluniversità di Stanford, dove poi ottiene un
insegnamento stabile di letteratura comparata e
russo - Anni successivi Insegna ad Harvard, e
soprattutto a Cornell, dove - tra il 1948 e il
1959 tiene corsi di letteratura russa ed
europea (cfr. Lezioni di letteratura).
11Stati Uniti (1940-1961)
- Continua a scrivere in inglese e pubblica altri
romanzi, in particolare - Lolita (1955)
- Pnin (1957)
12Montreux (1961-1977)
- 1961 I Nabokov si trasferiscono a Montreux, sul
lago di Ginevra - Allinizio pensano che sia un trasferimento
temporaneo e si stabilistico al Montreux Palace
Hotel, dove invece rimangono fino alla morte
(Nabokov muore il 2 luglio 1977) - In questi anni continua a scrivere
- Traduce in inglese i suoi libri russi,
- spesso con la collaborazione del figlio
- Pale Fire (Fuoco Pallido), 1962
- Ada, 1969
13Un extraterritoriale
Da unintervista del 1965 Avevo cominciato a
scrivere in inglese, piuttosto sporadicamente,
qualche anno prima di emigrare in America, dove
arrivai nella nebbia color lilla di una mattina
di maggio, il 28 maggio 1940. Alla fine degli
anni Trenta, quando vivevo in Germania e in
Francia, avevo tradotto due dei miei libri russi
in inglese e avevo scritto il mio primo romanzo
direttamente in inglese, quello su Sebastian
Knight. Poi, in America, smisi del tutto di
scrivere nella mia madrelingua, se si esclude
qualche rara poesia . Il passaggio definitivo
dalla prosa russa alla prosa inglese è stato
quanto mai doloroso come imparare di nuovo a
maneggiare gli oggetti dopo aver perso sette o
otto dita in unesplosione.
14Un extraterritoriale
Postfazione a Lolita (12 nov. 1956) La mia
tragedia privata, che non può e non deve
riguardare nessun altro, è che ho dovuto
abbandonare il mio idioma naturale, la mia lingua
russa così ricca, così libera, così infinitamente
docile, per una marca di inglese di seconda
qualità, priva di tutti quegli apparati lo
specchio ingannatore, il fondale di velluto nero,
le tacite associazioni e tradizioni che
lillusionista indigeno, con le code del frac
svolazzanti, può magicamente usare per
trascendere a suo modo il retaggio dei
padri. George Steiner lo ha definito uno
scrittore extraterritoriale, quasi un emblema
dellartista contemporaneo, profugo e vagabondo
nella lingua Eccentrico, lontano, nostalgico,
... Nabokov rimane, in virtù della sua
extraterritorialità, uno dei principali portavoce
del nostro tempo.
15Genesi del Sebastian Knight
- Il libro viene scritto a Parigi nel 1938
- Intervista del 1967 Scrissi Sebastian Knight a
Parigi, nel 1938. Quellanno avevamo un
incantevole appartamento in rue de Saigon, fra
lEtoile e il Bois. Era formato da una bella
stanza spaziosa (che serviva da salotto, camera
da letto e stanza del bambino) con un cucinotto
da un lato e un grande bagno luminoso dallaltro.
Lalloggio aveva fatto la gioia di qualche
scapolo, ma non era adatto a una famiglia di tre
persone. Gli ospiti serali dovevamo intrattenerli
in cucina per non distrubare il sonno del mio
futuro traduttore. E la stanza da bagno si
sdoppiava per fungere da studio . - La stesura viene ultimata nel gennaio del 1939
- Il romanzo viene pubblicato in America nel 1941
(casa editrice James Laughlin)
16Genesi del Sebastian Knight
Dmitri Nabokov, Introduzione allOriginale di
Laura (2009) Trovò molto stimolante
abbandonare il suo russo ricco e sciolto per
una nuova lingua, non linglese domestico che
aveva condiviso con il padre anglofono, ma uno
strumento espressivo tanto arrendevole e poetico
quanto la lingua materna che egli padroneggiava
così magistralmente. La vera vita di Sebastian
Knight, il suo primo romanzo in lingua inglese,
gli costò infiniti dubbi e sofferenze nel momento
in cui rinunciava allamato russo, la più
morbida delle lingue Linglese di Sebastian
Knight, per quanto scorrevole e ricco di
sfumature, era pur sempre linglese di uno
straniero (57). Una lingua è una cosa viva e
concreta di cui non ci si libera tanto
facilmente (95)
17Nabokov, Lincontro (racconto del 1931)
Rivedeva Serafim, le spalle piene, cadenti,
le enormi galosce, le pozze nel giardino davanti
alla loro dacia, la morte dei genitori, l'inizio
della rivoluzione... Non erano mai stati
particolarmente uniti, neppure ai tempi della
scuola, ciascuno aveva i propri amici, anche gli
insegnanti erano diversi... Nell'estate del suo
diciassettesimo compleanno, Serafim aveva avuto
una storia alquanto squallida con una signora di
una dacia vicina alla loro, moglie di un
avvocato. Le grida isteriche dell'avvocato, i
pugni che erano volati, le vesti in disordine
della signora non più giovanissima dal muso di
gatta, che correva giù per il viale del giardino
e, in un punto imprecisato, in lontananza, lo
schianto ignominioso di un vetro mandato in
frantumi.
18Nabokov, Lincontro (racconto del 1931)
Un giorno, mentre nuotava nel fiume, Serafim
era stato sul punto di annegare... Erano quelli i
ricordi più vividi che aveva del fratello e, lo
sa Iddio, non erano un granché. A volte crediamo
di ricordare qualcuno con chiarezza e nei
particolari, poi andiamo a controllare e tutto si
rivela così vacuo, così misero, così
superficiale... una facciata illusoria, un falso
della memoria.
19Nabokov, Mademoiselle O. (racconto del 1939)
Ho notato spesso come, dopo aver elargito
ai personaggi dei miei romanzi qualche
particolare molto caro del mio passato, quello
stesso particolare andasse via via languendo nel
mondo artificiale in cui lo avevo così
bruscamente collocato. Pur indugiando ancora
nella mia mente, il suo intimo tepore, il suo
fascino retrospettivo svaniva e, da quel momento,
andava a identificarsi con il romanzo più
strettamente che con il me stesso di un tempo,
dove era parso così al sicuro dalle intrusioni
dell'artista. Si sono sgretolate case, nella mia
memoria, in quella stessa assenza di suoni che
accompagna i loro crolli nei film muti di una
volta e il ritratto della vecchia governante
francese, già da me prestato a un certo ragazzino
in un certo libro, scolora in fretta, inghiottito
nella descrizione di un'infanzia che non ha
niente a che vedere con la mia. Visto che l'uomo
si ribella al romanziere, ecco il mio disperato
tentativo di portare in salvo ciò che resta della
povera Mademoiselle.
20Lo scrittore come negromante
Giorgio Manganelli, Le parole inventate Le
parole sono in primo luogo suono e questo suono
costruisce, allucina, crea, disegna nellaria
delle immagini, delle strutture, non saprei come
definirle proprio perché sono allucinatorie,
oniriche, sono dei fantasmi. Ecco, lo scrittore è
un negromante proprio nel senso originario, è un
evocatore di morti, di larve. La larva come punto
terminale della ricerca dello scrittore
21La realtà
Nabokov, Lezioni di letteratura La realtà è
sempre relativa, perché ogni realtà data, la
finestra che vedete, gli odori che percepite, i
suoni che udite, dipende non soltanto dal rozzo
compromesso dei sensi, ma anche da differenti
livelli di informazione.
22La realtà
Nabokov, Intransigenze La realtà è una faccenda
molto soggettiva. Non saprei come definirla, se
non come una sorta di graduale accumulo di
informazioni e come specializzazione. Se
prendiamo un giglio, per esempio, o un qualsiasi
altro oggetto naturale, un giglio è più reale per
un naturalista che per una persona comune. Ma è
ancora più reale per un botanico. E si arriva a
un grado ancora più elevato di realtà se il
botanico è uno specialista di gigli. Possiamo,
per così dire, avvicinarci sempre più alla
realtà ma mai a sufficienza, perché la realtà è
una successione infinita di passi, di gradi di
percezione, di doppi fondi, ed è dunque
inestinguibile, irraggiungibile. Di un
particolare oggetto possiamo sapere sempre di
più, ma non potremo mai sapere tutto non cè
speranza. Così viviamo circondati di oggetti più
o meno illusori.
23La verità e il gioco degli scacchi
Philippe Sollers, Vladimir Nabokov
lincantatore La vera vita di Sebastian
Knight, uno dei suoi capolavori, ci mostra questa
passione poco nota (ma che Don Chisciotte ha
fatto emergere alla coscienza moderna) lo sforzo
costante di non arrivare alla verità.
24La verità e il gioco degli scacchi
- Knight
- Bishop
- St. Damier
- Marco Belpoliti, Cinque pezzi facili Per
Nabokov il romanzo è una scacchiera dove, mossa
dopo mossa, la partita volge inesorabilmente
verso la soluzione finale. Così nella Vera vita
di Sebastian Knight la mossa è quella del cavallo
(Knight negli scacchi è il pezzo del cavallo),
mossa laterale in cui il protagonista del
racconto, lo scrittore russo-inglese, sfugge di
continuo allo scrivente.
25La letteratura come menzogna
Nabokov, Lezioni di letteratura La finzione è
sempre finzione. Larte è sempre inganno. Il
mondo di Flaubert, come quello di tutti i grandi
scrittori, è un mondo fantastico con una propria
logica, proprie convenzioni e proprie
coincidenze. La letteratura non è nata il
giorno in cui un ragazzo, gridando al lupo al
lupo, uscì di corsa dalla valle di Neanderthal
con un gran lupo grigio alle calcagna è nata il
giorno in cui un ragazzo arrivò gridando al lupo
al lupo, e non cerano lupi dietro di lui. Non ha
molta importanza che il poverino, per aver
mentito troppo spesso, sia stato alla fine
divorato da un lupo. Limportante è che tra il
lupo del grande prato e il lupo della grande
frottola cè un magico intermediario questo
intermediario, questo prisma, è larte della
letteratura. / La letteratura è invenzione. La
finzione è finzione. Definire una storia una
storia vera è un insulto allarte e alla verità.
Ogni grande scrittore è un grande imbroglione.
26La letteratura come menzogna
George Steiner, Dopo Babele. Aspetti del
linguaggio e della traduzione (1975) Sono
convinto che non faremo molti progressi nel
comprendere levoluzione del linguaggio e i
rapporti tra parola e atto umano, finché
considereremo la falsità come fondamentalmente
negativa .... Il linguaggio è lo strumento
principale del rifiuto delluomo di accettare il
mondo comè. Senza tale rifiuto, senza
lininterrotta generazione da parte della mente
di anti-mondi ... noi saremmo imprigionati
per sempre nel presente. La realtà sarebbe ...
tutte le cose come stanno e niente di più.
Nostra è la capacità, lesigenza, di contraddire
o di dis-dire il mondo, di immaginarlo e di
parlarlo altrimenti.
27La letteratura come menzogna
Linguisti e psicologi (ad eccezione di
Nietzsche) non hanno fatto molto per esplorare la
classe onnipresente e molteplice delle menzogne.
... Riusciremo a vedere più a fondo quando ci
libereremo da una classificazione puramente
negativa della non-verità, quando riconosceremo
lurgenza di dire la cosa che non è come fatto
centrale del linguaggio e della mente. Dobbiamo
riuscire a cogliere che cosa intendeva Nietzsche
quando affermava che la Menzogna e non la
Verità è divina! (p. 270). Vi è un solo
mondo, afferma Nietzsche in Volontà di potere,
e tale mondo è falso, crudele, contraddittorio,
ingannevole, insensato. Ci servono le menzogne
per vincere questa realtà, questa verità, ci
servono le menzogne per vivere .... Tramite la
non-verità, luomo viola una realtà assurda,
limitante e la sua capacità di farlo è in ogni
momento artistica, creativa. ... Con le parole,
con i sogni, ci liberiamo dalla trappola
organica. ... Luomo vive e progredisce in
virtù della Menzogna Vitale.
28La letteratura come menzogna
Nabokov, Fuoco pallido La realtà non è né il
soggetto né loggetto della vera arte, la quale
crea la propria speciale realtà, una realtà senza
alcun rapporto con la realtà media percepita
dallocchio collettivo. Nabokov, Intervista del
1971 Da bambino, sembra che avessi delle
notevoli doti artistiche, e anzi, avevo
cominciato a dipingere. Il mio insegnante di
pittura, come prima cosa, mi ha detto adesso
siediti, e disegnami una cassetta delle lettere.
Naturalmente, avevo sempre visto cassette delle
lettere, ogni giorno. Ma al momento di disegnarne
una, di rappresentarla, mi sono accorto che non
ci riuscivo non la vedevo più. Sono uscito, e la
prima che ho visto mi sembrava tutta diversa da
come la ricordavo. La vedevo, cioè, con occhi
diversi. ... Gli occhi girano intorno alla
realtà, e praticamente sono loro che le dànno
forma.
29La letteratura come menzogna
Nabokov. Intervista del 1962 Non mi prefiggo
scopi sociali, né messaggi morali non ho idee
generali da sfruttare, mi piace semplicemente
comporre enigmi con soluzioni eleganti. Nabokov,
Intervista del 1964 Unopera darte non ha
nessunissima importanza per la società. È
importante solo per lindividuo, e a me importa
solo il singolo lettore. Me ne infischio del
gruppo, della comunità, delle masse, e via
dicendo. Anche se il motto larte per larte
non mi va a genio ... non cè dubbio che ciò
che salva unopera di narrativa dai bachi e dalla
ruggine non è la sua importanza sociale ma la sua
arte, soltanto larte.
30Metanarrazione e romanzo autocosciente
Brian Boyd, Vladimir Nabokov La vera vita di
Sebastian Knight è tra i romanzi di Nabokov
quello che più di tutti mette a nudo i propri
artifici, come la radiografia di un illusionista
effettuata nel momento in cui egli, con un
sorriso, si esibisce nei suoi trucchi.
31La mise en abyme
- Il lavoro del narratore V. si sviluppa
simultaneamente su tre livelli - Livello biografico Racconta la storia di
Sebastian Knight, in una sequenza cronologica che
va dal 31 dic. 1899 ai primi mesi del 1936. Il
protagonista è una terza persona Sebastian - Livello della ricerca biografica Racconta la
storia delle sue ricerche, su un piano temporale
più recente che inizia due mesi dopo la morte di
S. Il protagonista è il narratore stesso, che
narra le sue vicende in prima persona - Livello della scrittura Il narratore espone i
risultati delle sue ricerche (raccontando sia la
vita di Sebastian, sia le sue ricerche) in un
libro che prende forma a poco a poco
32La mise en abyme
Lucien Dällenbach, Il racconto speculare. Saggio
sulla mise en abyme (1977) Dal Diario di André
Gide Mi piace che in unopera darte si ritrovi
così trasferito, sulla scala dei personaggi, il
soggetto stesso di questopera. Nulla è più atto
a illuminarla e a stabilire con maggior sicurezza
tutte le proporzioni dellinsieme. Parimenti, in
certi quadri un piccolo specchio complesso
riflette, a sua volta, linterno in cui si svolge
la scena dipinta.
33La mise en abyme
Parimenti, in certi quadri un piccolo
specchio complesso riflette, a sua volta,
linterno in cui si svolge la scena dipinta.
Jan Van Eyck, Ritratto dei coniugi Arnolfini
(1434)
34La mise en abyme
Così nel quadro delle Meninas di Velázquez (ma
con una certa differenza).
Diego Velázquez, Las Meninas (1656)
35La mise en abyme
Lucien Dällenbach, Il racconto speculare Dal
Diario di André Gide Mi piace che in unopera
darte si ritrovi così trasferito, sulla scala
dei personaggi, il soggetto stesso di
questopera. Nulla è più atto a illuminarla e a
stabilire con maggior sicurezza tutte le
proporzioni dellinsieme. Parimenti, in certi
quadri un piccolo specchio complesso
riflette, a sua volta, linterno in cui si svolge
la scena dipinta. Così nel quadro delle Meninas
di Velázquez (ma con una certa differenza).
Finalmente, in letteratura, in Amleto, la scena
della commedia e altrove, in molte opere di
teatro. Nel Wilhelm Meister, le scene di
marionette o di festa al castello. Nel Crollo
della Casa Usher, la lettura che si fa a
Roderick, ecc. Nessuno di tali esempi è giusto
del tutto. Lo sarebbe molto di più il
paragone con quel procedimento dello stemma che
consiste nel metterne, entro il primo, un altro
en abyme.
36La mise en abyme
Lucien Dällenbach, Il racconto speculare 1)
organo di un ritorno dellopera su se stessa, la
mise en abyme appare come una modalità della
riflessione 2) la sua principale
caratteristica consiste nel far risaltare
lintelligibilità e la struttura formale
dellopera 3) evocata attraverso esempi presi
da campi diversi, essa costituisce una realtà
strutturale che non è appannaggio né della
narrazione letteraria né della sola letteratura
4) Essa deve la sua denominazione a un
procedimento araldico che Gide ha senza dubbio
scoperto nel 1891 (p. 12).
37La mise en abyme
Lucien Dällenbach, Il racconto speculare è
mise en abyme ogni inserto che intrattiene una
relazione di somiglianza con lopera che lo
contiene. Il termine di mise en abyme,
fin dal suo apparire, designa, in maniera
univoca, quello che alcuni autori chiamano
lopera nellopera o la duplicazione interna.
38La mise en abyme
Jorge Luis Borges, Magie parziali del Don
Chisciotte (in Altre inquisizioni, 1960)
Codesto giuoco di strane ambiguità culmina nella
seconda parte i protagonisti hanno letto la
prima, i protagonisti del Don Chisciotte sono,
allo stesso tempo, lettori del Don Chisciotte.
Qui è inevitabile il ricordo di Shakespeare, il
quale include nello scenario di Amleto un altro
scenario, dove si rappresenta una tragedia, che è
pressappoco la stessa di Amleto la
corrispondenza imperfetta dell'opera principale e
della secondaria diminuisce l'efficacia
dell'inclusione. Qualcosa di simile ha
operato il caso nelle Mille e una notte. E
nota la storia che dà origine alla serie il
desolato giuramento del re, che ogni sera si
sposa con una vergine che fa decapitare allalba,
e lingegnosa trovata di Shahrazad, che lo
distrae con racconti, finché sui due hanno girato
mille e una notti ed ella gli mostra il figlio
nato da lui.
39La mise en abyme
La necessità di finire le mille e una parti
obbligò i copisti a interpolazioni dogni tipo.
Nessuna ci turba quanto quella della notte DCII,
magica fra tutte. In quella notte il re ode dalla
bocca della regina la propria storia. Ode il
principio della storia, che comprende tutte le
altre, e anche in modo mostruoso se stessa.
Le invenzioni della filosofia non sono meno
fantastiche di quelle dellarte Josiah Royce,
nel primo volume dellopera The World and the
Individual (1899), ha formulato la seguente
Immaginiamo che una porzione del suolo
d'Inghilterra sia stata livellata perfettamente e
che in essa un cartografo tracci una mappa
d'Inghilterra. L'opera è perfetta non c'è un
particolare del suolo d'Inghilterra, per minimo
che sia, che non sia registrato nella mappa
tutto ha lì la sua corrispondenza. La mappa, in
tal caso, deve contenere una mappa della mappa,
che deve contenere una mappa della mappa della
mappa, e così all'infinito.
40La mise en abyme
Perché ci inquieta che Don Chisciotte sia
lettore del Don Chisciotte e Amleto spettatore
dell'Amleto? Credo di aver trovato la causa tali
inversioni suggeriscono che se i caratteri di una
finzione possono essere lettori e spettatori,
noi, loro lettori o spettatori, possiamo essere
fittizi. Nel 1833, Carlyle osservò che la storia
universale è un infinito libro sacro che tutti
gli uomini scrivono e leggono e cercano di
capire, e nel quale sono scritti anch'essi.
41La mise en abyme
Lucien Dällenbach, Il racconto speculare Il
termine mise en abyme mira a raggruppare un
insieme di realtà distinte. Queste ultime si
riducono a tre figure essenziali che sono la
duplicazione semplice (frammento che intrattiene
con lopera che lo include un rapporto di
similitudine), la duplicazione allinfinito
(frammento che intrattiene con lopera che lo
include un rapporto di similitudine e che include
anchesso un frammento che e così di seguito) e
la duplicazione aporistica o paradossale
(frammento che presumibilmente include lopera
che lo include).
42La mise en abyme
Lucien Dällenbach, Il racconto speculare
Analizza le tecniche con cui viene suggerita
unidentità tra lopera nel suo complesso e la
riproduzione speculare di essa In che modo
tale identità può essere postulata? Ci sembra che
due dispositivi consentano la pseudo-identificazio
ne. Il primo consiste nelliniettare nella
diegesi il titolo del libro stesso (a) o
unespressione equivalente (b) il secondo, nel
fare in modo che il libro sia incluso in una
sequenza riflessiva che si sostituisce a esso
(c).
43Il paradosso della scrittura di Nabokov
Marco Belpoliti, Cinque pezzi facili tutto è
lì, davanti agli occhi di chi legge,
tridimensionale, ma al tempo stesso non cè, è un
inganno, un magnifico imbroglio del
linguaggio. Nabokov, Intervista del 1964 non
si legge il libro di un artista con il cuore (il
cuore è un lettore singolarmente stupido) e
neppure con il solo cervello, ma con il cervello
e la spina dorsale. Signore e signori, è il
brivido alla spina dorsale a rivelarvi davvero
ciò che lautore provava e voleva farvi
provare. Nabokov, Lezioni di letteratura Un
lettore accorto legge il libro di un genio non
con il cuore, e neanche tanto con il cervello, ma
con la sua spina dorsale. È lì che si manifesta
quel formicolio rivelatore, anche se leggendo
dobbiamo rimanere un po distanti, un po
distaccati. Allora, con un piacere insieme
sensuale e intellettuale, guarderemo lartista
costruire il suo castello di carte e il castello
di carte diventare un bel castello dacciaio e di
vetro.