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Diapositiva 1

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... Compiti di polizia militare e personale inserito negli staff dei Comandi nazionali ed internazionali. - INTERFET (International Force in Eastern Timor), ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Diapositiva 1


1
ONU - Organizzazione delle Nazioni Unite
Organizzazione internazionale, con sede a New
York, costituita fra gli Stati che hanno
accettato di adempiere agli obblighi stabiliti
dallo Statuto (o Carta) delle Nazioni Unite,
sottoscritto nella conferenza di San Francisco il
26 giugno 1945 dalle delegazioni di cinquanta
Stati, entrato in vigore il 24 ottobre 1945, al
fine di salvaguardare la pace e la sicurezza
mondiali e di istituire tra le nazioni una
cooperazione economica, sociale e culturale.
L'ONU si rifà a una precedente esperienza, la
Società delle Nazioni, che ne costituì la base
storica.
Fanno parte dell'ONU quasi tutti gli Stati del
mondo (lItalia dal 1955), eccetto Kiribati,
Svizzera, Nauru, Tonga, Vaticano, Taiwan
(estromessa nel 1971 con l'ingresso
nell'organizzazione della Repubblica Popolare
Cinese), la Iugoslavia (domanda presentata nel
1992) e gli ultimi territori coloniali. All'ONU
fanno capo FAO, UNESCO, FMI, OMS, Banca Mondiale
inoltre il Consiglio di sicurezza può disporre di
truppe militari (caschi blu).
2
Carta delle Nazioni Unite
  • Firmata da 51 membri originari ed adottata per
    acclamazione a S. Francisco il 26 giugno 1945
  • Entrata in vigore con il deposito del
    ventinovesimo strumento di ratifica il 24 ottobre
    1945
  • Ratificata dall'ltalia - membro delle N.U. dal
    1955 - con L 848/957 in Suppl. Ord. G.U. n.
    238/957 (testo ufficiale francese) Pubblicazioni

Lo Statuto (preambolo, 19 capitoli, 110 articoli)
pone i principi fondamentali cui deve essere
sempre improntata l'attività dell'organizzazione,
e cioè la difesa della dignità e del valore
della persona umana, dell'uguaglianza dei diritti
degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi
e piccole il mantenimento del rispetto per le
obbligazioni derivanti dai trattati e dalle altre
fonti del diritto internazionale l'impegno a
promuovere il progresso sociale e più elevati
tenori di vita in una più ampia libertà generale
e mediante la creazione di appositi organi capaci
di stimolare l'avanzamento morale e materiale dei
popoli.
3
Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare
le future generazioni dal flagello della guerra,
che per due volte nel corso di questa generazione
ha portato indicibili afflizioni allumanità, a
riaffermare la fede nei diritti fondamentali
delluomo, nella dignità e nel valore della
persona umana, nella eguaglianza dei diritti
degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi
e piccole, a creare le condizioni in cui la
giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti
dai trattati e dalle altri fonti del diritto
internazionale possano essere mantenuti, a
promuovere il progresso sociale ed un più elevato
tenore di vita in una più ampia libertà, e per
tali fini a praticare la tolleranza ed a vivere
in pace luno con laltro in rapporti di buon
vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere
la pace e la sicurezza internazionale, ad
assicurare, mediante laccettazione di principi e
listituzione di sistemi, che la forza delle armi
non sarà usata, salvo che nellinteresse comune,
ad impiegare strumenti internazionali per
promuovere il progresso economico e sociale di
tutti i popoli, abbiamo risoluto di unire i
nostri sforzi per il raggiungimento di tali
fini. In conseguenza, i nostri rispettivi
Governi, per mezzo dei loro rappresentanti
riuniti nella città di San Francisco e muniti di
pieni poteri riconosciuti in buona e debita
forma, hanno concordato il presente Statuto delle
Nazioni Unite ed istituiscono con ciò
unorganizzazione internazionale che sarà
denominata le Nazioni Unite.
4
Articolo 24 1. Al fine di assicurare unazione
pronta ed efficace da parte delle Nazioni Unite,
i Membri conferiscono al Consiglio di Sicurezza
la responsabilità principale del mantenimento
della pace e della sicurezza internazionale, e
riconoscono che il Consiglio di Sicurezza,
nelladempiere i suoi compiti inerenti a tale
responsabilità, agisce in loro nome. 2.
Nelladempimento di questi compiti il Consiglio
di Sicurezza agisce in conformità ai fini ed ai
principi delle Nazioni Unite. I poteri specifici
attribuiti al Consiglio di Sicurezza per
ladempimento di tali compiti sono indicati nei
Capitoli VI, VII, VIII e XII. 3. Il Consiglio di
Sicurezza sottopone relazioni annuali e, quando
sia necessario, relazioni speciali allesame
dellAssemblea Generale.
Quindi solo il Consiglio di Sicurezza ha la
responsabilità primaria del mantenimento della
pace e della sicurezza internazionale, con la
possibilità di usare la forza per raggiungere gli
obbiettivi.
5
Le missioni di mantenimento della pace nel
diritto internazionale sono un sistema di
garanzie giuridico-militari sviluppatosi
recentemente ex art. 24 Statuto delle Nazioni
Unite, solo il Consiglio di Sicurezza ha la
responsabilità primaria del mantenimento della
pace e della sicurezza internazionale, con la
possibilità di usare la forza per raggiungere gli
obbiettivi.
  • Capitolo VI Soluzione pacifica delle
    controversie
  • Capitolo VII Azione rispetto alle minacce alla
    pace, alle violazioni della pace ed agli atti di
    aggressione disciplina le modalità degli
    interventi coercitivi, attraverso i reparti
    militari che dal Consiglio ricevono gli ordini
    per operare
  • Capitolo VIII Accordi regionali ha previsto la
    possibilità di una autorizzazione ad uno o più
    Stati membri, o ad organizzazioni regionali, a
    intervenire usando la forza per il mantenimento e
    il ripristino della pace

6
La Società delle Nazioni, che ebbe vita tra la
prima e la seconda guerra mondiale, aveva la
possibilità di imporre le proprie decisioni agli
Stati membri solo tramite sanzioni, ma senza una
possibilità coercitiva (in questo modo non riuscì
a salvare la pace). Non vi è un esercito
permanente del Consiglio di Sicurezza, ma di
volta in volta, tramite accordi bilaterali tra
gli Stati membri e l'Organizzazione, vengono
messe a disposizione truppe per costituire una
forza multinazionale, in grado di garantire
l'efficacia delle risoluzioni prese. La NATO,
organizzazione regionale di difesa, nei primi
anni 90 ha ridefinito i suoi compiti
nell'elaborazione della sua nuova linea
strategica compiti tra i quali è da notare la
gestione delle crisi per la prevenzione dei
conflitti e il mantenimento della capacità di
deterrenza, in un totale processo di revisione,
imposto anch'esso dalla fine dell'antagonismo tra
Est e Ovest.
Le Nazioni Unite, prendendo coscienza di alcuni
fallimenti dei propri interventi (quali quello
UNOSOM in Somalia, o quello nei Balcani), hanno
delegato un certo numero di missioni di
mantenimento e imposizione della pace in sede
regionale alla NATO, riservandosi un ruolo più
deciso per la costruzione della pace a livello
sociale e umanitario.
7
Dopo il 1989 l'ONU è tornata ad avere un ruolo
importante nella politica globale il ritrovato
accordo fra i cinque grandi (USA, Russia, Cina,
Gran Bretagna e Francia) e una diversa stagione
dei rapporti multilaterali a livello mondiale, ha
portato alla piena applicazione delle
disposizioni ai Capitoli VI, VII e VIII. Non
sempre queste regole sono state osservate,
soprattutto all'interno dei singoli Stati, ma la
comunità internazionale ha cercato e cerca di
vegliare sull'applicazione dei diritti umani, e
nella maggior parte dei casi gli interventi hanno
avuto risultati positivi.
Se dal 1945 al 1988 erano state organizzate 13
missioni, dal 1988 al 1993 esse sono state ben
20 dal 1993 sono aumentate in modo esponenziale,
differenziandosi sempre di più per obbiettivi,
strategie e modalità operative.
8
Dal 1989 le nuove operazioni
  1. si avvalgono sempre più spesso di una componente
    civile, anche con gli strumenti di quella
    "diplomazia preventiva" che cerca di evitare i
    conflitti incidendo in primis sulle realtà
    politico-sociali che spesso ne sono la prima
    scintilla

2. si è cercato di mantenere la pace con
operazioni militari di
  • peace-making prevenzione
  • peace-keeping eliminazione dei conflitti
  • peace-enforcing imposizione della pace
    (operazioni difficili e delicate, che vedono
    impegnate le forze militari anche in possibili
    scontri e combattimenti)
  • peace-building operazioni fatte dopo il
    ristabilimento della pace, affinché questa sia
    duratura e per evitare che sorgano nuovi elementi
    economici o politici tali da distruggere quanto
    raggiunto faticosamente dalla comunità
    internazionale (si concretano normalmente in
    aiuti finanziari internazionali e in una
    assistenza di cooperazione tecnica).

9
Peace support operation (PSO)
Questi tre termini, comunemente impropriamente
riuniti sotto le diciture "Peacekeeping" e
"Missione di Pace, identificano in realtà tre
condotte differenti, applicabili in contesti
diversi e, spesso utilizzate in modo combinato
per raggiungere in tempi più brevi e con
risultati migliori la pacificazione dell'area
coinvolta. Le definizioni classiche sono
  • Peace-keeping intervento delle Nazioni Unite
    (NU), con il consenso delle Potenze in conflitto,
    al fine di inviare una forza di interposizione,
    imparziale, ed autorizzata alluso della forza
    solo per azioni di autodifesa. Viene attuato dopo
    il cessate il fuoco, per il controllo delle
    fasi di non ostilità
  • Peace-enforcement su decisione del Consiglio di
    Sicurezza delle NU, falliti i tentativi pacifici
    di negoziazione, possono essere effettuati
    interventi militari mirati contro una delle Parti
    in conflitto, al fine di far cessare le ostilità
  • Peace-building l'insieme di tutte le attività di
    negoziazione e mediazione effettuate al fine di
    conciliare le Parti. Può sussistere la
    costituzione di un arbitrato o l'intervento di
    organizzazioni internazionali.

10
(No Transcript)
11
La conflict resolution
Insieme tecniche di pacificazione, che hanno
subito un radicale cambiamento dalla Guerra
Fredda, mutando e giungendo a considerare
l'impiego di più tecniche di pacificazione, per
adattarsi alle nuove tipologie di conflitto.
Possiamo identificarne 3 generazioni
Tipo di conflitto armato Obiettivo Misure adottate Finalità delle misure
Generazione I (Guerra Fredda) Internazionale Tregua o cessate il fuoco (non si cerca una soluzione globale definitiva) Istituzione di zone smilitarizzate (DMZ), controllo dei confini Verificare l'applicazione di progetti rivolti al controllo o alla risoluzione del conflitto
Generazione II (post Guerra Fredda) Internazionale e nazionale Trattato di pace Supervisione del cessate il fuoco, aiuti umanitari, assistenza alla ricostruzione, rimpatrio dei rifugiati, reinserimento degli ex-combattenti, tutela dei diritti umani Favorire l'implementazione di accordi di pace e controllare il compimento del processo di pacificazione utilizzando operazioni di peace-keeping e peace-building.
Generazione III (metà anni '90) Interni accompagnati a massicce violazioni dei diritti umani, conflitti aperti e generalizzati Situazione di pace, ristabilire le strutture statali Delegazione dell'intervento a coalizioni di nazioni (esempio NATO). Peace Enforcement affiancato a peace-building, per arrivare ad un'azione umanitaria militarmente protetta, alla costituzione di un'amministrazione transitoria, alla tutela dei beni culturali e alla costituzione di gruppi di supporto psicologico per la popolazione Le operazioni per la risoluzione dei conflitti sono tutt'ora in evoluzione, poiché sono in via di studio strategie per affrontare il continuo sviluppo delle tipologie di conflitto.
12
Politica estera del Governo italiano
  • Il Governo italiano ha sempre appoggiato il ruolo
    delle Nazioni Unite
  • accettandone e favorendone le misure
  • avendo una più forte presenza a livello
    regionale, nel quadro della NATO
  • avvallando e spingendo il processo di
    integrazione in Europa, soprattutto approvando
    anche la formazione di una forza militare europea.

Strumenti per lattuazione della politica estera
italiana di partecipazione allo sforzo
internazionale di sicurezza collettiva sono state
le FF.AA., il Corpo della Guardia di Finanza e,
dopo il 1997, anche la Polizia di Stato.
Lo Stato Maggiore della Difesa
L'impegno dello SMD, nella sua linea di indirizzo
e coordinamento a tutti i livelli, è notevole e
incisivo, anche per affermare la professionalità
dei militari italiani e ottenere la dovuta
visibilità con incarichi di alto profilo, che
consentano il migliore adempimento del mandato
ricevuto.
I Carabinieri hanno sempre partecipato, integrati
nei vari contingenti delle Forze Armate, a
missioni "fuori area", come arma combattente e/o
con compiti di polizia militare.
13
Dal 1885 ad oggi la proiezione internazionale
dellArma dei Carabinieri si è molto sviluppata
nel nuovo quadro storico delle missioni a
supporto della pace, organizzate dalle comunità
internazionali, Nazioni Unite o Organizzazioni
regionali, per dare una risposta concreta alle
richieste di sicurezza collettiva.

Il primo contingente di Carabinieri in missione
all'estero fece parte del Corpo di Spedizione
sardo in Crimea (1855-1856) integrato come forza
armata, ebbe poi compiti di polizia civile e
militare.
Nel 1880 il Sultano di Raheita eritreo accettò
linstaurazione di un protettorato italiano nel
porto di Assab dove la Compagnia di Navigazione
Rubattino aveva stabilito una piccola stazione
commerciale. Proclamata la sovranità italiana su
quel porto, venne costituita ad Assab (1883), una
Stazione dei Carabinieri Reali per tutelare la
sicurezza dei connazionali trasferiti e l'ordine
interno.
14
DLgs n. 297/2000 (Riordino dell'Arma dei
Carabinieri)
  • Stabilisce che i compiti militari dellArma sono
  • difesa della Patria
  • salvaguardia delle Istituzioni
  • tutela del bene della collettività nazionale.
  • In particolare
  • art. 5 co.1.b partecipazione ad operazioni
    militari in Italia e all'estero
  • art. 6 disciplina le funzioni di polizia
    militare
  • art. 11 attribuisce la responsabilità per la
    sicurezza delle rappresentanze diplomatiche,
    consolari e degli uffici degli addetti militari
    all'estero.

Con l'aumento degli interventi umanitari, anche
l'impegno dell'Arma si è sempre più sviluppato
nel settore dell'assistenza e della
ricostituzione di polizie locali (obbiettivo
prioritario per poter rifondare le istituzioni di
uno Stato e mantenerle, in concorso con un
sistema giudiziario funzionante e un apparato per
l'ordine pubblico e la sicurezza
professionalmente preparato).
15
Organigramma
16
Multinational Specialized Unit (MSU)
Dei circa 1.000 Carabinieri attualmente
all'estero (su 113.000 unità complessive), 624
sono impegnati nelle MSU (Multinational
Specialized Units) unità a livello di reggimento
presenti in zona d'operazioni, ideate, progettate
e organizzate interamente dall'Arma, che ne ha il
Comando fin dalla loro prima costituzione. Una
svolta decisiva nell'economia delle missioni di
supporto alla pace.
Le MSU sono caratterizzate da elevata mobilità,
da spiccate capacità professionali e strumenti
operativi, ordinativi e organizzativi per il
controllo del territorio e dell'ordine pubblico,
per la gestione dei momenti di crisi in cui sono
coinvolte le popolazioni civili, per la garanzia
della sicurezza ove operano le forze di pace, ha
portato alla costituzione di una formazione
assolutamente nuova e vincente alla prova degli
avvenimenti, nel quadro delle attività di
supporto alla pace. Tra gli elementi più
significativi delle MSU si collocano certamente
la raccolta delle informazioni e l'aspetto
investigativo intelligence correctly collected
and used (informazione correttamente collazionata
e usata) al servizio del ripristino della
democrazia e non per contrastarla.
17
Multinational Specialized Unit (MSU)
18
Integrated Police Unit (IPU)
A livello internazionale la specificità di queste
Unità è sempre più apprezzata, dando ulteriore
rilievo all'immagine dell'Italia all'estero,
anche nel quadro delle IPU che si stanno
costituendo a livello europeo, con il contributo
richiesto e apprezzato dell'Arma dei Carabinieri.
La dottrina dell'UE per l'impiego di componenti
di polizia prevede due principali scenari il
consolidamento o la sostituzione della polizia
locale. Le IPU (Integrated Police Units) possono
essere impiegate sotto altri scenari in linea con
i seguenti concetti durante la fase iniziale le
IPU saranno impiegate nelle AOR assegnate, con la
generica responsabilità dell'area di competenza,
mentre nella fase di stabilizzazione avranno
responsabilità funzionali.
Il successo professionale è stato coronato con
l'attribuzione ad Ufficiali dellArma di
importanti incarichi a livello internazionale ed
in posti decisionali dal punto di vista
concettuale e operativo, come ad esempio presso
il Dipartimento per le Operazioni di Mantenimento
della Pace delle Nazioni Unite (DPKO) a New York,
o in Cellule di Pianificazione presso gli
organismi internazionali, o in funzione di
collegamento tra diverse Organizzazioni.
19
Integrated Police Unit (IPU)
20
CoESPU (Centro di Eccellenza per le Stability
Police Units)
Istituito il 1 marzo 2005, a Vicenza, nella
Caserma "Gen. A. Chinotto, trae origine da
un'iniziativa italiana, sostenuta dai Paesi del
G8 durante il summit tenutosi nel 2004 a Sea
Island (USA), ove è stato formalmente adottato un
piano d'azione denominato "Espansione della
capacità Globale nelle Operazioni per il supporto
della Pace" che mira ad aumentare la capacità
globale di sostegno alle PSO, particolarmente nei
paesi africani.
Il G-8 Action Plan prevede di addestrare entro il
2010, circa 75.000 "peacekeeper" internazionali
si è considerata l'opportunità che il 10 di
questi (circa 7.500) sia composto da forze di
polizia "tipo-Carabinieri/Gendarmeria" (forze di
polizia a status militare), specializzate nella
gestione della transizione da una situazione di
post-crisi ad un contesto più stabile per la
ricostruzione. Sarà necessario promuovere la
creazione di forze tipo Carabinieri/Gendarmeria,
preparate per un dispiegamento rapido,
logisticamente indipendenti, in grado di
interoperare con componenti militari e con la
capacità di stabilire una forte presenza di
polizia in ambienti ostili.
21
Civil Military Cooperation (CIMIC)
Scopo principale della CIMIC è contribuire al
raggiungimento degli obiettivi civili in tutti i
campi (giustizia, cultura, economia, sociale,
sicurezza,) al fine di favorire la ricostruzione
del tessuto socio-economico nell'area di
crisi. Essa fa parte integrante di tutti i
processi di gestione delle crisi ed il suo ruolo
è soprattutto significativo durante le fasi
iniziali, quando le Organizzazioni Civili non
sono ancora in grado di soddisfare le molteplici
esigenze delle popolazioni e delle Istituzioni
locali e regionali. Costituisce dunque
l'interfaccia tra l'ambiente civile e la
componente militare nel teatro di Operazione
principalmente attraverso l'espletamento di
delicate funzioni di collegamento tra le due
citate componenti e di sostegno concreto alla
popolazione.
22
Le missioni operative fuori area (1)
LArma dei Carabinieri, che vanta una tradizione
di partecipazione ad interventi umanitari e di
supporto alla pace all'estero risalente al 1855,
ha preso attivamente parte al rinnovato processo
di evoluzione di tali operazioni intervenendo,
nella sua duplice veste di forza militare e di
polizia, nelle più significative esperienze
condotte sotto egida ONU, NATO, OSCE o in forza
di accordi multinazionali. Ai tradizionali
impegni di natura squisitamente militare e di
polizia militare a fianco delle altre FF.AA., si
sono aggiunti quelli di osservazione sul rispetto
dei diritti umani, di assistenza e consulenza per
la ricostruzione delle forze di polizia e,
infine, di imposizione della legge e dell'ordine.
In tale ultimo settore d'intervento, assume
significativa rilevanza il contributo assicurato
dallArma con i Reggimenti MSU operanti nei
Balcani nell'ambito delle missioni NATO, la cui
origine risiede nella necessità di colmare il
security gap (area grigia tra la missione
militare, le cui truppe non sono equipaggiate né
addestrate per gestire problematiche di ordine e
sicurezza pubblica, e le forze di polizia civile,
ONU o locali, che sovente non sono in grado o non
intendono intervenire in operazioni di OP).
23
Le missioni operative fuori area (2)
La capacità di intervento in differenti scenari,
combinata con la caratteristica di possedere
perfetta interoperabilità con le altre forze
militari, fa delle MSU uno strumento non solo
utilizzabile in ambito NATO ma anche nel contesto
delle future operazioni dell'Unione Europea.
Sulla base delle esperienze maturate dall'Arma
dei Carabinieri con i Reggimenti MSU, infatti, la
UE ha approvato la linea di istituire proprie
IPU, a schieramento rapido, flessibili ed
interoperabili con lo strumento militare, da
impiegare negli stessi scenari operativi delle
MSU per l'assolvimento dei "compiti di
Petersberg" (dal luogo in cui, nel giugno 1992,
si è tenuto il Consiglio della UE che li ha
definiti. Si tratta di compiti umanitari e di
soccorso, di attività di mantenimento della pace
e di missioni di unità di combattimento nella
gestione di crisi, ivi comprese le missioni tese
al ristabilimento della pace).
Sono qui di seguito riassunte le principali
missioni cui l'Arma ha dato il proprio contributo
nell'ultimo decennio.
24
Missioni ONU, UE, OSCE o conseguenti ad accordi
multinazionali o bilaterali
- ONUSAL (United Nations Operation in Salvador)
dal 7 agosto 1991 al 30 aprile 1995 - MINUGUA
(United Nations Verification Mission in
Guatemala) dal 27 luglio 1995 al 31 dicembre
2001 10 militari per la verifica del rispetto
degli accordi di pace sottoscritti dai Governi di
Salvador e Guatemala ed i movimenti guerriglieri
di opposizione nonché per la tutela dei diritti
umani delle popolazioni locali. - UNTAC (United
Nations Transitional Authorithy in Cambodja) dal
luglio 1992 al luglio dell'anno successivo. 80
militari con compiti di controllo del territorio
ed assistenza della popolazione, supervisione
dell'operato della polizia cambogiana con facoltà
di eseguire indagini autonome, nonché vigilanza
sul libero svolgimento delle consultazioni
elettorali. - UEOPOL (Paesi UEO) nel 1994 - IPTF
(International Police Task Force), sostituita dal
1 gennaio 2003 da EUPM (European Union Police
Mission) dellUE L'Arma ha partecipato al
contingente di polizia finalizzato a fornire
assistenza ed alla riorganizzazione delle locali
forze di polizia croata e musulmana nell'area di
Mostar e quindi in tutta la Bosnia
25
Missioni ONU, UE, OSCE o conseguenti ad accordi
multinazionali o bilaterali
- KVM (Kosovo Verification Mission), dal 1998 al
1999 Verificare il rispetto della cessazione
delle ostilità e il mantenimento del cessate il
fuoco, favorendo nel contempo, la soluzione dei
problemi con mezzi politici, il rientro dei
rifugiati nelle proprie abitazioni ed il libero
accesso alle organizzazioni umanitarie. - MAPE
(Multinational Advisory Police Element) in
Albania L'Arma, nell'ambito della Forza
Multinazionale di Protezione, ha contribuito ad
assicurare la cornice di sicurezza per favorire
le libere elezioni e la protezione agli
osservatori dell'OSCE nella predisposizione dei
seggi, delle operazioni di voto e degli
scrutini. - iniziativa del Ministero
dell'Interno italiano, dal novembre 1997 al
dicembre 2001 Assistenza alla polizia albanese
nelle attività di consulenza, riorganizzazione e
sviluppo della collaborazione tra i due paesi
nella lotta alla criminalità ed all'immigrazione
clandestina. Le autorità politiche albanesi
hanno individuato nell'Arma dei Carabinieri il
modello organizzativo di riferimento per
l'istituzione di un nuovo corpo di polizia, la
Guardia dello Stato Albanese, che comporterà
specifiche ed ulteriori iniziative di assistenza
e consulenza.
26
Missioni ONU, UE, OSCE o conseguenti ad accordi
multinazionali o bilaterali
- TIPH (Temporary International Presence Hebron)
da gennaio 1996 Circa l'apporto dell'Arma in
Palestina, 17 Carabinieri hanno il compito di
supervisionare l'applicazione dell'accordo
firmato da Israele e l'OLP, favorendo così il
delicato e difficile processo di pace
arabo-israeliano. In particolare, ai militari
sono stati devoluti compiti di pattugliamento ed
osservazione delle violazioni dei fondamentali
diritti.
- UNIFIL (United Nations Interim Force in
Lebanon) dal 28 settembre 1988 L'Arma partecipa
alla missione con compiti di polizia militare
internazionale. Attualmente sono presenti in
Libano, a Naqura, due unità, inquadrate nel
Reparto Polizia Militare Multinazionale
27
Missioni ONU, UE, OSCE o conseguenti ad accordi
multinazionali o bilaterali
- ONUMOZ (United Nations Operation in Mozambique)
dai primi anni 90 - UNOSOM (United Nations
Operation in Somalia) dai primi anni 90 - UNMEE
(United Nations Mission in Etiopia and Eritrea),
da novembre 2000 Compiti di polizia militare e
personale inserito negli staff dei Comandi
nazionali ed internazionali. - INTERFET
(International Force in Eastern Timor), da
settembre 1999 a marzo 2000 In Indonesia, 33
Carabinieri paracadutisti hanno partecipato alla
missione decisa dal Consiglio di Sicurezza
dell'ONU a seguito dei gravissimi episodi di
guerra civile avvenuti nell'isola, per
ristabilire la pace e la sicurezza dell'area e
facilitare le operazioni di soccorso umanitario a
favore della popolazione. - ISAF (International
Security and Assistance Force) In Afganistan con
un plotone di Carabinieri paracadutisti per la
difesa del Comando multinazionale, una aliquota
di polizia militare nazionale, ed un Ufficiale
inserito nello staff del Comando della missione
con il compito di Provost Marshal.
28
Missioni NATO
- IFOR (Implementation Force) presente sin
dall'avvio della missione Funzioni di polizia
militare, anche compiti operativi con aliquote
del Reggimento Carabinieri Paracadutisti
"Tuscania". Dal mese di agosto 1998, poi, a
fianco dei reparti impegnati nelle tradizionali
funzioni militari, l'Arma schiera in Bosnia, in
seno alla Missione SFOR (Stabilisation Force),
una MSU (Multinational Specialised Unit), con il
compito di promuovere la sicurezza pubblica,
assistere il ritorno dei profughi e dei rifugiati
e facilitare l'insediamento dei governi locali
eletti dalle minoranze, nonché contribuire alla
gestione delle situazioni di crisi nel campo
dellOP, in coordinazione con la IPTF. - AFOR
(Albania Force), dal 19 aprile al 1 settembre
1999 I lusinghieri risultati conseguiti dalla MSU
SFOR hanno determinato, nell'ambito della
missione "Allied Harbour", la richiesta di
istituire una analoga Unità in Albania, che ha
poi svolto il proprio mandato alle dipendenze
dirette dal Comandante della Forza NATO, operando
su tutto il territorio albanese.
29
Missioni NATO
- KFOR (Kossovo Force) dal 4 agosto 1999 Un
ulteriore Reggimento MSU è schierato nell'ambito
della Forza NATO presente in Kosovo oltre a
svolgere gli oramai consolidati compiti di
controllo del territorio con pattugliamento
selettivo delle aree sensibili e di mantenimento
dellOP e della PS, collabora nel campo della PG
e dell'intelligence criminale con la Polizia ONU
della missione UNMIK (United Nations Mission in
Kosovo). Il successo delle MSU ha suscitato
l'interesse di numerosi Paesi Europei ed extra
Europei che hanno chiesto di contribuire con
proprio personale alle Unità, accrescendone così
la valenza multinazionale e contribuendo a
consolidare la posizione di leadership
internazionale dell'Arma nel mantenimento della
legalità e dell'ordine e della sicurezza pubblica
in aree destabilizzate. Dall'agosto 2001,
infine, l'Arma partecipa con funzioni di polizia
militare e di intelligence alle missioni NATO in
Macedonia, decisa per assicurare il disarmo
dell'UCK e contribuire al processo di
stabilizzazione interna del Paese. Con i medesimi
compiti un Ufficiale dell'Arma è impiegato in
Albania presso il Quartier Generale che la NATO
ha istituito, nel luglio 2002, per facilitare le
sue relazioni con il Governo albanese e
monitorare le vie di collegamento con il Kosovo.
30
Missioni/attività internazionali italiane
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