Title: Formazione Stabilimento di Porto Torres
1FormazioneStabilimento di Porto Torres
- Protezione da agenti cancerogeni
2Che cosa è il cancro?
- Il cancro non è altro che una crescita anormale
ed incontrollata delle cellule e viene anche
chiamato neoplasia o tumore. - Purtroppo rappresenta una delle principali cause
di morte nei Paesi Occidentali dove causa
allincirca il 20 dei decessi ed è spesso
direttamente riconducibile a fattori ambientali
associati sia allo stile di vita che
allesposizione lavorativa. - In effetti nella comparsa delle neoplasie hanno
una notevole influenza molti fattori individuali
come il consumo dellalcool, il fumo,
lalimentazione e lereditarietà, ma spesso il
fattore scatenante di questa malattia è
rappresentato dallesposizione ad agenti presenti
nel mondo professionale, in particolare a
sostanze chimiche cancerogene.
3Che cosa è una cancerogeno?
- In generale, agente cancerogeno è una sostanza o
un preparato che, in base alle conoscenze
scientifiche, si ritiene in grado di provocare il
cancro o di aumentarne la frequenza di insorgenza
nei soggetti che ne vengono esposti. - In alcuni casi, quando esistono evidenze
scientifiche che dimostrano che svolgere un
determinato lavoro può comportare un maggiore
rischio di tumore negli addetti ma non è
possibile identificare con precisione un singolo
agente cancerogeno, la "cancerogenicità" viene
attribuita complessivamente al processo
lavorativo o ad una esposizione (es. la
raffinazione del nichel, la produzione della
gomma, la verniciatura ecc.)
4Che cosa è una cancerogeno?
- In particolare, però, il D.Lgs 626/94 definisce
agente cancerogeno - una sostanza a cui la normativa europea
attribuisce la sigla R 45 ("Può provocare il
cancro") o la sigla R 49 ("Può provocare il
cancro per inalazione") - un preparato su cui deve essere apposta
l'etichetta con la sigla R 45 o R 49 - Inoltre, la legge riporta un elenco,
periodicamente aggiornato, di processi o lavori
che espongono ad agenti cancerogeni, tra cui, ad
esempio i lavori che espongono agli idrocarburi
policiclici aromatici (IPA) presenti nella
fuliggine, nel catrame, nella pece, nel fumo o
nelle polveri di carbone.
5Classificazione dei cancerogeni?
- Sulla base della potenziale cancerogenicità delle
sostanze sono state fatte numerose
classificazioni. - LUnione Europea distingue tre diverse
categoriealla prima appartengono le sostanze
sicuramente cancerogene per luomo alla seconda
quelle che devono essere assimilate ai
cancerogeni umani sulla base degli studi condotti
sugli animali alla terza appartengono quelle per
le quali gli studi hanno dato risultati
preocupanti, ma non sufficienti ad iscriverle
alla seconda categoria. - Il Centro Internazionale per la Ricerca sul
cancro (IARC) adotta invece la seguente
classificazione - Gruppo1 lagente è sicuramente cancerogeno per
lessere umano - Gruppo 2A lagente è probabilmente cancerogeno
per lessere umano - Gruppo 2B lagente è un possibile cancerogeno
per lessere umano - Gruppo 3 lagente non può essere classificato
come cancerogeno per lessere umano - Gruppo 4 lagente è probabilmente non
cancerogeno per lessere umano
6La classificazione IARC degli agenti cancerogeni
- IARC valuta gli studi scientifici esistenti in
merito allazione cancerogena di agenti, miscele
e circostanze di esposizione e classifica le
evidenze di cancerogenicità - in ordine
decrescente - in sufficiente, limitata,
inadeguata, assente. - Dopo aver valutato separatamente la
cancerogenicità nelluomo, la cancerogenicità
negli animali da esperimento e tutti gli altri
elementi rilevanti a questo proposito
(mutagenesi, azioni sullembrione, sul genoma,
effetti su colture cellulari o altro), IARC
conclude con una valutazione complessiva che
classifica lagente (miscela o circostanza di
esposizione) in gruppo 1, 2 (2A e 2B), 3 o 4
7La classificazione IARC degli agenti cancerogeni
- In sintesi, il significato della classificazione
di un agente (o miscela o circostanza di
esposizione) è il seguente - Gruppo 1 Lagente (o miscela) è cancerogeno per
luomo (oppure la lavorazione comporta
esposizioni che sono cancerogene per luomo). - Gruppo 2 (Questa categoria include agenti,
miscele o circostanze di esposizione per cui, da
una parte, il grado di evidenza di
cancerogenicità nelluomo è quasi sufficiente o,
dallaltra, non ci sono non ci sono dati
sulluomo ma cè evidenza di cancerogenicità per
lanimale - Gruppo 2A Lagente (o miscela) è probabilmente
cancerogeno per luomo (oppure la lavorazione
comporta esposizioni che sono probabilmente
cancerogene per luomo.) - Gruppo 2B Lagente (o miscela) è un possibile
cancerogeno per luomo (la lavorazione comporta
esposizioni che sono possibili cancerogene per
luomo). - Gruppo 3 Lagente (o miscela o circostanza di
esposizione) non è classificabile in relazione
alla sua cancerogenicità per luomo. - Gruppo 4 Lagente (o la miscele) probabilmente
non agiscono come cancerogeni per luomo.
8Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune
diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore
Asfaltatura idrocarburi aromatici policiclici Bitume, Catrame 2A-2B 2B 3 1 Polmoni,vie respiratorie Cute Cute, polmoni
Edilizia Amianto Silice Idrocarburi aromatici policiclici 1 1 2A-2B Pleure, polmone, tratto gastro intestinale Polmone Cute, polmone
Erogazione, deposito, Trasporto carburanti Benzene Benzina 1 2B Leucemie Leucemie,altre sedi
Estrazione e lavorazione marmi,porfido, lapidei in genere Silice 1 polmone
Fusione ferro-acciaio Idrocarburi aromatici policiclici Cromati VI 2A-2B 1 Cute, polmoni polmone
9Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune
diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore
Galvanica Cromati VI 1 Polmoni
Lavorazione del cuoio Polvere di cuoio 1 Cavità nasali
Lavorazione del legno Polvere di legno 1 Cavità nasali
Lavori allaperto (edilizia agricoltura) Radiazione solare 1 cute
Lavori in miniera e galleria Silice Idrocarburi aromatici policiclici radon 1 2A-2B 1 Polmone Cute, polmone polmone
Lavori in sotterraneo radon 1 Polmone
Lavorazioni meccaniche Olii minerali Fumi di saldatura 1 2B Cute, tratto gastro intestinale, polmone Polmone
10Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune
diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore
Produzione della gomma Ammine aromatiche Idrocarburi aromatici policiclici 1 2A-2B Vie urinarie, leucemie Cute, polmone
Produzione di alluminio Idrocarburi aromatici policiclici Catrame minerale Olii minerali 2A-2B 1 1 Cute, polmone Cute, polmone Cute, polmone, tratto gastrointestinale
Produzione cemento Silice 1 Polmone
Produzione di vernici Cromati VI 1 Polmone
Produzione e lavorazione del vetro Silice Idrocarburi aromatici policiclici Arsenico e composti Composti di vari metalli (berillo, cobalto, nichel, cadmio) 1 2A-2B 1 1-2B Polmone Cute, polmone Cute, polmone Vari
Produzione e lavorazione di materie plastiche Cloruro di vinile monomero 1 Fegato
11Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune
diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore
Riparazione autoveicoli Benzene Benzina Emissioni da motori diesel Emissioni da motori a benzina Olii minerali 1 2B 2A 2B 1 Leucemie Leucemie, altri Polmoni Polmoni Cute, tratto gastrointestinale, polmoni
Saldatura Cromati VI Nichel metallico e composti Radiazioni ultraviolette Fumi di saldatura 1 2B-1 2A 2B Polmone Polmone Cute Polmone
Sanità Radiazioni ionizzanti Alcuni farmaci antineoplastici Ossido di etilene Formaldeide Radiazioni ultraviolette 1 1-2 1 2A 2A Leucemie Leucemie, altri Leucemie Cavità nasali Cute
Verniciatura Coloranti anilici Pigmenti a base di cromati VI 1 1 Vescica Polmone
12Lavorazioni che, secondo IARC, comportano
esposizione ad agenti cancerogeni.
Circostanza di esposizione o lavorazione
class. IARC (Esposizione professionale come)
verniciatore 1 (Esposizione professionale
a) nebbie di acidi forti inorganici contenenti
acido solforico 1 (Esposizione professionale
come) parrucchiere/barbiere 2A (Esposizione
professionale in ) lavanderia a secco
2B (Esposizioni professionali nei) processi di
stampa 2B Applicazione di insetticidi (non
arsenicati) 2A Carpenteria in legno
2B Fusione ferro/acciaio 1 Industria del
mobile e falegnameria 1 Industria della
gomma 1 Industria tessile
2B Produzione del vetro artistico, di contenitori
in vetro e articoli pressati 2A Produzione
dellalluminio 1 Produzione e riparazione
di calzature 1
13Quando si devono applicare le norme per la
protezione da agenti cancerogeni nei luoghi di
lavoro?
- Le disposizioni specifiche del D.Lgs 626/94
(quelle del titolo VII) si applicano in tutte le
attività nelle quali i lavoratori sono o possono
essere esposti ad agenti cancerogeni a causa
della loro attività lavorativa. - Occorre ricordare che norme relative alluso di
alcuni agenti cancerogeni si trovano anche in
altre leggi per esempio quelle che riguardano le
ammine aromatiche, lamianto, le radiazioni
ionizzanti ecc.. Altro esempio è quello del
benzene, il cui impiego era già limitato in
Italia dal 1963.
14Come deve procedere il datore di lavoro per
applicare il D.Lgs 626/94 relativamente ai
cancerogeni?
- Il primo passo richiesto è quello di ricercare
allinterno delle proprie lavorazioni leventuale
presenza di "agenti cancerogeni". - Per fare questo è possibile individuare le frasi
di rischio R45/R49 nelle schede di sicurezza
delle sostanze e dei preparati o direttamente
sulle etichettature, consultare le liste degli
agenti R45/R49 o fare riferimento a vari elenchi
disponibili.
15Cosa si deve fare quando si scopre che nelle
lavorazioni dellazienda esistono possibili
esposizioni a cancerogeni?
- La prima cosa che il datore di lavoro deve
verificare è se luso di quellagente può essere
evitato, ad esempio eliminandolo - se possibile -
dalla lavorazione o sostituendolo con un altro
agente meno pericoloso. - Se lagente non è eliminabile e sostituibile, si
deve garantire che il suo utilizzo sia il più
ridotto possibile e, comunque, verificare la
possibilità di utilizzarlo in un sistema chiuso,
in modo da ridurre al minimo lesposizione. - Il livello di esposizione dei lavoratori
allagente cancerogeno deve comunque essere
condotto al più basso valore tecnicamente
possibile.
16Cosa si deve fare quando si scopre che nelle
lavorazioni dellazienda esistono possibili
esposizioni a cancerogeni?
- Il datore di lavoro dovrà valutare quali sono i
livelli dellagente cui i lavoratori sono esposti
malgrado lapplicazione delle misure preventive. - Riassumendo, il datore di lavoro che abbia
identificato un agente cancerogeno cui i
lavoratori possono essere esposti si preoccupa
innanzitutto di eliminarlo, di ridurne
lutilizzazione e, comunque, di rendere più basso
possibile il livello di esposizione dei
lavoratori. Successivamente, dovrà conoscere qual
è il livello di esposizione dei lavoratori. - Diversamente da quello che succede per altre
condizioni di esposizione, nel caso dei
cancerogeni la valutazione è richiesta dopo
lapplicazione di alcuni interventi preventivi,
ritenuti indispensabili.
17Come si deve comportare il datore di lavoro nei
riguardi di agenti ritenuti cancerogeni ma che
non riportano le frasi "R45" o "R49"?
- Il datore di lavoro è tenuto ad applicare quanto
previsto nel D.Lgs 626/94 per agenti cancerogeni
come definiti da quella legge. - Nei riguardi di altri agenti (o situazioni di
esposizione) per i quali esistano evidenze
scientifiche di cancerogenicità, il datore di
lavoro dovrà comunque attuare delle precauzioni
per effetto di obblighi che derivano dalla norme
generali di tutela (art. 3 e art. 4 D.Lgs
626/94), le quali impongono di considerare tutti
i rischi per la salute, indipendentemente dalla
loro natura. - Oltre alle leggi specifiche e alle situazioni
sopra richiamate relative alla possibile
insorgenza di malattie professionali "tabellate",
è utile ricordare lobbligo generale stabilito
dal Codice civile per cui "limprenditore è
tenuto ad adottare nellesercizio dellimpresa le
misure che, secondo la particolarità del lavoro,
lesperienza e la tecnica, sono necessarie a
tutelare lintegrità fisica e la personalità
morale dei prestatori di lavoro" (C.C. Art. 2087
Tutela delle condizioni di lavoro).
18Cosa si può fare concretamente per la prevenzione
e protezione da agenti cancerogeni?
- Le azioni che il datore di lavoro deve mettere in
atto sono finalizzate alla eliminazione o
riduzione del rischio, ad esempio - leliminazione o riduzione al minimo
dellemissione di agenti cancerogeni, mediante
aspirazione localizzata - lutilizzo di quantitativi limitati
- la limitazione delle quantità in deposito
- la riduzione del numero dei lavoratori esposti,
anche isolando le lavorazioni - la regolare e sistematica pulitura dei locali,
delle attrezzature e degli impianti
19Cosa si può fare concretamente per la prevenzione
e protezione da agenti cancerogeni?
- l adozione di procedure per i casi di emergenza
con possibili esposizioni elevate - conservazione, manipolazione, trasporto e
smaltimento in condizioni di sicurezza - ladozione indumenti protettivi e di dispositivi
di protezione individuale. - Accanto a questi interventi di carattere tecnico,
procedurale ed organizzativo si ricorda la
necessità di informare e formare i lavoratori
relativamente ai rischi e alle misure di
protezione, di considerare la sorveglianza
sanitaria nei casi previsti, di predisporre
misure di emergenza ecc.
20Quale può essere il "più basso valore
tecnicamente possibile" di esposizione? In altre
parole, cè un livello di esposizione che può
essere considerato sicuro?
- Per gli agenti cancerogeni la scienza ammette che
il vero livello sicuro è il livello "zero", cioè
lassenza di esposizione. Non a caso gli
interventi di prevenzione richiesti devono
tendere a eliminare il rischio, a prescindere dal
livello di esposizione. - Per alcune sostanze, peraltro, anche organismi
scientifici internazionali individuano dei
livelli "accettabili" al di sotto dei quali il
rischio potrebbe essere ritenuto "non
significativo", ma solo in pochi casi tali
livelli sono univoci o condivisi. - In altri casi, il livello "zero" non è oggi
raggiungibile si dovrà in tali casi cercare di
arrivare al valore più basso di esposizione che
le tecniche produttive e di bonifica permettono
di ottenere
21La valutazione dellesposizione deve essere fatta
sempre?
- Sì, il datore di lavoro deve sempre valutare per
sapere qual è livello di esposizione dei
lavoratori allagente cancerogeno. Questo non
significa che si debba misurare in ogni caso per
avere una stima dellesposizione
22Quando si deve misurare per valutare
lesposizione?
- Si deve misurare (mediante analisi diretta o
analisi su prelievi ambientali) ogni volta che
questo sia tecnicamente possibile e utile al fine
di valutare lentità dellesposizione. - In particolare, la misurazione potrebbe essere
utilmente effettuata per valutare lefficacia
delle misure di prevenzione adottate, per
dimostrare lesiguità del rischio o per accertare
lassenza di un agente.
23Quando si deve misurare per valutare
lesposizione?
- Nei casi in cui non è possibile misurare, la
valutazione potrà essere effettuata integrando
varie fonti di informazione, ad esempio
confrontando situazioni lavorative simili,
assumendo criticamente dati di letteratura,
considerando i quantitativi utilizzati o le
modalità di uso, lesistenza di mezzi di
prevenzione o protezione ecc. - La valutazione tiene conto comunque delle
caratteristiche delle lavorazioni, della loro
durata e frequenza, dei quantitativi di agenti
cancerogeni prodotti o utilizzati, della loro
concentrazione e della capacità di penetrare
nell'organismo per le diverse vie di assorbimento.
24Sono obbligatori controlli medici per i
lavoratori esposti?
- Sono obbligatoriamente sottoposti a sorveglianza
sanitaria i lavoratori per i quali la valutazione
abbia evidenziato un rischio per la salute gli
stessi lavoratori devono allora essere iscritti
in un registro. Lesistenza di rischi per la
salute è valutata dal medico competente.
25LA SORVEGLIANZA SANITARIA
- Le modalità di effettuazione della sorveglianza
sanitaria dei lavoratori esposti a cancerogeni
e/o mutageni sono oggetto di un ampio dibattito
di lunga durata tra i medici del lavoro, sia nel
ruolo di medico competente, sia tra i medici dei
servizi pubblici di prevenzione nei luoghi di
lavoro, e, più in generale, tra tutti i tecnici
impegnati nella prevenzione nei luoghi di lavoro. - La normativa prevede che gli accertamenti
preventivi siano orientati a constatare lassenza
di controindicazioni al lavoro cui i lavoratori
sono destinati, ai fini della valutazione della
loro idoneità alla mansione specifica il
controllo delle condizioni di salute dei
lavoratori e quindi il mantenimento dellidoneità
alla mansione specifica dovrebbe essere
lobiettivo delle successive visite periodiche.
26LA SORVEGLIANZA SANITARIA
- Solo i lavoratori esposti sono sottoposti a
sorveglianza sanitaria. - Nella valutazione dellidoneità alla mansione
specifica è necessario adottare la massima
cautela in riferimento a condizioni di
esposizione a taluni agenti cancerogeni e/o
mutageni che presentano rischi particolarmente
elevati per alcune categorie di lavoratori. - Eventuali proposte di screening per identificare
"quelle categorie di lavoratori per i quali
lesposizione a taluni agenti cancerogeni
presenta rischi particolarmente elevati" (art. 64
comma 1. del D.Lgs. 626/94) vanno considerate con
estrema cautela, sia che si alluda a una
ipersuscettibilità acquisita (ad es. fumatori,
condizioni patologiche comportanti una
facilitazione dellassorbimento o difficoltà
nellescrezione delle sostanze estranee), sia che
si alluda a una ipersuscettibilità genetica,
spesso ignota al portatore.
27LA SORVEGLIANZA SANITARIA
- I test genetici relativi alla suscettibilità a
cancerogeni possono essere distinti in test per
varianti genetiche ad alta o a bassa penetranza.
Schematicamente, le varianti ad alta penetranza
sono rare, sono associate a rischi molto elevati
di cancro, riguardano funzioni cellulari cruciali
(replicazione, apoptosi) e abitualmente non
coinvolgono interazioni con esposizioni
ambientali (es. BRCA1, sindrome di Li-Fraumeni,
Von Hippel-Lindau). Si tratta pertanto di
situazioni non pertinenti al caso della
suscettibilità professionale. Le varianti
(genotipi) a bassa penetranza sono associate a un
modesto aumento del rischio di cancro, agiscono
principalmente modulando lazione di cancerogeni
ambientali (attraverso il metabolismo o la
riparazione del DNA) e sono frequenti (esempi,
GSTM1, GSTT1, CYP1A1, XRCC1, XRCC3 ). In questo
caso è possibile dimostrare che è più efficace la
riduzione delle esposizioni ambientali piuttosto
che la selezione dei "non suscettibili".
28LA SORVEGLIANZA SANITARIA
- Pertanto non ha senso sottoporre i lavoratori a
screening genetico per i tumori, sulla base delle
conoscenze attuali. - La potenziale intrusività nella sfera privata di
una tale pratica richiede che le decisioni
vengano prese a un livello più alto - e
partecipato - di quello del medico competente
inoltre, di volta in volta, è necessario stimare
la misura in cui il rischio è più elevato per gli
ipersuscettibili. - Nel rispetto del principio che lesposizione a
cancerogeni e/o mutageni deve comunque essere
tenuta al più basso livello possibile, è
ragionevole identificare alcune situazioni
(verosimilmente poche) in cui particolari
condizioni patologiche individuali sconsiglino
comunque unesposizione a concentrazioni ancorché
minime nellambiente di lavoro. - Tali orientamenti, come ovvio, dovranno essere
costantemente aggiornati alla luce
dellevoluzione scientifica dellimmunologia e
della "epidemiologia molecolare".
29LA SORVEGLIANZA SANITARIA
- Il medico competente, analogamente a quanto
accade per tutti gli altri rischi lavorativi,
stabilisce il programma di sorveglianza sanitaria
ed epidemiologica e lo attua secondo criteri e
protocolli basati sullevidenza. - Nella definizione di tali protocolli si pone
anche il problema di impiegare accertamenti
finalizzati alla ricerca degli effetti biologici
precoci, mediante idonei indicatori. La
giustificazione di tale pratica è costituita
fondamentalmente dal valore predittivo di tali
indicatori rispetto alle condizioni patologiche
(nel caso specifico i tumori maligni). Ad oggi,
tuttavia non sono disponibili indicatori idonei
per la sorveglianza sanitaria degli esposti a
cancerogeni e/o mutageni. - Sono tuttora sconsigliate, perché non suffragate
dallevidenza scientifica, pratiche di
sorveglianza sanitaria che rivestano il
significato di "screening" per la diagnosi
precoce di tumori su specifici organi bersaglio.
30LA SORVEGLIANZA SANITARIA
- Il medico competente, in alcune situazioni, può
proporre o aderire a progetti di indagine
disegnati in maniera scientificamente ed
eticamente adeguata, per approfondire il
significato di indicatori o test, e partecipare a
ricerche per la valutazione di efficacia degli
stessi, sia nel caso si tratti di soggetti
esposti sia di ex-esposti queste indagini, che
rivestono nella massima parte dei casi il
carattere di ricerche o studi. - Data la delicatezza dellargomento ed il grande
coinvolgimento emotivo dei soggetti, occorre
sempre adeguatamente informare i lavoratori dei
limiti delle indagini cui vengono sottoposti.
31LA SORVEGLIANZA SANITARIA
- La visita medica costituisce anche unoccasione
opportuna per il medico competente per provvedere
alla informazione dettagliata sul rischio e sulle
modalità per ridurlo al minimo, alla azione di
"counseling" per la riduzione di rischi
aggiuntivi (il fumo di tabacco), alla
informazione sul significato ed i limiti delle
pratiche di diagnosi precoce attualmente
disponibili, e al controllo sanitario di altri
rischi concomitanti. Anche durante la visita
medica il medico competente può verificare
ladattabilità del lavoratore ai dispositivi di
protezione individuale in dotazione.
32T.W.A
ACGIH
M.A.C.
T.L.V.
I.B.E.
33- ACGIH - (American Conference of Governamental
Industrial Hygienist)
- TLV - (Threshold Limit Value) Valore limite di
soglia - TWA - (Time Weight Average) Media ponderata nel
tempo concentrazione media ponderata nel tempo
per una giornata lavorativa di 8 ore e per 40 ore
lavorative settimanali
- TLV - STEL (Threshold Limit Value)- (Short Term
Exposure Limit) Valore limite di soglia- Limite
per breve tempo di esposizione concentrazione a
cui i lavoratori possono essere esposti
continuativamente per un breve periodo di tempo,
purché il TLV - TWA giornaliero non venga
superato)
- TLV-C - (Threshold Limit Value - Ceiling)
Concentrazione che non deve essere superata
durante lesposizione lavorativa nemmeno per un
brevissimo periodo di tempo
34(No Transcript)
35Doveri dei lavoratori
- Deve leggere e osservare le istruzioni impartite
dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai
preposti anche al fine della protezione
individuale e collettiva - Deve utilizzare e manipolare in maniera corretta
le sostanze e i preparati pericolosi in uso - Deve indossare i DPI messi a disposizione
- Deve rispettare scrupolosamente i divieti e gli
avvertimenti evidenziati da apposita segnaletica.
36Doveri dei lavoratori
- non fumare, non assumere cibi o bevande fuori dai
locali autorizzati - al termine dellattività, prima della
consumazione del pasto e per fine orario di
lavoro, provvedere ad unaccurata pulizia
personale - gli indumenti da lavoro dovranno essere riposti
in armadi diversi da quelli dove vengono
conservati gli indumenti personali civili - qualora gli indumenti da lavoro venissero
interessati da contatto con il prodotto, si dovrà
provvedere ad un accurato lavaggio del corpo
(doccia) e alla sostituzione degli indumenti
37FINE