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Title: Problemi e limiti dello studio della storia economica e sociale del mondo antico Author: tanto Bill Gates Tutti Last modified by: Alessandro Cristofori – PowerPoint PPT presentation

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Title: L


1
Loggetto di studio
  • Lezione II

2
Obiettivi della lezione
  • In quale misura e con quali strumenti possiamo
    conoscere leconomia e la società di un mondo,
    come quello antico, tanto distante da noi
    cronologicamente e culturalmente?

3
La storia economica e sociale una scienza moderna
  • Lodierna storiografia politica e militare
    affonda le sue radici nella civiltà greca.
  • Gli antichi, pur non ignorando limportanza
    fattori economici e sociali, non hanno mai creato
    una storiografia economica e sociale.
  • Due aspetti che sono divenuti oggetto di indagine
    storica solo nel XIX secolo.

4
Definizioni quale è loggetto della storia
economica e sociale?
  • La storia economica studia le modalità con le
    quali gli uomini acquisiscono i beni materiali
    che gli consentono di vivere.
  • La storia sociale studia le modalità con le quali
    gli uomini, come individui o come gruppi, entrano
    in relazione allinterno di una comunità.

5
Due oggetti di studio diversi ma correlati
  • Linsegnamento di storia economica e sociale
    tratta due diversi oggetti di studio, che
    tuttavia sono profondamente intrecciati tra di
    loro.
  • Le strutture economiche sono condizionate dal
    quadro sociale in cui si inseriscono (e a loro
    volta lo condizionano) per esempio leffetto
    dellistituzione sociale della schiavitù.
  • La funzione economica svolta determina il ruolo
    sociale dei singoli allinterno di una comunità
    ed è un fattore importante nella formazione di un
    gruppo sociale per esempio le classi.

6
La storia degli studi
  • La natura del nostro oggetto di studi
    (particolarmente leconomia antica) è stata
    oggetto di intenso dibattito, a partire dalla
    fine del XIX secolo.
  • Ripercorrere rapidamente la storia degli studi
    consente di comprendere i problemi legati
    allindagine sulla storia economica del mondo
    antico.

7
Karl Bücher e i Primitivisti
  • K. Bücher, Die Entstehung der Volkswirtschaft
    (La genesi delleconomia nazionale) nel 1893
    propose uno schema dellevoluzione delleconomia
  • Economia domestica chiusa (età antica)
  • Economia urbana (età medievale)
  • Economia nazionale (età moderna)
  • Una differenza qualitativa tra leconomia antica
    e quelle posteriori prevalenza dellagricoltura
    per lautoconsumo, debolezza degli scambi,
    arretratezza tecnologica, mancato accumulo di
    capitali.

8
Eduard Meyer e i Modernisti
  • E. Meyer, Die wirt-schaftliche Entwicklung des
    Altertums (Lo sviluppo economico
    dellAntichità), 1895 un grande storico del
    mondo antico guida la reazione alle teorie
    primitiviste.

9
Eduard Meyer e i Modernisti
  • Leconomia antica si differenzia da quella
    moderna solo per aspetti quantitativi.
  • Applicazione allo studio delleconomia antica
    degli stessi metodi e della stessa terminologia
    impiegata per lindagine sulleconomia moderna.
  • Insistenza sulle forme di produzione
    industriale, sullintensità degli scambi,
    sulleconomia monetaria nascita di una
    oligarchia della ricchezza, contro laristocrazia
    terriera.
  • Una politica estera condizionata da esigenze
    economiche, come la volontà di aprire nuovi
    mercati.

10
Robert Von Pöhlmann e la visione modernista della
storia sociale
  • La visione modernista delleconomia antica
    influenzò anche le ricostruzioni della storia
    sociale.
  • R. Von Pöhlmann in Geschichte der sozialen Frage
    und des Sozialismus in der antiken Welt (Storia
    della questione sociale e del socialismo nel
    mondo antico), 19253, convinto di uno sviluppo
    capitalistico delleconomia antica, applicò il
    concetto marxista di lotta di classe alla storia
    sociale dellAntichità.

11
I riflessi del dibattito in Italia
  • Gli echi del dibattito tra Primitivisti e
    Modernisti si sentono anche in Italia,
    soprattutto nella riflessione di studiosi legati
    al movimento socialista
  • E. Ciccotti, Il tramonto della schiavitù nel
    mondo antico, Torino 1899.
  • G. Salvioli, Il capitalismo antico. Storia
    delleconomia romana, Bari 1929 ma pubblicato in
    versione francese già nel 1906 la necessità di
    distinguere il capitalismo antico da quello
    moderno.
  • C. Barbagallo, Il materialismo storico, Milano
    1916.

12
Un dibattito nato male
  • Una premessa erronea per Primitivisti e
    Modernisti
  • Levoluzione economica è processo lineare e
    omogeneo nel quale si può collocare con
    precisione la fase antica?
  • È possibile studiare leconomia antica come
    fenomeno a sé, con gli stessi metodi con i quali
    si studia leconomia moderna?
  • È possibile ridurre la storia delleconomia
    antica allo studio delle sue performance (modeste
    per i primitivisti, notevoli per i modernisti)?

13
Un tentativo di superare la querelle Max Weber
  • Die protestantische Ethik und der Geist des
    Kapitalismus (Letica protestante e lo spirito
    del Capitalismo), 1904 i fenomeni economici
    possono essere condizio-nati da fattori
    extra-economici.

14
Un tentativo di superare la querelle Max Weber
  • In una serie di opere (che culminano in
    Wirtschaft und Gesellschaft Economia e
    società, 1922) mette in luce le differenze
    strutturali di economia antica e moderna.
  • La città antica come consumatrice di beni, la
    città medievale e moderna come produttrice.
  • Il concetto di cittadinanza slegato da fattori
    economici nel mondo antico.

15
Mestieri e cittadinanza nel mondo antico
  • Lesercizio di alcuni mestieri infamanti limita
    lesercizio dei diritti civici
  • Aristotele, Politica, 1278 a A Tebe vigeva una
    legge che proibiva l'accesso alla magistratura a
    chiunque non si fosse tenuto lontano dall'agorà
    per dieci anni.

16
Sulla scia di Weber Johannes Hasebroek
  • Staat und Handel im alten Griechenland (Stato e
    commercio nella Grecia antica), 1928, e
    Griechische Wirtschafts- und Gesellschafts-geschic
    hte bis zur Perserkriegen (Storia economica e
    sociale della Grecia fino alle Guerre persiane),
    1931 la subordinazione delleconomia alla
    politica nelle poleis greche.
  • Gli stati antichi si interessavano solo ai
    problemi dellapprovvigionamento alimentare, non
    inter-venendo nelle altre questioni economiche.

17
La lezione di Weber e Hasebroek
  • È impossibile studiare leconomia antica
    indipendentemente dal quadro istituzionale,
    politico e culturale.
  • Una lezione non sempre ascoltata gli echi del
    dibattito tra primitivisti e modernisti si
    sentono ancora oggi.
  • Una conseguenza anche dellenorme impatto che
    ebbero le ricerche di stampo modernistico di
    M.I. Rostovzev.

18
Un maestro del Modernismo Mikhail I. Rostovzev
  • Social and Economic History of the Roman Empire,
    1926.
  • Social and Economic History of the Hellenistic
    World, 1941.

19
Un maestro del Modernismo Mikhail I. Rostovzev
  • Un magistrale e affascinante quadro delleconomia
    antica, fondato sulla piena padronanza delle più
    diverse classi di fonti.
  • Particolarmente in Roman Empire il quadro è
    nettamente modernista industrializzazione e
    intenso sviluppo commerciale.
  • Il quadro è più sfumato nel posteriore
    Hellenistic World.
  • Sulla scia di Rostovzev An Economic Survey of
    Ancient Rome, a cura di T. Frank, 1933-1940 una
    grande raccolta di fonti sulleconomia romana,
    priva di riflessioni teoriche.

20
Uneconomia embedded Karl Polanyi
  • Mentre oggi leconomia è un fenomeno
    indipendente, nel mondo antico è un fattore
    integrato nel quadro istituzionale, politico e
    culturale (The Great Transformation, 1944).
  • Leconomia antica non può essere studiata con le
    stesse categorie interpretative usate per il
    mondo moderno.
  • Polanyi inaugura la scuola sostantivista, in
    contrasto con quella formalista, che ritiene che
    sia sempre esistita una sfera economica
    indipendente.

21
Moses Finley e la Nuova Ortodossia
  • Sviluppo del pensiero di Weber e Polanyi da parte
    di uno specialista della storia antica (The
    Ancient Economy, 1973).
  • Le teorie di Finley sono talvolta etichettate
    come neo-primitivismo.
  • La definizione di Nuova Ortodossia allude
    alle-norme influenza del pensiero di Finley
    nella ricerca contemporanea.

22
Moses Finley e la Nuova Ortodossia
  • Un modello interpretativo delle caratteristiche
    dominanti dellintera economia greca e romana.
  • Un mondo essenzialmente rurale, con una
    produzione agricola indirizzata allautoconsumo.
  • Scambi limitati, con un mercato dominato non da
    leggi razionali, ma da convenzioni sociali e
    politiche il dono e controdono, la
    redistribuzione.
  • Fattori economici in politica estera non
    lapertura di nuovi mercati, ma la conquista di
    terre e bottino e la possibilità di imporre
    tasse.
  • Uso del capitale per spese di consumo, per
    affermare il proprio status sociale, non per
    investimenti produttivi.

23
Gli sviluppi della Nuova Ortodossia Keith
Hopkins
  • Il riconoscimento del valore generale del modello
    di Finley.
  • Ma la necessità di inserirvi una visione
    diacronica, che tenga conto di unevoluzione di
    oltre mille anni
  • Crescita del surplus prodotto (fino al II sec.
    d.C.).
  • Crescita degli occupati in settori diversi
    dallagricoltura.
  • La redistribuzione dei proventi delle tasse nelle
    zone militari e nella città di Roma nel I-II sec.
    d.C.

24
Dopo Finley le critiche alla Nuova Ortodossia
  • La scuola empirica studi su aspetti di
    dettaglio, che non sempre si accordano con il
    modello generale di Finley.
  • La scuola formalista non fermarsi alle
    concezioni espresse nella letteratura antica e
    verificare le forme concrete assunte
    dalleconomia (soprattutto attraverso la ricerca
    archeologica), che spesso hanno caratteri
    moderni.
  • Un impulso di ricerca che nasce anche
    dallattuale fenomeno della globalizzazione?
  • Un rinnovato interesse verso gli studi di
    carattere quantitativo, nonostante i problemi di
    questo approccio al mondo antico.
  • La scuola culturale studiare i testi di
    rilievo per la storia economica e sociale come
    una costruzione ideologica.

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La New Institutional Economics e lAntichità
  • Un approccio alla storia economica che, piuttosto
    che concentrarsi sulle performance di un sistema,
    analizza i meccanismi istituzionali che ne
    regolano il funzionamento le regole del gioco.
  • Regole che possono essere formali (norme
    giuridiche) o informali (condizionamenti
    sociali).
  • Una scuola fortemente orientata allo studio della
    contemporaneità, anche attraverso linfluente
    International Society for New Institutional
    Economics.
  • Un indirizzo che forse non è poi così nuovo per
    la Storia economica del mondo antico, poiché da
    sempre in questo ambito lo studio delle
    performance è ostacolato dalla condizione delle
    fonti.
  • Piuttosto in ambito antichistico saranno da
    valutare con prudenza alcuni assiomi della NIE.
  • Per esempio la regola secondo la quale le
    istituzioni regolano leconomia in modo
    razionale, avendo come obiettivo lefficienza.

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Connessioni interdisciplinari
  • La storia sociale e la storia economica non solo
    sono intrecciate tra di loro, ma hanno anche
    connessioni con molte altre discipline
  • Geografia
  • Demografia
  • Storia del diritto
  • Storia delle tecnica
  • Storia delle idee e della mentalità
  • Storia politica e militare

27
La geografia
  • Gli uomini vivono in un ambiente geografico e in
    un clima che ne determinano le possibilità
    economiche e la facilità delle comunicazioni
  • Le caratteristiche geomorfologiche della Grecia
    hanno ostacolato la coltivazione di cereali e le
    comunicazioni.
  • Gli uomini tuttavia possono anche trasformare
    lambiente a seconda delle loro esigenze
  • La discussa ipotesi di una deforestazione di
    vaste aree dellItalia centrale, per soddisfare
    le enormi esigenze di legname della città di Roma.

28
La demografia
  • Lampiezza della popolazione e le sue dinamiche
    hanno una rilevanza nello sviluppo della società
    e delleconomia
  • Lesplosione demografica della Grecia arcaica
    determina tensioni economiche e sociali, che
    porteranno da un lato alla colonizzazione,
    dallaltro a mutamenti di regime nelle poleis
    greche.
  • Ma le dinamiche economiche e sociali hanno a loro
    volta uninfluenza sullevoluzione della
    demografia
  • Tendenze economiche (necessità di non suddividere
    tra molti eredi le proprietà familiari) e sociali
    (relativa emancipazione femminile, instabilità
    dei legami matrimoniali) determinano il suicidio
    demografico della vecchia aristocrazia romana
    nella prima età imperiale.

29
La storia del diritto
  • La legislazione regola i rapporti sociali e, in
    alcuni periodi, anche quelli economici, talvolta
    dando riconoscimento giuridico alla situazione di
    fatto
  • Nel 451-450 a.C. un provvedimento inserito nelle
    Leggi delle XII tavole impedisce i matrimoni
    misti patrizio-plebei. Nel 445 a.C. il plebiscito
    Canuleio cancella questa norma.
  • Altre volte reagendo contro sviluppi indesiderati
  • La legislazione dellimpero romano tardoantico
    cerca di arrestare gli impulsi alla mobilità
    sociale, bloccando le persone nella loro
    condizione e nella loro professione, ai fini di
    assicurare un gettito fiscale costante.
  • In genere gli interventi statali su economia e
    società furono meno numerosi nel mondo antico che
    in quello moderno.

30
La storia della tecnica
  • La tecnologia condiziona lo sviluppo economico
  • Il sistema dei trasporti, le fonti di energia.
  • Ma anche il progresso tecnico può essere
    influenzato dalle condizioni economiche e
    sociali
  • Secondo unopinione diffusa, listituto della
    schiavitù avrebbe ostacolato la traduzione in
    pratica delle notevoli conoscenze teoriche della
    scienza antica.

31
Storia delle idee e della mentalità
  • Fattori ideologici hanno pesantemente
    condizionato lo sviluppo economico del mondo
    antico
  • il mancato apprezzamento del lavoro come valore
    in sé, lassenza di uno spirito imprenditoriale e
    di unideologia dellarricchimento.
  • Una differente sensibilità culturale rispetto
    al mondo contemporaneo determina comportamenti
    sociali per noi inaccettabili
  • La condizione di schiavitù sentita talvolta come
    naturale, il ruolo marginale della donna.

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La storia politica e militare
  • Gli sviluppi sociali ed economici devono molto
    alle condizioni politiche vigenti e ai successi
    (o agli insuccessi) militari di uno stato
  • La conquista dellegemonia nel Mediterraneo da
    parte di Roma nel II sec. a.C. portò ad un
    profondo cambiamento delle sue strutture sociali
    ed economiche.
  • Daltra parte le strutture economiche e sociali
    sono spesso il presupposto per una politica
    estera di successo
  • Le conquiste romane della media età repubblicana
    si spiegano soprattutto in ragione di un
    potenziale militare straordinario, offerto da una
    numerosa classe di contadini-soldati.

33
Il fenomeno associativo nel mondo antico un
tentativo di classificazione
  • La tendenza allassociazione come tendenza
    connaturata alluomo.
  • Una tendenza limitata solo dalle istanze
    superiori (lo stato), che cercano di regolare le
    finalità delle associazioni, che possono essere
    le più svariate, anche in contrasto con gli
    obiettivi della comunità più ampia.

34
Una definizione ampia di associazione
  • Ogni gruppo di uomini che si riunisce per
    raggiungere uno scopo condiviso (una comunità
    politica, la società civile).
  • In senso ancora più ampio, ogni gruppo legato da
    qualche vincolo e non necessariamente dal
    perseguimento di una finalità comune (la
    famiglia, un gruppo di vicinato).
  • Definizioni troppo ampie per avere una qualche
    utilità in unanalisi scientifica i gruppi che
    definiscono hanno caratteristiche troppo
    disparate.

35
Gli elementi peculiari che caratterizzano
unassociazione in senso stretto
  • Libertà lindividuo è libero di aderire o meno
    allassociazione (in contrasto con gruppi come la
    famiglia).
  • Permanenza lo scopo comune che lassociazione si
    propone di raggiungere si mantiene anche se uno
    dei suoi aderenti ne esce (in contrasto con le
    societates di affari del mondo antico).
  • Organizzazione le strutture che le associazioni
    si danno per perseguire i loro obiettivi.

36
Una classificazione delle associazioni in base
alle loro finalità
  • Conviviali assicurare ai soci forme di svago.
  • Religiose assicurare il culto di una particolare
    divinità.
  • Funerarie assicurare ai soci degne esequie
    funebri.
  • Politiche influenzare le scelte della comunità
    statale in cui lassociazione agisce.
  • Professionali il vincolo tra i soci è assicurato
    dal mestiere comune esercitato.

37
I caratteri delle associazioni professionali
antiche
  • Comprendono non solo artigiani e commercianti, ma
    anche i funzionari amministrativi (scribi,
    littori).
  • Le finalità economiche, preponderanti nelle
    associazioni di età medievale e moderna, sono
    meno evidenti nelle associazioni antiche.
  • Nella documentazione i collegi professionali
    antichi sembrano perseguire spesso finalità
    cultuali, funerarie, sociali in senso lato.

38
Un criterio nominalistico per la definizione
delle associazioni professionali nel mondo antico
  • Due tipologie di denominazione per le
    associazioni antiche
  • Un termine di riferimento al concetto di
    associazione il nome di una divinità per
    esempio collegium Dianae.
  • Un termine di riferimento al concetto di
    associazione il nome di un mestiere, in
    genitivo plurale per esempio collegium fabrum.
  • Si considerano come professionali tutte le
    associazioni che ricadono sotto questa seconda
    tipologia di denominazione.

39
Problemi di terminologia
  • Il concetto di associazione poteva essere
    espresso, in greco e in latino, con circa 50
    termini diversi.
  • I termini più diffusi in latino collegium,
    corpus, sodalicium o sodalitas.
  • I termini più diffusi in greco eJtairiva,
    suvsthma, qiavso, erano o suvnodo.
  • Il nome dei membri in latino sodales, socii,
    collegiati, corporati, più raramente collegae.

40
La mancanza di un termine ufficiale per designare
le associazioni
  • Il ricorso ad un elenco di sinonimi per definire
    il concetto di associazione nella letteratura
    giuridica
  • Digesto, III, 4, 1 (Gaio) Neque societas, neque
    collegium, neque huiusmodi corpus passim omnibus
    habere conceditur.
  • Digesto, IV, 2, 9, 1 (Ulpiano) ... sive
    singularis persona, vel populus, vel curia, vel
    collegium, vel corpus ...

41
I termini più usati in latino per definire
unassociazione
  • Collegium il termine più attestato in ogni tipo
    di fonte, per tutta letà romana.
  • Corpus usato come sinonimo di collegium fino al
    III sec. d.C. nel tardoantico designa
    soprattutto le associazioni professionali di Roma
    e Costantinopoli.
  • Sodalitas usato in età repubblicana a designare
    associazioni di carattere privato, con scopi
    politici, spesso con accezione negativa scompare
    in età imperiale.
  • Sodalicium noto dalla tarda età repubblicana
    (sostanzialmente come sinonimo di sodalitas), si
    conserva nella documentazione epigrafica di età
    imperiale, specialmente per le associazioni di
    carattere religioso, ma anche professionale.

42
Sodalicium e collegium sono sinonimi?
  • CIL IX, 5450 A. Cristofori, Non arma virumque.
    Le occupazioni nell'epigrafia del Piceno, Bologna
    20042, pp. 346-360 da Falerio (seconda metà I
    sec. d.C.).
  • D(is) M(anibus). / T(ito) Sillio T(iti) lib(erto)
    / Prisco, / mag(istro) colleg(i) / fabr(um) II et
    q(uaestori) II, / mag(istro) et q(uaestori)
    sodal(ici) / fullonum, / Claudiae Ti(beri)
    lib(ertae), / uxori eius, matri/ sodalic(i)
    fullon(um). / T(itus) Sillius Karus et /
    Ti(berius) Claudius Phi/lippus, mag(istri) et /
    q(uaestores)/ colleg(i) fabr(um), / fili,
    parentib(us) / piissimis.

43
Lineamenti di storia degli studi sulle
associazioni nel mondo antico
  • La prima fase di fioritura degli studi sulle
    associazioni del mondo antico tra la metà del
    XIX e gli inizi del XX secolo
  • T. Mommsen, De collegiis et sodalicis Romanorum,
    Kiliae 1843 aspetti giuridici, i collegia
    funeraticia.
  • W. Liebenam, Zur Geschichte und Organisation des
    römischen Vereinswesens, Leipzig 1890 il diritto
    di associazione.
  • H.C. Maué, Die Vereine der fabri, centonarii und
    dendrophori im römischen Reich, Frankfurt 1886
    il ruolo delle associazioni professionali nella
    lotta contro gli incendi.
  • J.-P. Waltzing, Étude sur le corporations
    professionnelles chez les Romains depuis les
    origines jusqu'à la chute de l'Empire d'Occident,
    I-IV, Louvain 1895-1900 la summa degli studi
    sulle associazioni professionali, largamente
    fondata anche sulle fonti epigrafiche.

44
Theodor Mommsen (1817-1903)
45
Jean-Pierre Waltzing (1857-1929)
46
I caratteri della prima fase della ricerca sul
fenomeno associativo
  • Esigenza di classificazione sistematica delle
    associazioni e delle loro attività.
  • Accento sugli aspetti giuridici.
  • Rischio di privilegiare la descrizione
    sistematica a scapito degli aspetti evolutivi.

47
La seconda fase della ricerca sul fenomeno
associativo
  • Fiorisce in Italia sotto il regime fascista, in
    connessione con listituzione del regime
    corporativo.
  • G. Monti, Le corporazioni nell'evo antico e
    nell'alto medio evo, Bari 1934.
  • F. M. De Robertis, Il diritto associativo romano
    dai collegi della Repubblica alle corporazioni
    del Basso Impero, Bari 1938
  • V. Bandini, Appunti sulle corporazioni romane,
    Milano 1937.
  • A. Calderini, Le associazioni professionali in
    Roma antica, Milano s.d.
  • S. Accame, La legislazione romana intorno ai
    collegi nel I secolo a.C., Bullettino del Museo
    dell'Impero Romano, 13 (1942), pp. 13-48.

48
I caratteri della seconda fase della ricerca sul
fenomeno associativo
  • Ancora una volta una prospettiva giuridica,
    incentrata sul rapporto fra stato e
    associazioni.
  • In quale modo lo stato romano aveva promosso e
    controllato il fenomeno associativo?
  • Una prospettiva attualizzante, ma che non
    possiamo liquidare semplicemente come ideologica
    e apologetica.

49
Aristide Calderini (1883-1968)
50
La posizione di Aristide Calderini
  • Signore e signori, vi sono alcuni istituti che
    nellevolversi della civiltà e degli ordinamenti
    civili si richiamano fra loro per una reale od
    apparente affinità o per qualche loro tratto
    comune o anche solo per la comunanza del nome.
    Sorge allora spontanea nella mente delle persone
    anche appena mediocremente colte e tende qui a
    diffondersi tra il volgo la convinzione che tra
    codesti istituti non possa non essere uno stretto
    rapporto di dipendenza o materiale o ideale,
    magnifico incentivo per intonarvi tutte le trombe
    della retorica o per ricavarvi tutti i barbagli
    non delloro ma dellorpello, non del sole ma di
    qualche lampada di luce artificiale

51
La posizione di Aristide Calderini
  • Tale è stato ed è il caso delle corporazioni
    professionali, che consacrate dalla carta del
    lavoro e poste alla base del rinnovato regime
    economico nazionale, hanno condotto scrittori ed
    oratori, più spesso a sproposito che a proposito,
    a rievocare i paragoni con le corporazioni di
    Roma antica o con le arti medievali. Ho
    desiderato perciò approfittare di questa
    occasione per fissare brevemente e secondo le
    informazioni di cui possiamo disporre fino ad
    ora, la storia e alcune caratteristiche delle
    corporazioni romane di mestiere, perché si veda
    fino dove è lecito parlare, a proposito delle
    moderne corporazioni, di affinità e dove invece
    si fa del semplice sentimento, anzi del
    sentimentalismo infondato.
  • A. Calderini, Le associazioni professionali in
    Roma antica, Milano s.d, p. 3

52
Una stasi negli studi
  • Al di fuori dellItalia già agli inizi del XX
    secolo, nel nostro paese dopo la II guerra
    mondiale, si assiste ad una certa stasi negli
    studi sul fenomeno associativo.
  • Fanno eccezione le pagine dedicate al tema in
    studi più generali
  • M.I. Rostovzev, Social and Economic History of
    the Roman Empire, Oxford 1926.
  • A.H.M. Jones, The Later Roman Empire, 284-602. A
    Social, Economic, and Administrative Survey,
    Oxford 1964.
  • Proseguono le ricerche di F.M. De Robertis
  • Il fenomeno associativo nel mondo romano dai
    collegi della Repubblica alle corporazioni del
    Basso Impero, Napoli 1955 (rist. Roma 1981).
  • Storia delle corporazioni e del regime
    associativo nel mondo romano, I-II, Bari 1971.

53
La rinascita degli studi negli anni Settanta
  • Un punto di vista più nettamente storico, con
    maggiore attenzione agli aspetti sociali,
    politici ed economici.
  • Maggiore attenzione alle specificità del fenomeno
    in alcuni momenti e in determinate aree del mondo
    romano.
  • Una protagonista della rinascita Lellia Cracco
    Ruggini
  • Le associazioni professionali nel mondo
    romano-bizantino, Settimane di studio del Centro
    italiano di studi sull'alto medioevo. XVIII, I,
    Spoleto 1971, pp. 59-193.
  • Stato e associazioni professionali nell'età
    imperiale romana, Akten des VI. Internationalen
    Kongresses für Griechische und Lateinische
    Epigraphik, München 1973, pp. 271-311.
  • La vita associativa nelle città dell'Oriente
    greco tradizioni locali e influenze romane,
    Assimilation et résistance à la culture
    gréco-romaine dans le monde ancien. Travaux du
    VIe Congrès International d'Études Classiques, a
    cura di D.M. Pippidi, Bucuresti - Paris 1976, pp.
    463-491.

54
La rinascita degli studi
  • Gli studi di sintesi
  • F.M. Ausbüttel, Untersuchungen zu den Vereinen im
    Westen des römischen Reiches, Kallmünz 1982.
  • F. Diosono, Collegia. Le associazioni
    professionali nel mondo romano, Roma 2007,
  • Le associazioni nelle province orientali
    dellImpero
  • P. Van Minnen, Urban Craftsmen in Roman Egypt,
    Münstersche Beiträge zur antiken
    Handelgeschichte, 6 (1987), 2, pp. 31-88.
  • O. Van Nijf, The Civic World of Professional
    Associations in the Roman East, Amsterdam 1997.

55
La rinascita degli studi
  • Studi su aspetti particolari
  • G. Clemente, Il patronato nei collegi dell'impero
    romano, Studi Classici e Orientali, 21 (1972),
    pp. 142-229 (cf. anche Id., Arti, mestieri, vita
    associativa, collegia, Civiltà dei Romani. Il
    potere e l'esercito, a cura di S. Settis, Milano
    1991, pp. 83-91).
  • H.L. Royden, The Magistrates of the Roman
    Professional Collegia in Italy from the First to
    the Third Century A.D., Pisa 1988.
  • N. Tran, Les membres des associations romaines
    le rang social des collegiati en Italie et en
    Gaules sous le Haut-Empire, Rome 2006.
  • R. Lafer, Omnes collegiati, concurrite!
    Brandbekämpfung im Imperium Romanum, Frankfurt am
    Main 2001.
  • L. De Salvo, Economia privata e pubblici servizi
    nell'Impero romano i corpora naviculariorum,
    Messina 1992.
  • J.S. Perry, The Roman collegia the Modern
    Evolution of an Ancient Concept, Leiden 2006.

56
Conclusioni
  1. I fenomeni economici e sociali del mondo antico
    non possono essere studiati come oggetti isolati,
    ma come integrati in una rete che coinvolge
    fattori molto diversi.
  2. Lo studio della storia economica e sociale del
    mondo antico è quindi necessariamente uno studio
    interdisciplinare.
  3. I fattori che condizionarono levoluzione
    delleconomia e della società antiche sono
    peculiari di quel mondo non dobbiamo rinunciare
    a porci domande moderne, ma le risposte devono
    tenere conto delle condizioni antiche.
  4. Le condizioni economiche e sociali del mondo
    antico variarono a seconda dei luoghi e dei
    periodi i modelli interpretativi generali hanno
    dei limiti.
  5. Nonostante le molte ricerche su singoli aspetti
    (spesso di taglio empirico), ancora molto resta
    da fare sulla storia economica e sociale del
    mondo antico.
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