Title: RAWLS (una teoria della giustizia)
1RAWLS(una teoria della giustizia)
- Prof. Michele de Pasquale
2- nellera della mondializzazione delleconomia,
della riduzione delle risorse naturali, del
divario tra Nord e Sud del mondo - è possibile armonizzare la libertà individuale
con la giustizia sociale? - è possibile conciliare le differenze tra gli
uomini con lesigenza dellequità implicita nella
giustizia?
3- John Rawls è unanimemente considerato uno dei
più influenti filosofi politici del Novecento
anche i suoi più strenui oppositori lo ammettono,
come, ad esempio, Robert Nozick, il quale ha
affermato che coloro che si occupano di questi
temi o devono lavorare con Rawls o devono
spiegare perché non farlo. E Amartya Sen giunge a
considerare la teoria della giustizia rawlsiana
"di gran lunga la più influente - e ... più
importante - che sia stata presentata in questo
secolo
4- la giustizia è per Rawls
- "il primo requisito delle istituzioni sociali
- le leggi e le istituzioni devono essere abolite o
riformate se sono ingiuste, anche se fornissero
un certo grado di benessere alla società nel suo
complesso, in quanto - "ogni persona possiede un'inviolabilità fondata
sulla giustizia su cui neppure il benessere della
società nel suo complesso può prevalere. Per
questa ragione la giustizia nega che la perdita
della libertà per qualcuno possa essere
giustificata da maggiori benefici goduti da
altri" (Rawls, Una teoria della giustizia).
5-
- Rawls è nettamente contrario allutilitarismo
- non può definirsi giusta una società che pensi di
poter controbilanciare i sacrifici imposti a
pochi con una maggiore quantità di vantaggi
goduti da molti - in una società giusta si devono dare per scontate
"eguali libertà di cittadinanza l'eguaglianza
nel godimento delle libertà fondamentali è un
diritto assoluto, che non ammette eccezioni nè
compromessi - l'unico caso in cui sia tollerabile
un'ingiustizia perpetuata ai danni della libertà
è quello in cui si è costretti ad evitare
un'ingiustizia ancora maggiore (ad es. rendere
schiavo il prigioniero di guerra rappresenta un
passo avanti rispetto all'usanza di ucciderlo)
6- bisogna fondare su basi razionali alcuni
essenziali criteri di giustizia che possano
valere per tutti gli uomini - L'idea guida è piuttosto quella che i principi
di giustizia per la struttura fondamentale della
società sono oggetto dell'accordo originario.
Questi sono i principi che persone libere e
razionali, preoccupate di perseguire i propri
interessi, accetterebbero in una posizione
iniziale di eguaglianza per definire i termini
fondamentali della loro associazione. Questi
principi devono regolare tutti gli accordi
successivi essi specificano i tipi di
cooperazione sociale che possono essere messi in
atto e le forme di governo che possono essere
istituite. Chiamerò giustizia come equità questo
modo di considerare i principi di giustizia.
(Rawls, Una teoria della giustizia) - poichè gli individui di una società hanno
obiettivi e fini diversi, è necessario che gli
uomini raggiungano un comune accordo sui criteri
della equa distribuzione dei beni essenziali - è necessario stabilire in via preliminare una
"pubblica concezione di giustizia", che formi "lo
statuto fondamentale di un'associazione umana
bene-ordinata"
7- una società è "bene-ordinata" non solo se tende a
promuovere il benessere dei suoi membri, ma se è
anche regolata da una concezione pubblica della
giustizia, che richiede due condizioni
ogni individuo deve accettare e sapere che gli
altri accettano i medesimi princìpi di giustizia
le istituzioni fondamentali devono soddisfare in
modo riconosciuto tali princìpi
in mancanza di un accordo tra i membri di una
società su ciò che è giusto e ciò che è ingiusto
risulta più difficile stabilire legami
vantaggiosi di convivenza civile, in quanto
diventano dominanti il sospetto e l'ostilità
8- come giustificare razionalmente le regole di
giustizia da far valere all'interno delle moderne
democrazie? - Rawls immagina una situazione iniziale (original
position) in cui i singoli individui scelgono i
princìpi di giustizia in condizione di assoluta
eguaglianza, in quanto sono privi di un certo
numero di informazioni relative alla propria
condizione futura nella società - la scelta viene effettuata sotto "un velo di
ignoranza" (veil of ignorance)
9- Dal punto di vista della giustizia come equità
la posizione originaria di uguaglianza
corrisponde allo stato di natura della teoria
tradizionale del contratto sociale. Naturalmente
questa posizione originaria non è considerata
come uno stato di cose storicamente reale, e meno
ancora come una condizione puramente ipotetica,
caratterizzata in modo tale da condurre a una
certa concezione della giustizia. Tra le
caratteristiche essenziali di questa situazione
vi è il fatto che nessuno conosce il suo posto
nella società, la sua posizione di classe o il
suo status sociale, la parte che il caso gli
assegna nella suddivisione delle doti naturali,
la sua intelligenza, forza e simili. Assumerò
anche che le parti contraenti non sanno nulla
delle proprie concezioni del bene e delle proprie
particolari propensioni psicologiche. I principi
di giustizia vengono scelti sotto un velo di
ignoranza. Questo assicura che nella scelta dei
principi nessuno viene avvantaggiato o
svantaggiato dal caso naturale o dalla
contingenza delle circostanze sociali. Poiché
ognuno gode di una identica condizione, e nessuno
è in grado di proporre dei principi che
favoriscano la sua particolare situazione, i
principi di giustizia sono il risultato di un
accordo o contrattazione equa. Infatti, date le
circostanze della posizione originaria, e cioè la
simmetria delle relazioni di ciascuno con gli
altri, questa situazione iniziale è equa tra gli
individui intesi come persone morali, vale a dire
come esseri razionali che hanno fini propri e
sono dotati, come assumerò, di un senso di
giustizia. Si potrebbe quindi dire che la
posizione originaria è il corretto status quo
iniziale, e perciò agli accordi fondamentali
stipulati in esse sono equi. Questo spiega
l'appropriatezza del termine "giustizia come
equità" esso porta con sé l'idea che i principi
di giustizia sono concordati in una condizione
iniziale equa. (Rawls, Una teoria della
giustizia)
10- il "velo di ignoranza" ha il compito di escludere
la conoscenza di quei fattori contingenti che
porrebbero gli uomini in conflitto tra loro,
rendendo impossibile qualsiasi accordo sui
princìpi di giustizia - il "velo di ignoranza" rende eguali le parti
nella posizione originaria - tutti hanno gli stessi diritti nella procedura di
scelta dei princìpi e ognuno può avanzare
proposte razionali da sottoporre al giudizio e
all'accordo altrui
11- la teoria rawlsiana può definirsi "una teoria
della giustizia come equità - i princìpi di giustizia scaturiti sono il
risultato di un accordo equo perché conseguito in
una condizione iniziale equa - i princìpi di giustizia sono quelli che le
persone razionali, preoccupate della propria
sorte, sceglierebbero in condizione di
eguaglianza iniziale, qualora cioè nessuno fosse
manifestamente avvantaggiato o svantaggiato da
contingenze sociali o naturali
12- letica rawlsiana è un'etica dell'autonomia
perché, grazie al velo di ignoranza, fa
discendere la giustizia dall'accordo di persone
libere e indipendenti, in quanto non determinate
da motivi egoistici e contingenti - "Credo che Kant abbia sostenuto che una persona
agisce autonomamente quando i princìpi della sua
azione sono scelti da lui come l'espressione più
adeguata possibile della sua natura di essere
razionale libero ed eguale. I princìpi in base ai
quali agisce non vanno adottati a causa della sua
posizione sociale o delle sue doti naturali, o in
funzione del particolare tipo di società in cui
vive, o di ciò che gli capita di volere. Agire in
base a questi princìpi significherebbe agire in
modo eteronomo. Il velo di ignoranza priva le
persone nella posizione originaria delle
conoscenze che le metterebbero in grado di
scegliere princìpi eteronomi. Le parti giungono
insieme alla loro scelta, in quanto persone
razionali libere ed eguali, conoscendo solo
quelle circostanze che fanno sorgere il bisogno
di princìpi di giustizia". (Rawls, Una teoria
della giustizia) - i princìpi di giustizia sono da considerarsi come
"imperativi categorici" nel senso kantiano - "agire a partire dai princìpi di giustizia
significa agire a partire da imperativi
categorici, nel senso che essi si applicano al
nostro caso indipendentemente dai nostri scopi
particolari" (Rawls, Una teoria della giustizia)
13- abbandonata la tradizione utilitarista, Rawls
si allaccia al contrattualismo che aveva trovato
in Kant il suo momento più alto - " è mio scopo presentare una concezione della
giustizia che generalizza e porta a un più alto
livello di astrazione la nota teoria del
contratto sociale, quale si trova ad esempio in
Locke, Rousseau e Kant ". (Rawls, Una teoria
della giustizia) - il neo-contrattualismo di Rawls si differenzia da
quello classico in un punto fondamentale - il contratto sociale di Hobbes, Locke, Rousseau,
Kant aveva come fine quello di giustificare
razionalmente il potere dello Stato, non quello
di proporre un modello di società giusta
14-
- concretamente i princìpi di giustizia sono dei
criteri orientativi di carattere etico, bisognosi
di essere ulteriormente tradotti in termini di
prassi politica e istituzionale dopo che gli
uomini hanno abbandonato la condizione originaria
e il velo di ignoranza - Affermo invece che le persone nella situazione
iniziale sceglierebbero due principi piuttosto
differenti il primo richiede l'eguaglianza
nell'assegnazione dei diritti e dei doveri
fondamentali, il secondo sostiene che le
ineguaglianze economiche e sociali, come quelle
della ricchezza e del potere, sono giuste
soltanto se producono benefici compensativi per
ciascuno, e in particolare per i membri meno
avvantaggiati della società.
15- Questi principi escludono la possibilità di
giustificare le istituzioni in base al fatto che
i sacrifici di alcuni sono compensati da un
maggior bene aggregato. Il fatto che alcuni
abbiano meno affinché altri prosperino può essere
utile, ma non è giusto. Invece i maggiori
benefici ottenuti da pochi non costituiscono
uningiustizia, a condizione che anche la
situazione delle persone meno fortunate migliori
in questo modo (Rawls, Una teoria della
giustizia) - Rawls ha dato varie formulazioni dei due
princìpi, ma l'aspetto più importante e comune a
tutte è il fatto che la scelta deve prescindere
da intenti particolaristici (pensare a se stessi)
o utilitaristici (pensare alla maggioranza), e
deve invece essere compiuta in nome
dell'universalità della natura umana
16-
- la libertà è il primo e fondamentale principio di
giustizia che deve essere goduta in modo eguale
da tutti -
libertà politica diritto di voto, attivo e
passivo
libertà personale e quella di possedere la
proprietà privata
libertà dall'arresto e dalla detenzione arbitrari
libertà di parola e di riunione
libertà di pensiero
tutti i valori sociali - libertà e opportunità,
ricchezza e reddito - devono essere distribuiti
in modo eguale a meno che una distribuzione
ineguale, di uno o di tutti questi valori, non
vada a vantaggio di ciascuno l'ingiustizia
coincide semplicemente con le ineguaglianze che
non vanno a beneficio di tutti
17- per il secondo principio di giustizia le
ineguaglianze sono giuste solo se producono
benefici compensativi per ognuno -
- è naturale l'esistenza, all'interno delle
società, di gruppi meno favoriti - una società giusta deve praticare il "principio
di riparazione - se si vuole assicurare a tutti un'effettiva
eguaglianza di opportunità, la società deve
prestare maggiore attenzione a coloro che sono
nati con meno doti o in posizioni sociali meno
favorevoli. L'idea è quella di riparare i torti
dovuti al caso, in direzione dell'eguaglianza.
Per ottenere questo obiettivo dovrebbero essere
impiegate maggiori risorse nell'educazione dei
meno intelligenti invece che in quella dei più
dotati, almeno in un determinato periodo della
vita, quello dei primi anni di scuola" (Rawls,
Una teoria della giustizia)
18-
- elemento cardine della teoria della giustizia è
il "principio di differenza", che egli collega
all'idea di fratellanza - "Il principio di differenza sembra corrispondere
al significato naturale della fraternità cioè,
all'idea di non desiderare maggiori vantaggi, a
meno che ciò non vada a beneficio di quelli che
stanno meno bene. La famiglia, in termini ideali,
ma spesso anche in pratica, è uno dei luoghi in
cui il principio di massimizzare la somma dei
vantaggi è rifiutato. In generale, i membri di
una famiglia non desiderano avere dei vantaggi, a
meno che ciò non promuova gli interessi dei
membri restanti. Il voler agire secondo il
principio di differenza ha esattamente le stesse
conseguenze. Coloro che si trovano nelle
condizioni migliori desiderano ottenere maggiori
benefìci soltanto all'interno di uno schema in
cui ciò va a vantaggio dei meno fortunati ".
(Rawls, Una teoria della giustizia) - a volte si pensa che l'ideale della
fraternità non si addica alla società, in quanto
implica legami affettivi e sentimenti che non è
realistico attendersi dai membri del corpo
sociale, ma ciò dimostra semplicemente che la
nostra democrazia è ancora incompleta, dal
momento che dei tre princìpi proclamati nel 1789
la fraternità è quello più trascurato
19- il principio di differenza viene collegato alla
regola del maximin (abbreviazione di maximum
minimorum), in base alla quale bisogna migliorare
il più possibile la situazione di coloro che
stanno peggio o, con un'altra formulazione, le
ineguaglianze sono ammesse quando massimizzano, o
almeno contribuiscono generalmente a migliorare,
le aspettative di lungo periodo del gruppo meno
fortunato della società - .
- alla regola del maximin si attengono gli
individui nella posizione originaria, quando,
incerti sulla propria condizione sociale futura
(non sanno se saranno tra i più o i meno
avvantaggiati), scelgono razionalmente la
soluzione più equa dal punto di vista morale
20-
- "possiamo associare alle tradizionali idee di
libertà, fraternità ed eguaglianza
l'interpretazione democratica dei due princìpi di
giustizia nel modo che segue la libertà
corrisponde al primo principio, l'eguaglianza
all'idea di eguaglianza del primo principio unita
all'eguaglianza di equa opportunità, e la
fraternità al principio di differenza ". - (Rawls, Una teoria della giustizia)