A spasso per la storia - PowerPoint PPT Presentation

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A spasso per la storia

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A spasso per la storia tra infiniti e infinitesimi La storia del Calcolo Sublime Solo due grandi protagonisti? La storia non sequenziale del Calcolo Sublime ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: A spasso per la storia


1
A spasso per la storia
tra infiniti e infinitesimi
2
La storia del Calcolo SublimeSolo due grandi
protagonisti?
Newton e Leibniz Leibniz e Newton O ANCHE
ALTRI?
3
La storia non sequenziale del Calcolo Sublime
Interesse per processi infinitesimali (Anassagora)
Infiniti paradosso di Achille e della tartaruga
(Zenone)
Infinito potenziale, serie (Aristotele)
Metodo di esaustione (Eudosso, Archimede)
Metodi euristici (Archimede)
Serie non convergenti (Oresme, Grandi)
Metodo degli indivisibili (Cavalieri)
Calcolo differenziale e integrale (Newton,
Leibniz)
Infinito attuale e cardinali transfiniti (Cantor)
Concezione assiomatica dei reali. Infinitesimo
attuale (Robinson)
La S.I.A.
4
Radici antichissime locchio di Horus
1/8
1/4
1/16
1/2
1/32
1/64
5
Gli Egiziani e le (prime) potenze di ½
  • (1/2) (1/4) (1/8) (1/16) (1/32) (1/64)
    1!
  • Il risultato esatto sarebbe
  • 63/64
  • (cioè 1 1/64)
  • È un primo abbozzo di procedimento
    infinitesimale, ma interrotto quando le
    quantità coinvolte diventano troppo piccole
    (minori di 1/64).
  • Contesto culturale tutto ciò è in perfetto
    accordo con lo spirito della matematica egizia,
    supporto per gli ingegneri più che ricerca
    teorica vera e propria.

6
Il mito dellocchio di Horus consente una
riflessione matematica
  • Riprendiamo lesempio senza fermarci ad una
    addizione di infiniti addendi, intuitivamente,
    è sempre associata una somma infinitiamente
    grande.
  • Infatti se addizioniamo tutte le potenze di un
    numero positivo (ad esempio 2) 12483264
    superiamo ogni kgt0, qualsiasi sia il k
    considerato.
  • Ma se quel numero è invece minore di 1?
    1(1/2)(1/4)(1/8)(1/16)(1/32) (1/64)

7
Riflettiamo sullultimo esempio
  • 1(1/2)(1/4)(1/8)(1/32)(1/64)
  • supera ogni kgt0, qualsiasi sia il k
    considerato?
  • La risposta è no. Basta prendere k 2 la somma
    non supererà mai 2, qualsiasi sia il numero di
    addendi considerati
  • 1 per arrivare a 2 dovremmo aggiungere 1
  • aggiungiamo la metà di ciò che manca ½
  • 1 ½ per arrivare a 2 dovremmo aggiungere ½
  • aggiungiamo la metà di ciò che manca ¼
  • e via di seguito aggiungiamo sempre la metà
    di ciò che manca quindi non supereremo mai 2.

8
Completiamo la scomposizione dellocchio di Horus
  • Quello rosso è il triangolo rettangolo isoscele
    con il cateto unitario.
  • E proseguendo così?

1/4
1/8
1/16
1/2
  • (1/2)(1/4)(1/8)(1/16)(132)(1/64)(1/128)
    lt1
  • anzi, più addendi consideriamo, più ci
    avviciniamo a 1.

9
Un altro antico esempio
  • Per superare lidea (errata!) infiniti addendi,
    somma infinita ci riferiremo a Zenone dElea
    (490 430 a.C.) e al paradosso di Achille e
    della Tartaruga.
  • una addizione con infiniti addendi la cui somma
    non supera, per quanti addendi si considerino, un
    numero finito.
  • Riflettendo sulla rincorsa di Achille alla
    Tartaruga, infatti , calcoleremo la somma
    (finita) di tutte le (infinite) potenze di 1/10.

10
Zenone, Achille e la Tartaruga
  • A. concede 1m di vantaggio a T. ed è 10 volte più
    veloce di essa.
  • Quando A. avrà raggiunto la posizione iniziale di
    T., T. avrà percorso nuovamente 0,1 m.
  • Raggiunta poi questa seconda posizione, A.
    percorrerà dunque 10,10,001 1,111
  • Dopo 1,2 m Achille avrà superato Tartaruga!
  • 11/101/1001/1000 10/9
  • P.S. A Zenone (scuola eleatica) largomento serve
    per negare la realtà del moto.

11
Anassagora, e i suoi processi infinitesimali
  • Nulla nasce e nulla perisce, ma nascita e morte
    sono solo termini convenzionalmente utilizzati
    dagli esseri umani per identificare mescolanza e
    disgregazione delle parti dellEssere. Anassagora
    chiama queste parti semi originari.
  • I semi sono caratterizzati dallessere di numero
    infinito, identici tra loro e infinitamente
    divisibili.

Anassagora di Clazomene, (496 a.C. Lampsaco,
428 a.C. circa). Fu il primo filosofo a
"importare" la filosofia nella penisola greca,
più precisamente ad Atene (prima di lui la
filosofia era diffusa solamente nelle colonie
greche dell'Asia Minore e della Magna Grecia).
12
Eudosso, i numeri reali e il metodo di
  • Secondo Archimede, Eudosso sviluppò la teoria
    delle proporzioni che consentì di superare le
    difficoltà che si incontrano per trattare i
    numeri irrazionali questa teoria sarà ripresa
    negli Elementi di Euclide e in sostanza consente
    di trattare rigorosamente i numeri reali pensati
    come rapporti di grandezze.
  • Eudosso sviluppò il metodo di esaustione di
    Antifone, che sarà usato in modo magistrale da
    Archimede e la dimostrazione rigorosa delle
    formule che forniscono i volumi del cono e della
    piramide.

Eudosso di Cnido (408 355 a.C.) matematico e
astronomo, cui sono attribuiti risultati
fondamentali per il costituirsi della matematica
come scienza.
13
Aristotele, e lin-finito
  • L' infinito è essere in potenza, ed è essere come
    potenza ed essere come atto.
  • La caratteristica essenziale dell'infinito è
    proprio quella di essere non finito e dunque
    essere costantemente incompiuto.
  • Quindi per l'infinito passare dalla potenza (la
    possibilità di realizzarsi come infinito)
    allatto (quando questa possibilità si è
    realizzata) non comporta nessuna reale
    trasformazione o acquisizione di caratteristiche
    che prima non aveva, come avviene comunemente nel
    passaggio dalla potenza all'atto. Infatti
    infinito era prima (essere come potenza) ed
    infinito è dopo (essere come atto).

14
Aristotele, e lin-finito
  • Condividendo la concezione pitagorica fondata su
    argomenti etico-estetici più che fisici, ma
    fondati logicamente, anche Aristotele concepisce
    l'idea che l'infinito è equivalente
    all'imperfezione perché mai compiuto, non
    pienamente realizzato, come è invece per il
    finito a cui non manca niente per essere
    completo.

15
Archimede, e i suoi processi di esaustione
  • Nel breve lavoro La misura del cerchio viene
    dimostrato che un cerchio è equivalente a un
    triangolo con base eguale alla circonferenza e
    altezza eguale al raggio. Tale risultato è
    ottenuto approssimando arbitrariamente il
    cerchio, dallinterno e dall'esterno, con
    poligoni regolari inscritti e circoscritti. Con
    lo stesso procedimento Archimede espone un metodo
    con il quale può approssimare arbitrariamente il
    rapporto tra circonferenza e diametro di un
    cerchio dato, rapporto che oggi si indica con p.
  • Le stime esplicitamente ottenute limitano questo
    valore fra 22/7 (circa 3.1429) e 223/71 (circa
    3.1408).

Archimede di Siracusa (circa 287 a.C. 212 a.C.)
matematico, ingegnere, fisico e inventore
siceliota. Uno dei massimi scienziati della
storia. Qui sopra in un dipinto di Domenico Fetti
(1620)
16
Archimede, e il metodo
  • Il metodo (perduto almeno dal Medioevo, letto per
    la prima volta nel famoso palinsesto trovato da
    Heiberg nel 1906, poi perduto e ritrovato nel
    1998) consente di penetrare nei procedimenti
    usati da Archimede nelle sue ricerche.
    Rivolgendosi ad Eratostene, spiega di usare due
    diversi metodi nel suo lavoro.
  • Una volta individuato il risultato voluto, per
    dimostrarlo formalmente usava quello che poi fu
    chiamato metodo di esaustione, del quale si
    hanno molti esempi in altre sue opere. Tale
    metodo non forniva però una chiave per
    individuare i risultati.
  • Il metodo meccanico è basato sulla sua statica
    e sull'idea di dividere le figure in un numero
    infinito di parti infinitesime. Archimede
    considerava questo secondo metodo non rigoroso
    ma, a vantaggio degli altri matematici, fornisce
    esempi del suo valore euristico nel trovare aree
    e volumi ad esempio, il metodo meccanico è usato
    per individuare larea di un segmento di parabola.

17
Archimede, e la prima serie
  • Nellopera Quadratura della parabola calcola
    larea di un segmento di parabola.
  • Si considerano le rette parallele allasse della
    parabola passanti per gli estremi della base.
    Viene poi tracciata una terza retta parallela
    alle prime due e da loro equidistante.
    Lintersezione di questultima retta con la
    parabola determina il terzo vertice del
    triangolo. Sottraendo al segmento di parabola il
    massimo triangolo inscritto si ottengono due
    nuovi segmenti di parabola, nei quali si possono
    inscrivere due nuovi triangoli. Iterando il
    procedimento si riempie il segmento di parabola
    con infiniti triangoli. Larea richiesta è
    ottenuta calcolando larea di tutti i triangoli e
    sommando gli infiniti termini ottenuti. Il passo
    finale si riduce alla somma della serie
    geometrica di ragione 1/4
  • È questo il primo esempio conosciuto di somma di
    una serie.
  • P.S. Allinizio dell'opera è introdotto quello
    che è ancora oggi chiamato assioma di Archimede.

18
Eudosso e Archimede
  • Il lavoro di Eudosso e Archimede come precursori
    del calcolo infinitesimale, verrà superato in
    sofisticatezza e rigore matematico solo dal
    matematico indiano Bhaskara II (1114-1185) e da
    Isaac Newton (1642-1727).

19
Nicola dOresme, genio
  • Inventa un metodo delle coordinate (300 anni
    prima di Cartesio)
  • lo applica al movimento di un punto e trova la
    legge del moto (300 anni prima di Galileo)
  • Sviluppa il primo metodo di calcolo delle potenze
    frazionarie, la applica ai rapporti musicali e
    inventa la scala temperata (250 anni prima di
    Simon Stevin)
  • Si interessa alla somme infinite

Nicole Oresme (1323 11 luglio 1382) fu
matematico, fisico, astronomo e economista,
vescovo, filosofo, psicologo e musicologo. Fu uno
dei più famosi e influenti pensatori del tardo
Medioevo fu inoltre un teologo appassionato,
traduttore competente, influente consigliere di
re Carlo V di Francia e vescovo di Lisieux. Viene
considerato uno dei principali fondatori e
divulgatori delle scienze moderne e uno dei più
originali pensatori del XIV secolo, è considerato
un filosofo della Scolastica.
20
Nicola dOresme, matematico
  • Nel Tractatus de configurationibus qualitatum et
    motuum, Questiones super geometriam Euclidis
    elaborò metodi per le somme infinite che
    prepararono la via per il calcolo infinitesimale
    di Cartesio e Galileo.
  • Dimostrò la divergenza della serie armonica,
    utilizzando il metodo standard insegnato ancora
    oggi nelle lezioni di calcolo.

21
Infinitesimi in geometriaCavalieri e i suoi
indivisibili
  • Bonaventura Cavalieri (Milano 1589 ca. - Bologna
    1647). La sua fama è legata soprattutto al
    metodo degli indivisibili rigorosamente
    sviluppato nell'opera Geometria indivisibilibus
    continuorum nova quadam ratione promota (1635)
  • Considerò qualsiasi grandezza geometrica linee,
    piani, solidi come linsieme di costituenti
    elementari quali punti, linee e piani che vengono
    denominati infiniti indivisibili.

Gesuita, di formazione umanistica, si dedicò
alla predicazione, ma compì anche studi
matematici a Pisa, dove fu allievo di Galileo
Galilei. Nel 1629 ottenne a Bologna la cattedra
di matematica che conservò fino alla
morte. Cavalieri compì anche importanti ricerche
nei campi della trigonometria piana e sferica,
del calcolo logaritmico, dell'ottica e
dell'astronomia.
22
Infinitesimi in geometriaCavalieri e i suoi
indivisibili
  • La teoria sollevò aspre polemiche tra i
    contemporanei, ma influì notevolmente sullo
    sviluppo della geometria e costituì
    unanticipazione dei principi che avrebbero
    ispirato il calcolo infinitesimale.

23
Infiniti1694 Tacquet tra finito e infinito
  • Nel 1694 Andrea Tacquet notava
  • Con facilità si passa
  • da una progressione finita alla progressione
    infinita.
  • E cè da stupirsi che gli Aritmetici che
    conoscevano il teorema sulle progressioni finite
    abbiano ignorato quello sulle progressioni
    infinite, che si deduce immediatamente.

24
InfinitesimiNewton e Leibniz
  • La messa a punto dei principali concetti e dei
    procedimenti dellanalisi infinitesimale, almeno
    per quanto riguarda la loro interpretazione
    seicentesca, fu opera di Isaac Newton (1642-1727)
    e di Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716).

25
Newton e Leibniz
  • Cronologicamente, Newton lavorò sul metodo
    diretto
  • e inverso delle flussioni a partire dal 1665,
    ma ritardò
  • la diffusione dei propri risultati pubblicò
    Philosophiae
  • Naturalis Principia Mathematica (1686-1687) e
  • Tractatus de quadratura curvarum (1704).
  • Lopera Methodus fluxionum et serieruminfinitarum
    fu
  • pubblicata soltanto postuma nel 1736. Con i
    lavori di
  • Newton il calcolo poteva essere considerato
  • concettualmente a punto.
  • Ma sarà Leibniz che darà ordine di metodo ed
  • introdurrà una simbologia efficace.

26
Dove porta il metodoNewton fisico e matematico
  • Le differenze tra Leibniz e Newton spiegano la
    diversa influenza che i due pensatori hanno
    esercitato sullo sviluppo della scienza. Leibniz
    tende sistematicamente alla generalità, ()
    Newton mente inglese, portata alla
    considerazione del particolare concreto lavora
    di solito sopra esempi tratti dal campo
    algebrico, () ma proprio questi esempi portano a
    questioni che esorbitano dalla generalità
    leibniziana" (Enriques, 1938, p. 63).
  • Limpostazione newtoniana del Calcolo superava
    nettamente in flessibilità ed in profondità
    quella attribuita alla matematica greca che
    riguardava questioni statiche e non cinematiche

27
Newton e la gravitazione
  • Se la vaga concezione di una forza attrattiva
    governatrice dei movimenti celesti, la quale era
    per così dire nellaria durante la seconda metà
    del secolo XVII, poté mutarsi nella solida teoria
    della gravitazione universale, fu perché Newton
    disponeva di un ordigno matematico delicato e
    rigoroso, cioè il calcolo delle flussioni in tal
    modo alla geometria del cielo, in cui
    sillustrarono gli astronomi greci, poté venire
    aggiunta la meccanica celeste, scienza ben
    meritevole dellepiteto di sublime, in quanto
    permette non soltanto di spiegare, ma di
    preannunziare i fenomeni aventi per teatro il
    cielo (Loria, 1938, p. 136).

28
Dove porta il metodoGli infinitesimi di Leibniz
Per Leibniz la derivata è, per definizione, il
rapporto tra linfinitesimo dy e linfinitesimo
dx
Un esempio la funzione yx2
raccogliendo ora a fattore dx nel numeratore si
ottiene
29
La duplice natura degli infinitesimi
A questo punto Leibniz considera dx infinitesimo
e quindi trascurabile rispetto al numero reale
2x, dunque la derivata vale
Tutto ciò lascia quanto meno perplessi
30
La critica di Berkeley
Quando si divide per dx si presuppone che sia
diverso da zero, e quando si elimina il dx si
presuppone che sia uguale a zero gli
infinitesimi sono dunque entità
contradditorie. Berkeley definisce ironicamente
gli infinitesimi ghosts of departed quantities
(fantasmi di entità defunte).
31
Con gli infinitesimi di Leibniz
salta larchimedeità per i reali, in base alla
quale per ogni numero reale a, esiste un numero
naturale n tale che a sia maggiore del reciproco
di n. Questa proprietà non può valere per gli
infinitesimi dato che Leibniz aveva definito gli
infinitesimi come i più piccoli numeri
immaginabili e quindi non potevano esistere
numeri reali minori.
32
Come superare limpasse
  • abolire gli infinitesimi e rifondare il calcolo
    su nuove basi (la strada scelta da Cauchy e
    Weierstrass nellOttocento)
  • ridefinire in modo rigoroso i concetti di
    infinitesimo e di derivata (è la strada di
    Abraham Robinson negli anni Sessanta del XX
    secolo).

Nel frattempo però
33
Serie con somma infinitaGuido Grandi
  • Nel 1703 pubblicò il libro La quadratura del
    cerchio e delliperbole, al cui interno scoprì lo
    stesso paradosso matematico intuito anche da
    Leibniz, ossia che la somma di una serie a segni
    alterni di numeri può non convergere (serie di
    Grandi)

Luigi Guido Grandi, al secolo Francesco Lodovico
Grandi (Cremona, 1º ottobre 1671 Pisa, 4 luglio
1742). Compì i suoi primi studi di grammatica
sotto la guida del giovane letterato Giambattista
Canneti e poi nel locale Collegio dei Gesuiti,
dove ebbe come maestro il futuro matematico
Giovanni Girolamo Saccheri. Alletà di 16 anni
entrò nel monastero camaldolese di Classe in
Ravenna, assumendo il nome Guido in sostituzione
degli originari Francesco Lodovico, e qui ritrovò
lantico maestro divenuto padre Pietro Canneti.
Proseguiti gli studi teologici a Roma e quelli
geometrici e matematici a Firenze, nel 1700
divenne professore di filosofia nel monastero
camaldolese di Firenze.
34
Serie di Grandi
  • La somma infinita 1 - 1 1 - 1 ... (simile
    alla serie 1 - 2 3 - 4 ) non si può
    sommare. Essa si può rappresentare con la
    formula
  • Con linguaggio moderno diremmo la successione
    delle sue somme parziali non possiede limite.
  • In un senso esteso però si può dire che la sua
    somma di Cesàro (limite del valor medio delle
    somme parziali) è 1/2.

35
Contare senza sommareCantor e linfinito attuale
  • Alla fine dellOttocento il matematico tedesco
    George Cantor, studiando il possibile numero di
    discontinuità nella convergenza delle serie di
    Fourier si imbatte ne il numero dei naturali1
  • Nellintrodurre linsieme derivato, ossia
    linsieme dei punti di accumulazione di un
    insieme dato, scopre e costruisce insiemi che
    spariscono dopo essere stati derivati tante
    volte quanti i numeri naturali 1!
  • È la nascita degli ordinali transfiniti ?1,
    ?2, ?3

36
Cantor e i suoi ordinali
  • Per gli ordinali di Cantor non vale la proprietà
    commutativa ?1gt1?.
  • Invece 1 ? ?.
  • Cantor delinea lalgebra degli ordinali
    transfiniti.

37
Contare e sommareCantor dagli ordinali ai
cardinali
  • Se si prescinde dallordine allora gli insiemi
    hanno un loro CARDINALE, che definisce la
    numerosità dellINSIEME.
  • EQUIPOTENZA due insiemi sono equipotenti se
    possono essere messi in corrispondenza biunivoca
    tra di loro.
  • Naturali, interi, razionali hanno la stessa
    potenza, quindi lo stesso cardinale.
  • I reali non sono equipotenti ai naturali devono
    avere un altro cardinale.
  • Si lavora con gli INFINITI

38
Il recupero degli infinitesimiRobinson e
lanalisi non-standard
  • Intorno agli anni 60 del XX secolo Abraham
    Robinson, un logico matematico tedesco emigrato
    negli USA, scoprì che tutti gli insiemi numerici
    potevano essere estesi con numeri non standard
    che ne ereditavano le proprietà.
  • Per linsieme dei numeri reali questi altro non
    erano che gli infinitesimi di Leibniz, definiti
    questa volta in modo assolutamente rigoroso
    diventava così possibile fondare nuovamente
    l'Analisi sul concetto di infinitesimo, cosa che
    Robinson fece nel suo libro Non standard Analysis
    (1966).
  • Analisi non standard è il nome dato a questa
    nuova formulazione dellAnalisi. Definizioni e
    dimostrazioni ritrovano la semplicità e la
    linearità che era del calcolo di Leibniz.

39
Robinson e linfinitesimo attuale
  • Secondo Robinson un infinitesimo è un numero e
    minore in valore assoluto di qualsiasi 1/n per
    ogni n.
  • A differenza di Leibniz, egli attribuisce a tali
    e la dignità di numeri.
  • La categoria dei NUMERI IPERREALI è linsieme dei
    reali, degli infinitesimi, dei reciproci degli
    infinitesimi (numeri infiniti) e di altri numeri
    infinitamente vicini ai reali.
  • Un numero iperreale non infinito è, pertanto,
    della forma ae dove a è un numero reale ed e
    un infinitesimo. Di conseguenza, attorno ad un
    numero reale, esiste un intorno di numeri
    iperreali a distanza infinitesima da esso, i
    quali costituiscono l'insieme degli a e tale
    insieme viene detto monade e viene indicato con µ
    (a).
  • Si dimostra che e è minore di ogni numero reale
    positivo.

40
La derivata secondo Robinson
A questo punto la nuova definizione di derivata
è semplicemente
Nellesempio della funzione y x 2
leliminazione finale dellinfinitesimo dx è
ora pienamente giustificata.
41
La derivata secondo Robinson
  • Per Robinson quindi gli infinitesimi sono
    definitivamente diversi da zero e la loro
    eliminazione è giustificata dalluso della
    funzione st(_).
  • Anche la definizione di integrale e la
    dimostrazione del teorema fondamentale del
    calcolo integrale risultano molto semplificate
    usando questa impostazione.

42
Si moltiplicano le rifondazioni dellanalisi
  • Negli anni 70 il matematico inglese John Conway
    inventa i numeri surreali, unestensione degli
    iperreali. Sarebbero piaciuti a Dalì e a De
    Chirico, se avessero capito qualcosa di
    matematica

43
La Smooth Infinitesimal Analysis (SIA)
  • Sempre negli anni 70 si sviluppa la SIA, che
    porta alle estreme conseguenze il concetto di
    continuità con il principio di microlinearità.
  • Conseguenza di questo principio è lesistenza di
    numeri non nulli a quadrato nullo Linsieme
    delle grandezze dx diverse da zero per le quali è
    dx20 è non vuoto.
  • Si rinuncia al principio del terzo escluso due
    numeri o sono esattamente uguali, o differiscono
    per un infinitesimo e quindi sono indistinguibili
    o differiscono per un numero finito e quindi sono
    diversi.

44
Lalgebra degli infinitesimi nella SIA
Poiché dx20 lalgebra degli infinitesimi risulta
semplificata
  • (xdx)2 x22xdxdx2 x22xdx
  • (xdx)3 x33x2dx3xdx2dx3 x33x2dx
  • (xdx)n xnnxn-1dx

45
E i limiti nella SIA?
Il numero di Nepero e diventa
diventa
diventa
46
La derivata nella SIA?
  • La derivata viene definita in maniera implicita
    f(xdx)f(x)f(x)dx
  • Si evita la definizione esplicita che comporta la
    divisione per un infinitesimo, indistinguibile da
    zero.

47
Alcuni esempi
  • Se f(x)x2 allora (xdx)2x2f(x)dx porge
    x22xdx x2f(x)dx da cui 2xf(x)
  • Se f(x)sin(x) allora sin(xdx)sin(x)f(x)dx
    porge sin(x)cos(dx)cos(x)sin(dx)sin(x)f(x)dx
    da cui sin(x)cos(x)dxsin(x)f(x)dx da cui
    cosxf(x)
  • Se f(x)ex allora e(xdx)exf(x)dx porge
    exedxexf(x)dx da cui ex(1dx)exf(x)dx da
    cui exf(x)

48
Dovè il trucco?
  • Come può essere tutto così semplice? È il ritorno
    a Leibniz la chiave di tutto?
  • Robinson mantiene gli infinitesimi e giustifica
    leliminazione del dx con la regola della parte
    standard.
  • Nella SIA leliminazione del dx è preventiva, si
    fa dallinizio ponendo dx20.
  • Sono solo trucchi?

49
Conclusione
  • Sarebbe ipotizzabile un percorso didattico che
    approdi allo studio di funzioni reali di
    variabile reale passando per gli infinitesimi di
    Robinson o per la SIA?
  • Quali sarebbero le conseguenze a livello
    didattico?
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