Title: Scienza delle Finanze Redistribuzione
1Scienza delle FinanzeRedistribuzione
2Il possibile ruolo dello StatoLequità
Se la distribuzione della ricchezza in
uneconomia di mercato non è quella desiderata,
lo Stato può intervenire cambiandola. In
realtà, l'attività del settore pubblico implica
sempre una redistribuzione in quanto non
coincidono benefici marginali della spesa con il
prezzo/imposta pagato dal contribuente, dal
momento che la spesa è prevalentemente finanziata
dal sistema tributario generale. L'attività
redistributiva si esplica sia attraverso la spesa
sociale (per beni e servizi e, soprattutto per
trasferimenti) che attraverso le imposte
(patrimoniali e progressive). Il tema della
redistribuzione può essere studiato sotto il
profilo positivo e sotto quello normativo
3La disuguaglianza
- Quale variabile economica (reddito o consumo) è
più adatta a rappresentare il benessere degli
individui? - Il consumo non è soggetto alle fluttuazioni di
breve periodo del reddito ed è anche meno
influenzato dal ciclo di vita. E più stabile del
reddito. - Il consumo riflette non solo le concrete
opportunità di spesa ma anche le preferenze. - La scelta tra consumo e reddito dipende anche
dalla disponibilità dei dati - Se si considera il reddito lordo non si tiene
conto degli effetti redistributivi delle imposte - Quale unità di analisi (famiglia o individuo) è
più appropriata? - La famiglia è preferibile in quanto punto di
riferimento del benessere individuale il
riferimento al singolo individuo comporterebbe
lattribuzione di reddito a nullo a soggetti
(casalinghe, bambini) che godono di benessere a
livello familiare. - Definire laggregato famiglia
- Quali criteri consentono di rendere omogenei i
confronti tra famiglie con diverse
caratteristiche socio-demografiche? - La scala di equivalenza è un insieme di
coefficienti che consente di confrontare il
benessere di famiglie non omogenee (componenti,
figli minori, portatori handicap). - In Italia è utilizzato lISE (Indicatore della
Situazione Economica)
4Misure di disuguaglianza
- Una delle più antiche misure di disuguaglianza è
la curva di Lorenz che individua la quota del
reddito totale posseduta da frazioni (decili)
cumulate della popolazione, ordinata per livelli
non decrescenti di reddito. - Se i redditi sono distribuiti in parti uguali la
curva di Lorenz coincide con la retta di
equiripartizione allopposto, se tutto il
reddito è posseduto da un solo individuo la curva
di Lorenz assume un andamento ad angolo retto,
coincidente con lasse orizzontale. - La curva di Lorenz rappresenta un ordinamento
incompleto se due curve si intersecano non si
può dire quale delle due rappresenti una
distribuzione più o meno diseguale. - Per ottenere un ordinamento completo tra
distribuzioni in termini di maggiore o minore
disuguaglianza si fa ricorso a indici sintetici. - Lindice di Gini misura la disuguaglianza di una
distribuzione e ha valori tra 0
(equidistribuzione) e 1 (massima disuguaglianza). - Graficamente, in termini della curva di Lorenz
equivale al rapporto tra larea compresa tra la
retta a 45 e la curva di Lorenz e larea del
triangolo sottesa alla retta a 45
5La povertà definizioni e misura
- La misura della povertà presuppone
lidentificazione dei poveri. - Il riconoscimento di tale condizione si basa
sulla fissazione di una linea della povertà, cioè
una linea di demarcazione tra chi è povero e chi
non lo è. - Come si definisce la povertà?
- Povertà relativa si misurano le risorse
economiche di ognuno in relazione a quelle
possedute dagli altri. La soglia di povertà è
fissata in relazione ad un indice di posizione
(media o mediana) della distribuzione dei consumi
o dei redditi familiari. - Il concetto di povertà relativa può confondersi
con la nozione di disuguaglianza - La povertà relativa è influenzata dal ciclo
economico per esempio, in recessione lindice
rimane invariato anche se coloro che sono sotto
la soglia stanno peggio. - Povertà assoluta si basa sullindividuazione di
un paniere di beni e servzi essenziali che
garantisce il soddisfacimento di bisogni minimi.
Il valore del paniere individua la linea della
povertà assoluta. - La nozione di povertà assoluta è utilizzata dagli
organismi internazionali, possiede un carattere
di oggettività e non è influenzata dal ciclo
economico - E difficile definire in modo non ambiguo nelle
sociaetà industrializzate il concetto di
sussistenza.
6Tabella 7.1 Evoluzione della povertà in alcuni
paesi lindice di Gini Cap. 7, p. 92 del libro
di testo
7Analisi positiva
- L analisi positiva studia in quale direzione e
misura la finanza pubblica modifica la
distribuzione dei redditi operata dal mercato - La distribuzione dei redditi è determinata dalla
combinazione di due elementi - La disponibilità individuale dei fattori, il
capitale umano e il capitale materiale - I prezzi unitari che gli individui riescono ad
ottenere per la vendita dei servizi del loro
capitale - La distribuzione del capitale materiale è
determinata dalle condizioni familiari e sociali
la capacità di lavoro di un individuo dipende
dalle sue doti innate, dalle capacità acquisite
con listruzione (e con le prestazioni sanitarie)
e dalle sue preferenze - Le remunerazioni unitarie dei fattori produttivi
in un mercato non concorrenziale non dipendono
solo dalla produttività marginale ma anche da
fattori quali sesso, età, condizione sociale.
8Politiche correttive
- Per correggere la distribuzione si può
intervenire sia sulla proprietà dei fattori che
sulla remunerazione dei fattori - Gli interventi sul capitale materiale si
esplicano attraverso le imposte sui patrimoni,
quelli sul capitale umano prevalentemente con la
spesa per listruzione e la sanità. - Gli interventi sulla remunerazione dei fattori
avvengono con le imposte progressive e mediante
trasferimenti (per esempio con assegni familiari,
sussidi di disoccupazione). -
- Lo "stato assistenziale attenua le conseguenze
della distribuzione diseguale ma non ne rimuove
le cause, tranne che con gli interventi a favore
del capitale umano.
9ANALISI NORMATIVA
- Lanalisi normativa esamina i criteri per
valutare la distribuzione dei redditi esistente
in termini di equità e quali interventi
redistributivi adottare. - Diverse formulazioni della funzione di benessere
sociale.
10Teoria utilitarista
- Leconomia del benessere assume che il benessere
della società dipenda dal benessere degli
individui che la compongono. - La funzione del benessere sociale utilitarista è
funzione delle utilità individuali - W F ( U1, U2,.Un)
- l'obiettivo dello Stato è la massimizzazione
dell'utilità totale della collettività -
- Supponiamo che W U1 U2 .Un
- Il benessere è dato dalla somma delle utilità
degli individui. La funzione del benessere
sociale additiva indica che la società non ha
preferenze per quanto riguarda la distribuzione
dellutilità tra i diversi individui. - Se l'utilità marginale del reddito e
decrescente - se tutti gli individui hanno le medesime funzioni
di utilità che dipendono solo dal reddito - se la quantità totale di reddito è fissa,
- Lo stato dovrebbe redistribuire il reddito in
modo da conseguire l'uguaglianza
11Distribuzione ottima del reddito
Figura 7.1 Modello dellottima distribuzione del
reddito Cap. 7, p. 96 del libro di testo
12Critiche
- Lipotesi che lutilità marginale del reddito sia
decrescente è irrealistica - Lipotesi che gli individui abbiano la medesima
utilità è arbitraria se le funzioni di utilità
sono diverse la massimizzazione dell'utilità
complessiva richiede una diversa distribuzione
del reddito. - Lipotesi potrebbe essere interpretata come
prescrizione etica nel disegnare la propria
politica redistributiva lo Stato dovrebbe operare
come se i cittadini avessero la medesima funzione
di utilità. - La quantità di risorse non e data ma può
diminuire se l'eccessivo onere tributario
scoraggia l'attività produttiva
13Il criterio del maximin
- Rawls assume che gli individui nella situazione
iniziale, quando cioè sono avvolti da un velo di
ignoranza e non sanno quale sarà il loro status
sociale, manifestino avversione al rischio
infinita e scelgano una funzione del benessere
sociale basata sul criterio del maximin, in
quanto rappresenta una forma di assicurazione
contro gli esiti più disastrosi. - W minimo ( U1, U2,.Un)
- Il benessere sociale dipende dallutilità
dellindividuo che sta peggio di tutti
bisogna perseguire la perfetta uguaglianza nella
distribuzione del reddito anche accettando le
disparità che servono a migliorare lutilità di
chi sta peggio.
14Redistribuzione Pareto-efficiente
- La redistribuzione di stampo utilitarista o
secondo il criterio del maximin non comporta un
miglioramento paretiano. - Un tentativo di rendere compatibile
la redistribuzione con l'ottimalità paretiana è
basato sulla interdipendenza delle funzioni di
utilita (Hochman / Rodgers). - Lutilità delle persone ricche non dipende solo
dal loro reddito ma anche dal reddito dei più
poveri una redistribuzione del reddito
può comportare un miglioramento paretiano. - Il problema della redistribuzione è riconducibile
al concetto di esternalità. - Lutilità delle persone ricche può dipendere
anche dal fatto che i più poveri consumino
specifici servizi (redistribuzione in natura) - La redistribuzione può essere considerata un bene
pubblico il livello di disuguaglianza
allinterno della società influisce sullutilità
di tutti i cittadini ma è necessaria la
coercizione dello Stato per imporre la
redistribuzione.
15Come redistribuire?
- Lo Stato può effettuare interventi
redistributivi sia attraverso politiche di spesa
(v. lezioni 7 e 8) che attraverso lo strumento
tributario (v. lezione 11 e 12)
16Trasferimenti in natura vs/ trasferimenti
finanziari
- I programmi di spesa pubblica prevedono sia la
fornitura di beni e servizi (trasferimenti in
natura) che trasferimenti in denaro. - In alcuni casi la scelta tra luno o laltro
strumento è determinata dalla natura stessa del
programma di spesa (per es. pensioni, indennità
di disoccupazione). - Negli altri casi
- In generale, in base al principio che ciascuno è
il miglior giudice dei propri interessi è
preferibile il trasferimento monetario (v. figura
7.2) - Un risultato diverso si produce se il sistema di
preferenze dellindividuo è tale da spingerlo a
desiderare comunque un elevato livello di consumo
del bene fornito dallo stato (v. figura 7.3). - I trasferimenti in natura comportano elevati
costi amministrativi e possono dipendere da
atteggiamenti paternalistici e dal desiderio di
realizzare legualitarismo dei beni.
17Un trasferimento in natura determina un livello
di utilità inferiore di un trasferimento monetario
Figura 7.2 Un trasferimento in natura determina
un livello di utilità
inferiore di un trasferimento in contanti Cap. 7,
p. 102 del libro di testo
18Un trasferimento in natura determina un livello
di utilità uguale a quello di un trasferimento
monetario
Figura 7.3 Un trasferimento in natura può anche
determinare lo stesso livello
di utilità di un trasferimento in contanti Cap.
7, p. 103 del libro di testo