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Antropologia - Lezione 5^

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Antropologia - Lezione 5^ Capitolo I Storia di una ricerca: l antropologia nella Bibbia e nella Tradizione Guarda in te stesso e vedi Dio dentro di te. – PowerPoint PPT presentation

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Title: Antropologia - Lezione 5^


1
Antropologia - Lezione 5
Capitolo I Storia di una ricerca
lantropologia nella Bibbia e nella Tradizione
2
  • Guarda in te stesso e vedi Dio dentro di te.
    Fissa gli occhi nel tuo cuore e, alzandosi nel
    tuo cuore Dio brillerà sulla tua anima. Se tu
    guardi là continuamente è là che troverai il
    Regno ossia troverai in te Dio, che è il tuo
    regno. Infatti egli si rivela, a seguito della
    loro diligenza, alla piccola schiera di quelli
    che fissano gli occhi allinterno di se stessi,
    facendo di essi uno specchio in cui si vede
    lInvisibile
  • (Giovanni di Dalyata)

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  • Il cammino, che sinteticamente ripercor-riamo, si
    articola nelle seguenti tappe
  • lantropologia biblica
  • la storia della teologia padri, medio evo, epoca
    contemporanea
  • il Concilio Vaticano II crocevia del passaggio

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? Luomo di fronte a Dio cenni di antropologia
biblica
  • A) Quale uso della Sacra Scrittura in AnTh?
  • La Bibbia è il luogo in cui la rivelazione si è
    fissata
  • Il Vaticano II (? ritorno alle fonti)
    Scrittura è lanima della teologia (cosa vuol
    dire?)
  • Ma la Bibbia
  • non offre una presentazione organica
    dellantropologia
  • centro dinteresse è presentare una storia, la
    storia della salvezza, e non tanto questioni
    settoriali

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  • Lo stile dellannuncio biblico non è sistematico,
    ma narrativo, per cui non cè un momento
    specificamente dedicato alla presentazione di una
    definizione delluomo, alla descrizione della sua
    identità o struttura, ecc.
  • ? Ciò che riguarda luomo compare vedendo luomo
    in azione, cogliendolo nel concreto della vita e
    del suo rapporto con Dio.

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  • Allora come si deve rivolgere al testo biblico
    la domanda sulluomo?
  • Lanalisi di alcuni manuali mostra una pluralità
    di approcci nellaffrontare lanalisi biblica.
  • Ne indichiamo tre, che potremmo definire come
    approccio
  • terminologico
  • tipologico o tematico
  • analitico

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  • 1) Approccio terminologico
  • (ormai abbandonato)
  • parte dallanalisi del linguaggio scritturistico
    per potervi indurre la comprensione delluomo
    sottesa (es. iš išša / basar)
  • ma la Bibbia stessa è originariamente
    in-culturata e, coerentemente, mutua
    dallam-biente circostante il proprio vocabolario
    sia dalla cultura ebraico-semitica, ma anche
    dallAntico Vicino Oriente per lAT e
    dallEllenismo per il NT
  • ? si pensi, ad es., lidea dualista di
    anima-corpo

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  • la Scrittura non elabora una terminologia
    propria ma si serve di quella della cultura
    circostante, però la utilizza dentro un contesto
    semantico più ampio e per obiettivi propri
  • Per questa ragione le indagini incentrate
    soprattutto sul vocabolario raramente hanno
    consentito un accesso adeguato al cuore
    dellantropologia biblica
  • vedi ad es. i lavori di H.W. Wolff,
    Antropologia dellAntico Testamento e di H.
    Lüdemann, Die Anthropologie des Apostel Paulus.
  • ? Il metodo di indagare a partire dai NOMI non
    appare adeguato allobiettivo di ripensare una
    complessiva antropologia biblica

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  • 2) Approccio tipologico o tematico
  • (i manuali classici)
  • Si opera la scelta previa di alcuni temi
    principali o questioni antropologiche fissatesi
    lungo la storia della teologia, in seguito a
    dibattiti o controversie assunti come chiave
    di lettura trasversale della Bibbia ad esempio
  • creazione dal nulla o da materia preesistente
  • peccato come viveva Adamo prima del peccato
    lavorava e faceva fatica? soffriva la sete?
    sarebbe morto lo stesso?
  • grazia quanti tipi di grazia ci sono?

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  • pluralità di combinazioni possibili
  • i temi possono essere indagati dettagliatamente
    in ciascun libro biblico (Sap, Salmi, Rm)
  • o in raggruppamenti (ad es., Legge Profeti
    oppure i Libri sapienziali)
  • o ancor più genericamente distinguendo tra AT e
    NT
  • tali classificazioni non sono indifferenti,
    poiché rivelano un differente grado di
    approfon-dimento ( o - avanzato) e di conoscenza
    analitica dei testi.

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  • Critica questa pista implica una scelta che
    andrebbe giustificata perché questi temi e non
    altri?
  • ? Privilegiare alcuni nodi particolari dipende
    indubbiamente da episodi storici (perciò
    contingenti es. la lettura luterana della
    giustificazione della lettera ai Rm) dunque da
    unopzione antropologica esterna al testo stesso,
    nata nella controversia teologica
  • Pertanto rimane aperto linterrogativo se un
    simile approccio sia adeguato per comprendere la
    complessità del messaggio biblico sulluomo,
    oppure ne limiti lanalisi.

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  • 3) Approccio analitico
  • allopposto della precedente direzione, sintende
    partire direttamente dalla Scrittura e lasciarsi
    istruire da essa. Il manuale di Colzani, ad es.,
    segue questa direzione, affrontando lanalisi di
    alcuni autori biblici.
  • non si affronta il testo con alcune questioni
    specifiche, bensì si propone una lettura
    sintetica dellautore cosa dicono sulluomo
    levangelo di Gesù, la teologia di Paolo, la
    teologia di Giovanni.
  • questo approccio ha il vantaggio di partire
    direttamente dal testo, ponendosi maggiormente in
    una posizione di ascolto, senza pre-costituire ad
    esso le questioni.

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  • Riserve
  • questo approccio analitico supporrebbe uno
    stadio più sviluppato della teologia biblica -
    ossia di una comprensione sintetica dei dati
    esegetici che, però, appare ancora embrio-nale
    (cioè una volta analizzati tutti i passi di
    Paolo sulluomo non abbiamo ancora lantropologia
    di Paolo)
  • inoltre, lampiezza di tale lettura
    difficilmente arriva alla sintesi, lasciando
    ancora aperta la domanda sulluomo.
  • Fino ad ora gli studi consentono sintesi
    parziali Luomo di Gv Lc Mt Pl Pt
  • ma non Luomo del NT

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  • Dove colloca il momento biblico la nostra
    impostazione del corso?
  • prendiamo le distanze da questi modelli,
    comunemente utilizzati e, a loro modo, validi
  • propendiamo per un assorbimento dellana-lisi
    biblica allinterno della riflessione
    siste-matica, senza seguire litinerario classico
    del trattato parte biblica-storica-sistematica
    ( metodo storico-genetico)
  • questo sia per lorigine particolare del
    trattato di AnTh (che vedremo), sia per
    opportunità didattica

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  • ? lapprofondimento biblico dei temi
    antropo-logici allinterno (e non separatamente)
    dalla loro analisi teologico-sistematica, dà
    maggior omogeneità alla trattazione
  • es. quando parleremo della predestinazione o
    della creazione o della grazia o del peccato
    originale ci chiederemo
  • quali testi biblici si riferiscono a questo tema?

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  • Per capirci
  • Non PECCATO ORGINALE
  • BIBBIA padri scolastica SISTEMATICA
  • Ma
  • PECCATO ORGINALE
  • Allinterno della SISTEMATICA
  • BIBBIA
  • padri

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  • tale scelta vorrebbe mettere in luce la
    fecon-dità
  • dellindicazione conciliare sullimportanza della
    Scrittura che è lanima della teologia
  • e dimostrare il legame tra i contributi
    dellesegesi e lo sviluppo teologico -sistematico
  • la rivelazione biblica non è un momento della
    riflessione sistematica ma è la sua innervatura

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  • B) Sguardo panoramico sullantropologia biblica
  • ? le linee di fondo che ci danno lorizzonte
    della mentalità biblica sulluomo
  • ? non i contenuti dellantropologia biblica
    (cioè cosa dice sulla grazia, il PO, la creazione
    bisessuata delluomo ecc.)

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  • ? Un approccio concreto, non astratto
  • che cosa è luomo perché te ne curi?
    (sal 8,5)
  • Il salmista si interroga sulluomo poiché lo vede
    oggetto della cura di Dio
  • la domanda sulla dignità del figlio delluomo non
    nasce da introspezione né dallo sguardo su di sé
  • ma dalla contemplazione meravigliata dellagire
    di Dio nei confronti della sua creatura
  • il sentimento che caratterizza la domanda
    stupore, e non timore o lincertezza di un enigma
  • lammirazione per luomo, voluto in una posizione
    privilegiata allinterno del creato, suscita la
    ricerca
  • nella risposta non si dà spazio al pessimismo o
    al nichilismo moderno.

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  • Osservazioni
  • la Bibbia non offre una descrizione delluomo in
    sé, ma attraverso la sua relazione costitutiva ed
    originaria con Dio
  • non una presentazione della sua natura, bensì
    della sua storia che è storia della salvezza,
    ossia dellagire benevolo di Dio nei suoi
    confronti
  • la rivelazione ha per oggetto prioritario il
    volto di Dio e la storia della salvezza questo
    include e definisce luomo stesso che diventa
    oggetto della rivela-zione in quanto è il
    destinatario e linterlocutore di questa
    autocomunicazione.
  • è un approccio concreto, non astratto né teorico
    - uno sguardo storico sulluomo, non unanalisi
    filosofica

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  • la Bibbia non risponde astrattamente alla domanda
    Chi è luomo?, ma ci rivela in atto la sua
    identità ne descrive lagire, presentando la
    vicenda storica del suo rapporto con Dio
  • Esempi
  • Non ci dà una definizione teorica della fede
  • ci narra la storia di Abramo che ci mostra un
    credente
  • Non ci dà una definizione teorica del peccato
    originale ci dà un racconto (eziologico) della
    caduta del progenitori

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  • ? La storia tra Dio e luomo lAlleanza
  • ? Vedi larticolo di Ratzinger in pdf per chi
    vuole approfondire la nozione di Alleanza
  • ? la cifra sintetica della teologia biblica è la
    nozione di Alleanza (berit) una volontà di
    comunione dentro una struttura di rapporti
    giuridicamente fissati, un Autovincolamento di
    Dio con Israele (J. Ratzinger)
  • suggeriamo di riprendere due pagine Genesi ed
    Ezechiele (Gen 15,1-16 Ez 36,22-29)
  • formula stereotipata dellAlleanza Voi sarete
    il mio popolo ed Io sarò il vostro Dio (cfr Ez
    36,29)
  • soggetto il partner è il popolo, Mosé è
    personalità corporativa lAlleanza risponde ad
    una logica di comunione

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  • LAlleanza è il filo rosso allinterno delle
    trame bibliche e dei vari testi
  • Alleanza non è solo lesperienza storica di
    Abramo, né solo lesperienza dellEsodo
  • LAlleanza è retroproiettata sino alle origini
    la creazione ne è il primo passo di attuazione, è
    linizio della storia della salvezza, il primo
    passo del progetto di comunione di Dio con luomo
  • Nella linea dellesecuzione storica
    dellAlleanza viene prima lesperienza della
    liberazione e poi la coscienza che JHWH è
    creatore
  • Nella linea dellintenzione di Dio crea per fare
    alleanza con lumanità

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  • questa è la prima intenzione dellattività
    cre-atrice di Dio ciò che spinge Dio è una
    volontà di comunione che lo proietta fuori di sé,
    fino a creare luomo
  • I profeti fanno riferimento alla
    alleanza-crea-zione per stimolare o richiamare il
    popolo alla conversione ed annunciano la promessa
    di una Nuova Alleanza, piena e definitiva
  • vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno
    spirito nuovo voi sarete il mio popolo e io sarò
    il vostro Dio (Ez 36,22-29)

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  • Alcune caratteristiche dellAlleanza
  • lunilateralità del patto è Dio stesso che si
    offre alluomo e che ne fa da garante qui la
    certezza della durata, della solidità e del
    successo dellAlleanza che non verrà mai meno
  • la gratuità di un dono è Dio stesso a donarsi,
    non lo poteva esigere luomo pertanto si
    presenta come unofferta di grazia antecedente
    ad ogni risposta o corrispon-denza umana
    (linfedeltà umana è possibile)
  • ? NB la reciprocità è lobiettivo, ma non il
    movente dellAlleanza.

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  • è un legame personale è un vincolo intimo che
    impegna Dio in un legame damore
  • ?cfr. la rilettura della formula di Alleanza con
    la metafora nuziale del Ct Ct Io sono per il
    mio Diletto e il mio Diletto è per me. Questo è
    il vero contenuto di cui lAlleanza è simbolo
  • è un legame vivente cioè che conosce le
    alternanze tipiche delle vicende storiche vedi
    le benedizioni e maledizioni che fungono da
    sentinelle che vigilano sul patto.

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  • Luomo? Un essere posto dallAlleanza per
    lAlleanza un essere relazionale
  • ? Questa è la risposta biblica più corretta
    allinterrogativo sulluomo
  • colto dentro la categoria di Alleanza che si
    pone come categoria comprensiva anche del
    racconto delle origini luomo risulta definito
    non teoricamente per ciò che è oppure che ha,
    bensì essenzialmente per la sua relazione con Dio
  • è la relazione che Dio instaura con luomo a
    definirlo al punto tale che questa relazione è
    ciò che lo pone in essere

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  • Istruttiva a riguardo è lantropologia dei salmi
  • G. Calvino Sono solito definire questo libro
    unanatomia di tutte le parti dellanima.
  • Salmi 104,29 Tu nascondi la tua faccia, e sono
    smarriti tu ritiri il loro fiato e muoiono,
    ritornano nella loro polvere.
  • Se tu non mi parli, io sono come uno che scende
    nella fossa.
  • Mostraci il tuo volto, Signore, e avremo la vita

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  • Osservazioni a partire dal quadro comprensivo
    dellAlleanza
  • non mancano nella Bibbia importanti indicazioni
    sulla visione antropologica semitica circa la
    struttura dell uomo (ad esempio luomo è ruah,
    nephes, basar)
  • ma prioritaria rimane laffermazione che luomo
    compare allinterno della storia della salvezza
    come partner dellAlleanza oggetto dellamore
    gratuito, preveniente e personale di Dio

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  • attraverso questa presentazione concreta, la
    Scrittura suggerisce che lasse costitutivo
    delluomo è la sua relazione con Dio
  • coerentemente, si può indurre la descrizione
    delluomo come di un essere relazionale
  • Qui cè un punto di incrocio con alcune moderne
    antropologie filosofiche

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  • Facciamo alcuni esempi
  • E. Levinas filosofia dellesistenza che si fonda
    su unetica che si concentra sullo sguardo e il
    viso degli altri (Totalità e infinito. Saggio
    sullesteriorità, 1961)
  • M. Buber filosofia sociale basata sui rapporti
    interpersonali nella comunità
  • E. Mounier legge Péguy e tenta una sintesi tra
    cristianesimo e socialismo che chiama
    perso-nalismo risveglio della personalità e
    pedago-gia della vita comunitaria
  • In Italia è ripreso come parte dello
    spiritualismo cristiano da Luigi Stefanini e L.
    Pareyson.

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  • Attenzione nelluso di concetto di RELAZIONE
  • non è univoco
  • le diverse antropologie lavorano con il concetto
    di relazione attribuendogli significati propri
    e differenti
  • qual è il concetto proprio di relazione in
    teologia?

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  • Lamicizia come nascita misteriosa del Tu è
    lambiente nel quale incomincia la rivelazione
    della Verità. Nellamore personale e sincero di
    due persone, nellamicizia, quando a chi ama è
    concesso in forma previa, senza sforzo ascetico,
    di distruggere lauto-identità (ioio), di
    abolire i confini dellio, di uscire da se stesso
    e di trovare il proprio io nellio dellaltro.
    Lamicizia non è quindi solo etica o psicologica
    ma prima di tutto ontologica e mistica.
    Lamicizia sta nel contemplare se stesso
    attraverso lamico in Dio, vedendosi con gli
    occhi dellaltro al cospetto di un Terzo. Due che
    si amano si incontrano in maniera che alla stessa
    ora sia presente, tra loro due, anche una terza
    persona, il Dio stesso dellAmore. Purché il
    Terzo sia presente e quel terzo sia lamore
    (Florenskj P.).

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  • Unaltra testimonianza (poetica)
  • Sei tu, Signore, che i due (Giovanni e Maria)
    hanno visto quando hanno posato gli sguardi uno
    sullaltro.
  • É te che tua Madre ha visto nel tuo discepolo e
    sei tu che il discepolo ha visto in tua Madre.
  • Sei tu che in ogni momento videro i Vedenti, o
    Signore, in uno specchio.
  • Essi dimostrano che anche noi quando ci guardiamo
    gli uni gli altri possiamo vedere Te, o nostro
    Salvatore (Efrem il Siro)

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  • ? La novità di Gesù la Nuova Alleanza come
    chiamata alla figliolanza
  • lAlleanza delle origini è rilanciata nella Nuova
    Alleanza, attuata nella Pasqua di Gesù. La Pasqua
    è la Nuova Alleanza
  • compimento nuovo ed imprevedibile, superiore ad
    ogni attesa nella stessa persona di Cristo con
    la Pasqua, Dio sigilla la Nuova Alleanza, una
    scelta di comunione personale, nel suo Figlio
    Gesù per il dono dello Spirito Santo, con ogni
    uomo
  • ? Cristo ha portato ogni novità portando se
    stesso (Ireneo di Lione)

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  • ? In questo senso, Gesù dà compimento
    escatologico, pieno e definitivo al progetto di
    Alleanza ( comunione tra Dio e luomo).
  • Un patto che esprime e realizza pienamente il
    piano di Dio, la sua volontà sulluomo, in cui
    luomo è chiamato non solo come partner, ma come
    figlio.
  • con ricadute anche ecclesiologiche nellAT cè
    il popolo di Dio, nel NT questo popolo di Dio è
    in tensione per divenire Corpo di Cristo

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  • Passaggio da AT ? a NT (figura/realtà)
  • lAlleanza dice che luomo è in relazione con
    Dio. Qui si s-vela lidentità delluomo
  • Lapice della nuova (ultima) Alleanza è che
    questo partner è elevato alla dignità di una
    relazione filiale
  • Non avete ricevuto uno spirito da schiavi per
    ricadere nella paura ma uno spirito di figli
    adottivi (Rm 8,15)
  • ?La Nuova Alleanza è alleanza filiale qui si
    s-vela la verità assoluta ed universale delluomo.

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  • La relazione che definisce la creatura, non è
    semplicemente un patto, un generico legame di
    comunione
  • bensì, in Cristo, si svela definitivamente la sua
    natura filiale luomo è chiamato in Cristo,
    per lo Spirito Santo, a diventare figlio adottivo
    del Padre.
  • Questo è il contenuto cristiano della Nuova
    Alleanza

39
  • Lanalisi dellannuncio del Regno, dei miracoli,
    delle parabole, della pretesa di Gesù, dovrebbe
    aver dimostrato come Gesù appare il compimento
    perfetto dellintenzione creatrice di Dio (e
    quindi è anche la norma delluomo), non solo
    perché restaura la creazione e luomo liberandoli
    dal peccato, ma perché li riconduce al disegno
    originario di Dio
  • (F.G. Brambilla)

40
  • ?
  • Panoramica storica
  • storia di una ricerca
  • Lepoca patristica fino al VI secolo
  • Il medio evo dal Simbolo alla Summa
  • Lepoca moderna e la manualistica

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  • La fede cristiana si incontra con le tesi
    sulluomo presenti nella cultura e deve
    confrontarsi con esse modificando, assumendo,
    criticando gli aspetti inaccettabili alla visione
    cristiana
  • ?cè circolarità complessa tra cultura e
    cristianesimo
  • prima ancora di ogni sua tematizzazione riflessa
    il soggetto evangelizzatore non può prescindere
    né astrarsi dal linguaggio della cultura, dal
    modo di pensare che essa veicola (lesempio del
    matrimonio si va dal diritto sul corpo della
    cultura giuridica, allamore di coppia della
    corrente romantica) né dagli interrogativi che in
    esso si celano

42
  • In questo incontro la rivelazione biblica non
    funziona da semplice spettatrice, ma assume
    dove è possibile, critica le inadeguatezze fino
    a modificare la precomprensione culturale per
    aprirla alla verità rivelata.
  • La circolarità così descritta appare in forma
    ideale e teorica. Andrà verificato di epoca in
    epoca la sua effettiva attuazione o meno

43
? Lepoca patristica fino al VI secolo
  • a) Il contesto culturale ellenismo
  • ? diffusione del Vangelo al di fuori
    delloriginario contesto palestinese e confronto
    con la Koiné culturale dellepoca, caratterizzata
    dalla cultura ellenistica
  • NB polemica circa il termine ellenizzazione
    inteso in senso riduttivo e peggiorativo uno
    snaturamento della fede per via della sua
    riduzione a categorie greche. Oggi è recuperata
    la complessità dellincontro tra questa cultura e
    lannuncio cristiano Gerusalemme è andata a
    scuola di Nicea, o Nicea da Gerusalemme?

44
  • si deve dare al termine ellenizzazione un senso
    più neutro, il senso cioè di semplice e
    necessaria ambientazione della fede nella cultura
    ellenistica
  • indagare obiettivamente i modi concreti con cui
    tale ambientazione si è verificata, per coglierne
    i valori e i limiti.
  • Lambientazione è un cioé ad esempio il conio
    del termine omousios per dire che il Figlio è
    pari al Padre in divinità, suppone ciò che è già
    asserito da Gv in vari modi il Logos era presso
    Dio, era Dio (Gv 1,1) il Padre è in me e io sono
    nel Padre (Gv 10,38) cioè è co-sostanziale!

45
  • Processo di ambientazione
  • la mediazione del neoplatonismo e dello stoicismo
  • confronto con lo gnosticismo, complesso fenomeno
    religioso in cui convergono queste istanze
    culturali.
  • il variegato ambiente culturale ellenistico
    comporta la frammentarietà del discorso sulluomo
    poiché non cè sufficiente unità di concezioni
    antropologiche nel mondo greco
  • Raccogliamo alcune tesi che influenzeranno in
    maniera decisiva limpostazione della riflessione
    cristiana su determinate questioni, anche di
    interesse antropologico

46
  • sullorigine del mondo lellenismo oscilla tra
  • ? il dualismo (Dio principio trascendente e
    incomunicabile col mondo platonismo)
  • ? e il monismo (immanentismo stoicismo)

47
  • 2) sul rapporto con Dio si pensa la
    divinizzazione (theopoiesis) come un fatto
    naturale
  • ? sia in quanto radicata nellessenza stessa
    delluomo (luomo è anima spirituale,
    scintilla del divino forme per affermare la
    connaturalità dellanima con Dio è divina)
  • ? sia in quanto la via per attuarla è fondata
    interamente sulle forze e sugli sforzi delluomo
    (anabasis risalita)

48
  • 3) sulla natura delluomo sottolineiamo la
    matrice platonica che descrive la natura
    delluomo nel dualismo di elementi anima-corpo.
  • ? Più precisamente, si afferma che luomo è
    essenzialmente la sua anima, mentre il corpo
    materiale è secondario. È la prigione da cui
    liberarsi. Lanima è in-creata, poiché è un
    fram-mento della sostanza divina e preesistente
    alla sua nascita nel mondo empirico.
  • ? La salvezza, per lanima decaduta nella materia
    consiste nella liberazione dal corpo, che luomo
    può darsi da solo autonomamente, senza
    attendersi alcun salvatore- attraverso la
    conoscenza (gnosis) e la progressiva liberazione
    dalla materia per risalire allassoluto che è
    la sua origine.
  • È il cammino di exitus-reditus.

49
  • 4) di fronte alla questione del peccato /male pur
    riconoscendo la situazione precaria delluomo,
    si sottrae tale condizione alla libera
    responsabilità delluomo per farla diventare un
    avvenimento fatale
  • sia riconducendola ad una colpa dellanima
    precedente la sua caduta nel mondo empirico
    (platonismo)
  • sia riconducendola ad un principio originario del
    male, posto accanto al principio del bene
    (manicheismo).

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  • Osservazioni
  • visibili differenze di contenuto su singoli temi
    (es. la visione dualistica delluomo, quale
    composto di anima e corpo, di fronte
    allunitarietà della prospettiva biblica e
    semitica)
  • soprattutto una tendenziale perdita del legame
    col divino

51
  • b) La teologia dei Padri della chiesa sulluomo
  • Premessa i criteri ermeneutici da usare
  • I) Nessuno scritto pare dedicato analiticamente
    ad una riflessione sulluomo (la specializzazione
    è esigenza moderna)
  • evitare anacronismi non porre problemi ed
    interrogativi estranei ad un contesto che non li
    viveva, o cercare nel passato risposte o
    fondamenti a nodi attuali (es. monogenismo o
    poligenismo?).

52
  • II) La frammentarietà dei riferimenti utili se
    non si trova nessun lavoro monografico sulluomo
    - come invece avviene per un De Trinitate, ad es.
    - è tuttavia possibile reperire varie ed utili
    indicazioni allinterno di altre questioni o
    trattati
  • ciò rende più ardua la ricerca e la
    ricostruzione della visione antropologica dei
    Padri
  • non è loro preoccupazione diretta fare un
    trattato (anche il tono polemico o pastorale di
    molti loro interventi alimenta questa mancanza di
    organicità)
  • il materiale utile si trova sparso nella
    complessità della loro produzione (Es. battezzare
    o no i bambini? Qui si parla di PO)

53
  • Gli unici momenti in cui è possibile rinvenire
    una riflessione ampia e sistematica su questioni
    antro-pologiche sono gli studi sui primi capitoli
    di Genesi (es. Origene, De Principiis - Gregorio
    di Nissa, De hominis opificio - Agostino, De
    Genesis ad litteram).
  • Oltre a tali studi sulla creazione i titoli di
    alcune opere richiamano immediatamente questioni
    antropologiche (De natura et gratia De Gratia
    Christi et de peccato originali di Agostino,
    ecc.) anche se non si deve pretendere di
    ritrovare in essi una corrispondenza con le
    preoccupazioni moderne nel porsi questi problemi
  • non limitarsi a queste opere che rievocano
    lattuale distribuzione dei temi antropologici,
    ma occorre rico-struire la visione unitaria
    dellantropologia anche là dove non appare
    direttamente esplicitata

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  • Osservazione
  • Se si tiene conto di questi criteri ermeneutici,
    si può ritrovare anche nei Padri una vera
    antropologia cristiana.
  • Ciò che a loro manca ma non gli è imputabile,
    in quanto è unesigenza moderna è una
    riflessione organica e sistematica.
  • ?Possiamo sintetizzare il momento patristico
    così i Padri hanno parlato cristianamente
    delluomo, senza per questo articolare una
    antropologia teologica

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  • c) Le affermazioni antropologiche dei Padri
  • Il metodo e lo stile riflessivo patristico
  • - Pastorale a diversità dellapproccio moderno
    (universitario) nasce da una preoccupazione
    squisitamente kerigmatica che ne caratterizza
    tutto landamento
  • - Biblico spesso gli scritti sono commentari ai
    libri della Scrittura, che divengono poi il punto
    di partenza per riflessioni su alcuni temi.
  • - Apologetico il confronto con la
    cultura-ambiente è influenzato dalle controversie
    e dalle lotte contro le eresie.

56
  • Il pregio è di offrire una proposta molto
    ade-rente al testo biblico e alla sua sensibilità
  • La comprensione delluomo è vincolata alla
    cristologia
  • - dire che Dio si fa uomo (lincarnazione)
    presuppone una conoscenza di ciò che luomo è
    (si fa anima, carne, nous)
  • - una volta che Dio si è incarnato, di fronte
    allincarnazione concreta, scopriamo in Gesù il
    paradigma delluomo perfetto.
  • Si pensi a Ireneo di Lione, Adversus hereses
    Tertulliano Origene Ambrogio i Cappadoci
    Gregorio di Nissa, Gregorio di Nazianzo.

57
  • ?i contenuti
  • la patristica inserisce la novità cristiana nel
    dato culturale insistendo sul fatto che luomo ha
    a che fare con Dio
  • a dispetto di una sostanziale visione
    naturalistica da parte della cultura, la
    visione cristiana mantiene luomo in relazione a
    Dio luomo è imago Dei
  • 4 grandi temi sui quali questo momento della
    Tradizione ha riflettuto
  • luomo come immagine di Dio questo dice
    lidentità ed il suo fine, ossia la comunione con
    Dio, lAlleanza sin dallorigine ( protologia),
    dunque, la creatura è colta dentro un contesto di
    grazia
  • contro le varie cosmogonie si oppone e si difende
    laffermazione della creazione ciò intende
    reagire ai vari dualismi o monismi filosofici

58
  • 3) si definisce la struttura umana come unità di
    anima e corpo, ma con due precisazioni
    radicalmente innovative per la mentalità
    ellenistica da un lato si declassa lanima a
    realtà creata contro le tendenze a divinizzarla
    -, dallaltro eleva il valore del corpo
    ricono-scendolo come realtà buona, creata da Dio
    ed assunta dal Verbo nellincarnazione, destinato
    alla risurrezione della carne
  • 4) la teodicea si inizia a chiarire il rapporto
    di Dio col male sia per non divinizzare il
    Male, sia per scagionare Dio il male deriva
    dalla libertà peccaminosa delluomo, non da Dio
    Dio, allop-posto, lo ha vinto in Cristo.

59
  • d) La crisi ariana (V secolo) la crisi del
    cristocentrismo
  • Arianesimo il più grande tentativo di
    ricondurre la fede in Cristo la sua persona
    divina e il suo ruolo salvifico entro i confini
    propri della ragione umana.
  • si accentua a tal punto la differenza tra Cristo
    e il Padre, da non riconoscere più nel Figlio una
    persona divina, ma semplicemente una creatura,
    per quanto la più eccelsa tra tutte
  • ? cfr. Gv 14,28 il Padre è più grande di me

60
  • La teologia reagisce con laffermazione della
    consostanzialità del Figlio col Padre, provocando
    però un progressivo sposta-mento di attenzione da
    Cristo alla Trinità, o meglio, dalleconomia
    salvifica (Dio per noi) alla Trinità immanente
    (Dio in sé).
  • Slittamento con effetti secondari che, visti a
    distanza, divengono rilevanti per la
    compren-sione delluomo è difficile mantenere
    ferma la confessione di fede circa il ruolo
    creatore di Cristo, come nella teologia paolina e
    giovannea
  • Cristo è generato prima di ogni creatura per
    mezzo di lui sono state create tutte le cose è
    prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono
    (Col 1,16-17)

61
  • Infatti
  • Agostino luomo è immagine di Dio
  • ma non fa riferimento a Cristo, per timore che
    linsistenza su Cristo come mediatore della
    creazione, prestasse il fianco alla
    precom-prensione ariana secondo cui il Verbo è
    inferiore al Padre non sarebbe Dio. Se è
    generato in vista della creazione, è perciò
    creatura egli stesso! (il demiurgo)
  • il timore che laffermazione del ruolo
    cosmo-logico finisse per limitare o negare la
    divinità di Cristo porterà a lasciar cadere
    questa verità ?

62
  • Agostino si richiama al Dio dellAlleanza
    biblica, perdendo progressivamente la dimensione
    cristologica dellantropologia. Si può, infatti,
    parlare e comprendere luomo alla luce di Dio,
    del Dio della Bibbia, senza un riferimento
    diretto a Gesù Cristo.
  • Il discorso su Dio e il discorso sulluomo si
    allacciano, mettendo un po tra parentesi Cristo.
  • La crisi ariana ha obbligato i Padri a tacere
    (non a negare) la funzione cosmologica di Cristo,
    che poteva prestare il fianco alleresia

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  • Lesito è duplice
  • dal punto di vista della cristologia,
    limpostazione mina il cristocentrismo di tutta
    leconomia della salvezza, separando creazione e
    salvezza
  • dal punto di vista antropologico, perdendo
    loriginario riferimento a Cristo da parte del
    creato, si spingerà verso una diversa concezione
    del reale, che inizia ad apparire autonomo e
    distinto rispetto a Dio
  • nella misura in cui il riferimento a Cristo,
    cioè alla redenzione, è solo successivo a una
    realtà già data e preesistente, si pone
    inevitabilmente la necessità di pensare questa
    realtà in modo autonomo, al di fuori di ogni
    rimando a Cristo (G. Colzani).

64
  • Conclusioni sintetiche sullantropologia dei
    Padri
  • pur non fornendo una visione unitaria e
    sistematica dellantropologia, si accumula
    progressivamente unabbondante riflessione su
    alcuni temi antropologici
  • scritti patristici non esaustivi, ma
    influenzeranno la scelta delle questioni e
    limpostazione della riflessione antropologica,
    fin in epoca recente

65
  • le questioni concrete sono loccasione in cui si
    attua lincontro tra i contenuti cristiani e la
    cultura ellenistica, con le sue categorie,
    precomprensioni e problemi.
  • Lassunzione del dato culturale ha visto
    linsistenza sulla relazione con Dio per
    comprendere luomo
  • il limite riscontrato è la progressiva
    evane-scenza del riferimento a Cristo il luogo
    concreto in cui luomo ha a che fare con Dio, la
    modalità tipicamente cristiana della relazione
    uomo-Dio, cioè il Cristo, sono presenti in modo
    un po sfocato

66
  • Le conseguenze sono evidenti nella presentazione
    di ciascun tema
  • la creazione diventa tendenzialmente un tema a se
    stante (più filosofico, scientifico),
    indipendente dal discorso su Cristo e sulla
    chiamata delluomo allalleanza
  • ? lordine della grazia tende a sovrapporsi
    allordine della natura (antropologia a due piani
    Cristo abita solo in 1, in quello
    soprannaturale, ma non più in quello naturale)

67
  • Presa di distanza dalla cristologia cosmica
    precedente (III secolo)
  • Nella sua Ascensione, col divino Spirito, rese
    vita e forza a tutte le cose, come se questa
    divina estensione e questo supplizio della croce
    avessero penetrato tutte le cose.
  • O tu, che sei solo tra i soli, e che sei tutto in
    tutto! I cieli abbiano il tuo spirito,
  • e il paradiso la tua anima
  • ma il tuo sangue appartenga alla terra
  • (Ippolito di Roma)

68
  • b) Linterpretazione delluomo si concentra sul
    problema del composto umano (unità di elementi
    materiali e spirituali)
  • c) Il riferimento cristologico estraniato dal
    discorso sullalleanza, sulla creazione e
    sulluomo - si concentra al discorso sul peccato
    il modello vincente della SOTERIOLOGIA è
    AMARTIOCENTRICO
  • il Cristo che viene chiamato in causa è il
    Cristo redentore, che viene dopo il peccato per
    redimerlo, e non è invece visto anche prima di
    esso (F.G. Brambilla)

69
  • aspetto più problematico sin dallepoca
    patristica inizia la dissociazione
    dellantropologia dalla cristologia
  • ? Anima e corpo immortalità dellanima
    creazione ex nihilo tutte queste domande
    rimangono senza una risposta precisa, dal punto
    di vista del riferimento cristologico, anche se
    hanno portato nella tradizione cristiana
    approfondimenti fondamentali per la difesa del
    dato rivelato.
  • ? Si costituisce un patrimonio di asserti
    cristiani sulla realtà delluomo che, formulati
    secondo una prospettiva cristocentrica ridotta,
    rimangono cristianamente insufficienti.

70
  • Però. ?
  • Il dato teologico di Cristo-creatore
    delluomo/cosmo rimane custodito nellarte
    cristiana
  • Vediamone alcuni esempi

71
Separazione delle acque e creazione dei pesci e
degli uccelli, Monreale, dopo 1183
72
Il riposo del Creatore, Monreale, dopo 1183
73
Genesi, Parigi, Cod. 1179, f. 1v, 13. sec.
74
Bibbia moralizzata, Vienna, Österreichische
National-bibliothek, Cod. 2554, f.1v, 13. sec.
75
Gesù - Creator Mundi,1. metà del 14. sec.,
(Inghilterra), Biblioteca Apostolica Vaticana,
Pal. lat. 537, f. 36r
76
Maestro Bertram, Pala Grabow (1379-1383)
77
Basilica di San Marco, Venezia, 12. sec.
78
(No Transcript)
79
(No Transcript)
80
(No Transcript)
81
(No Transcript)
82
(No Transcript)
83
Basilica di San Marco, Venezia, 12. sec.
84
(No Transcript)
85
(No Transcript)
86
(No Transcript)
87
(No Transcript)
88
(No Transcript)
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