NEUROPSICHIATRIA DINAMICA DELL - PowerPoint PPT Presentation

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NEUROPSICHIATRIA DINAMICA DELL

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neuropsichiatria dinamica dell infanzia e dell adolescenza la mente di john r. searle capitoli presi in esame l intenzionalita la causalita mentale il ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: NEUROPSICHIATRIA DINAMICA DELL


1
NEUROPSICHIATRIA DINAMICA DELLINFANZIA E
DELLADOLESCENZA
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LA MENTE
  • Di
  • JOHN R. SEARLE

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CAPITOLI PRESI IN ESAME
  • L INTENZIONALITA
  • LA CAUSALITA MENTALE
  • IL LIBERO ARBITRIO
  • L INCONSCIO E LA SPIEGAZIONE DEL COMPORTAMENTO
  • LA PERCEZIONE
  • L IO

Lorenzo Pedroni 544787
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INTENZIONALITA
  • Capacità di riferirsi a, vertere su qualcosa
    del mondo al di là di sé stessi.

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  • FUNZIONALISMO
  • L intenzionalità deve essere analizzata solo in
    termini causali relazioni che intercorrono tra
    lagente e il mondo esterno
  • J. SEARLE
  • Lintenzionalità è costituita da un insieme di
    capacità biologiche della mente (es.sete).
  • Ovviamente forme di più sofisticate di
    pensiero sono più complesse entra in gioco il
    concetto di rappresentazione

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STRUTTURA DELL INTENZIONALITA
  • CONTENUTO E MODO PSICOLOGICO
  • Il riferimento a oggetti o stati di cose
    devono avere un qualche tipo di contenuto che
    determini tale riferimento. Lo stato intenzionale
    consiste in un modo psicologico, come la credenza
    o il desiderio, con un contenuto proposizionale.
    E importante sottolineare come gli stati
    intenzionali abbiano sempre una forma aspettuale
    (es.acqua\H2O), che le teorie materialistiche,
    come il funzionalismo, non sono in grado di
    supportare in quanto considerano solo il loro
    valore causale.

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  • DIREZIONE DI ADATTAMENTO
  • Ladattamento si sviluppa in due direzioni
    differenti la credenza e il desiderio. La
    credenza è responsabile del suo adattamento al
    mondo, lo stato mentale infatti è responsabile
    delladattamento a una realtà che esiste
    indipendentemente. Possiamo sintetizzare dicendo
    che lo stato mentale ha un adattamento
    mente-mondo (?). Al contrario nel caso del
    desiderio, lo scopo non è rappresentare come
    stanno le cose, bensì come vorremmo che stessero,
    dirò che questo particolare stato mentale ha
    direzione di adattamento mondo-mente (?). Alcuni
    stati intenzionali hanno direzione nulla (es. mi
    dispiace averti pestato il piede).

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  • CONDIZIONI DI SODDISFAZIONE
  • Ogni qualvolta abbiamo uno stato intenzionale
    con direzione di adattemento non nulla, tale
    stato prevede condizioni di soddisfazione.
    Possiamo considerare gli stati mentali come
    rappresentazioni delle proprie condizioni di
    soddisfazione.
  • AUTOREFERENZIALITA CAUSALE
  • I fenomeni intenzionali più elementari dal
    punto di vista biologico, incluse esperienze
    percettive, intenzioni di fare qualcosa e i
    ricordi, presentano nella loro condizione di
    soddisfazione una struttura logica peculiare. Non
    si limitano, se le esaminiamo in dettaglio,
    alloccorrere dellevento, ma richiedono che
    levento stesso sia stato causato da tale
    occorrenza levento stesso è causa del mio
    ricordo.

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  • Diciamo quindi che ricordi, intenzioni ed
    esperienze percettive sono causalmente
    autoreferenziali. Ne consegue che credenze e
    desideri siano escluse da dette qualità
    autoreferenziali.
  • Inoltre, ogni stato causalmente
    autoreferenziale con una direzione di adattamento
    possiede anche una direzione causale.

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TABELLA DELLE CARATTERISTICHE DEGLI STATI
INTENZIONALI
COGNIZIONE COGNIZIONE COGNIZIONE VOLIZIONE VOLIZIONE VOLIZIONE
PERCEZIONE RICORDO CREDENZA INTENZIONE IN AZIONE INTENZIONE PREC. DESIDERIO
Autoreferenzialità causale SI SI NO SI SI NO
Direzione di adattamento ? ? ? ? ? ?
Direzione causale ? ? NESSUNA ? ? NESSUNA
  • Possiamo pensare che la totalità degli stati
    intenzionali di una persona formi una complessa
    rete interattiva. Possiamo dire che uno stato
    intenzionale ha efficacia solo in relazione alla
    rete di cui fa parte.

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INTENSIONALITA\ INTENZIONALITA
  • Ci siamo già occupati della definizione di
    intenzionalità ma non di intensionalità, il
    termine si oppone ad estensionalità. La
    connessione tra i due concetti consiste nel fatto
    che molti stati intenzionali sono intensionali,
    anche se non la totalità come credono molti
    conoscitori della filosofia della mente.
  • Il test di sostituzione è lo strumento più
    utilizzato per riconoscere un enunciato
    intensionale o estensionale.
  • Secondo tale test quando due espressioni si
    riferiscono alla stessa cosa, è possibile
    sostituire luna con laltra senza alterare il
    valore di verità nel caso la sostituzione sia
    possibile lenunciato è estensionale.

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CESARE HA ATTRAVERSATO IL RUBICONE CESARE E IL
MIGLIORE AMICO DI ANTONIO ? Il migliore amico di
Antonio ha attraversato il Rubicone ? L
enunciato è ESTENSIONALE CESARE E IL MIGLIORE
AMICO DI ANTONIO BRUTO CREDE CHE CESARE ABBIA
ATTRAVERSATO IL RUBICONE ?Bruto crede che il
miglior amico di Antonio abbia attraversato il
Rubicone ? L enunciato è INTENSIONALE,
linversione in questo caso non può essere
eseguita perché Bruto potrebbe non credere che
Cesare sia il miglior amico di Antonio.
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La ragione per cui gli enunciati che vertono su
stati intenzionali sono spesso intensionali è la
seguente gli stati sono rappresentazioni delle
proprie condizioni di soddisfazione. Perciò, la
verità o falsità di tali enunciati non dipende
dallo stato delle cose del mondo reale, come gli
stati intenzionali lo rappresentano, ma dallo
stato delle cose del mondo di rappresentazioni
nelle menti degli agenti di cui gli enunciati
rappresentano gli stati intenzionali. Ciò che è
importante è che non cè nulla di intrinsecamente
intensionale nellintenzionalità. Infatti, bensì
losservazione su Bruto sia intensionale non cè
nulla di intrinsecamente intensionale
nellintenzionalità, in quanto la credenza in sé
di Bruto è tanto estensionale quanto può
risultare tale.
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DETERMINAZIONE DEL CONTENUTO
  • INTERNALISMO
  • J. Searle
  • I contenuti mentali derivano interamente dalla
    nostra mente\cervello.
  • ESTERNALISMO
  • H. Putnam
  • T. Burge
  • Il contenuto intenzionale è in gran parte
    costituito dalle relazioni causali esterne che
    intercorrono tra lagente ed il mondo esterno, e
    non dalle caratteristiche della mente\cervello.

Noi presupponiamo che il nostro uso del
linguaggio sia conforme a quello degli altri
membri della nostra comunità.
?
CONFUTAZIONE
In realtà dimostrano solo come luomo non abbia
internamente alcuna credenza metalinguistica
sulluso delle parole
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LE TRE DOMANDE INIZIALI
  • Comè possibile lintenzionalità?
  • 2. In che modo sono determinati i contenuti
    intenzionali?
  • 3. Come funzionano gli stati intenzionali?

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Non si è risposto alla prima domanda, ho meglio
si è riportato la questione su un piano più
concreto di intenzioni come la fame, la sete o la
paura. La risposta insomma si fornisce mostrando
la connessione essenziale tra intenzionalità e
condizioni di soddisfazione. Il contenuto dello
stato intenzionale è esattamente ciò che fa si
che lo stato abbia quelle specifiche condizioni
di soddisfazione. La coscienza quindi ha un ruolo
centrale essere cosciente di uno stato
intenzionale significa essere consciamente
consapevole delle condizioni di soddisfazione. La
coscienza umana ha lenorme vantaggio di
coordinare simultaneamente in un singolo campo
unificato una grande quantità di intenzionalità
(informazione). Alla seconda domanda Searle
risponde attraverso la confutazione
dellesternalismo e con lo stesso ragionamento
circolare attuato con il primo quesito. Una volta
respinta l interpretazione metafisica, la terza
domanda può essere inclusa nella spiegazione
generale del funzionamento effettivo
dellintenzionalità.
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LA CAUSALITA MENTALE
  • Come può il mentale etereo ed immateriale avere
    qualche effetto fisico sul mondo reale?

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CONCEZIONE HUMEANA
  • La precedenza la causa deve occorrere
    temporalmente prima delleffetto
  • Contiguità spazio tempo di causa effetto
  • Deve esistere una connessione necessaria tra
    causa ed effetto
  • MA se passiamo allosservazione delle esperienze
    effettive, ci rendiamo conto che non siamo in
    grado di percepire alcuna connessione necessaria
    (scetticismo). Esistono due principi soggiacenti
    alla nozione di causa ed effetto il principio di
    causalità (ogni evento ha una causa) e il
    principio di regolarità causale (cause simili
    hanno effetti simili)

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CONFUTAZIONE DI HUME
  • Il principale risultato negativo di Hume è il suo
    scetticismo nei riguardi di impressioni di
    connessione necessaria, esperienze di forza, di
    efficacia, di capacità e di relazione causale.
  • Nel caso dellazione abbiamo esperienza della
    causazione di movimenti corporei da parte delle
    nostre intenzioni in azione coscienti. Nel caso
    della percezione abbiamo infatto coscienza della
    causazione in noi di esperienze percettive da
    parte di oggetti e stati di cose del mondo.
  • MA la nostra esperienza della causalità non
    contiene in sé nulla che la autogarantisca,
    ovvero non è più affidabile di qualunque altro
    dato prcettivo.

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CAUSALITA MENTALE E MONDO FISICO
  • La chiusura del mondo fisico alla causalità
    mentale poggia su quattro proposizioni che Searle
    non accetta
  • Distinzione mente-corpo
  • Chiusura causale del fisico
  • Principio di esclusione causale le cause fisiche
    sono sufficienti per un evento
  • Efficacia causale mentale
  • In realtà la confutazione del primo punto sta
    alla base del pensiero di Searle, confutazione
    già dimostrata in precedenza.

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  • La causalità mentale non si sovrappone a quella
    fisica né laffianca. Il mentale non che una
    caratteristica a livello sistemico della
    struttura fisica del cervello.
  • Non esistono quindi due fenomeni indipendenti
    bensì il sistema cerebrale comporta
    unattivazione neuronale, mentre ad un livello
    sistemico, in cui il sistema è cosciente, si
    opera coscientemente il tentativo allazione.

INTENZIONE
NEURONI
INIZIO MOVIMENTO
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CAUSALITA E SPIEGAZIONE DEL COMPORTAMENTO
  • È essenziale comprendere come il ruolo causale
    dellintenzionalità umana richiede la razionalità
    quale principio organizzativo strutturale
    costitutivo dellintero sistema.
  • MA si sollevano grandi problemi filosofici tra
    cui il più importante è quello del libero arbitrio

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LIBERO ARBITRIO
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IATO
  • Intercorre qualcosa tra le ragioni che spingono
    allazione o le cause della decisione e
    leffettiva esecuzione dellazione o
    raggiungimento della decisione.
  • In questo prendere una decisione si differenzia
    per la percezione in questultima non è presente
    alcuno iato.
  • Per questo la libertà di volere risulta un
    problema, da un lato abbiamo la profonda
    convinzione che un evento debba avere delle
    condizioni causalmente sufficienti, dallaltro le
    esperienze ci danno la convinzione della libertà
    umana.

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Esistono due approcci esplicativi di questo
problema
  • DETERMINISMO NEUROBIOLOGICO
  • Le cause puramente psicologiche delle nostre
    azioni spesso non sono causalmente sufficienti a
    determinarle. La neurobiologia soggiacente
    potrebbe essere invece causalmente sufficiente a
    determinarle.
  • DETERMINISMO PSICOLOGICO
  • I nostri stati psicologici sono causalmente
    sufficienti a determinare la grande maggioranza
    delle nostre azioni volontarie.

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SEARLE HA PROPOSTO HA FORNITO LA SEGUENTE VISIONE
DEL PROBLEMA
  • Il determinismo psicologico è probabilmente vero.
    Secondo questa tesi credenze, stati psicologici,
    desiderio, speranze e timori non sono in ogni
    circostanza causalmente sufficienti a determinare
    lazione seguente. Esistono azioni libere, benché
    ovviamente non tutte le azioni lo siano ? lo iato
    non è una mera illusione.
  • Ogni mutamento di stato psicologico richiederebbe
    un mutamento dellattività cerebrale. È questa la
    conclusione che ci ha permesso di risolvere il
    problema dellepifenomenismo. MA affinché la
    libertà psicologica, esistenza dello iato,
    costituisce una differenza effettiva deve in
    qualche modo manifestarsi a livello
    neurobiologico ? sorgono, quindi, due ipotesi
    esplicative.

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  • Ipotesi 1 il determinismo e il cervello
    meccanico.
  • È ritenuta la più plausibile da Searle, anche se
    fa apparire lo iato un fenotipo genetico inutile
    che ci illude di essere liberi senza alcun
    vantaggio biologico connesso.
  • Ipotesi 2 il cervello quantistico.
  • Il cervello al il suo livello più elementare non
    è deterministico vale a dire che lo iato, è
    effettivamente esistente a livello più alto di
    funzionamento si estende fino alla base (neuroni
    e processi sub-neuronali).
  • La meccanica quantistica mi da la casualità ma
    non la libertà, questo argomento può non
    includere che la casualità si sviluppi anche a
    livello più alto di funzionameto la mente.
    Infatti se supponiamo che il processo di
    deliberazione cosciente erediti lassenza di
    sufficienza causale del livello quantistico, non
    eredita necessariamente la casualità. Lassumere
    che ci sia una componente quantistica nella
    spiegazione della coscienza è un ipotesi
    suggestiva ma non verificata.

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LINCONSCIO E LA SPIEGAZIONE DEL COMPORTAMENTO
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PRINCIPIO DI CONNESSIONE
La nostra nozione di inconscio è logicamente
connessa alla nozione di coscienza. Uno stato
mentale inconscio deve avere la possibilità di
divenire uno stato cosciente.
  • Preconscio / inconscio dinamico
  • La neurobiologia è in grado di causare il dolore
    in forma cosciente ed è anche in grado di causare
    un comportamento che eviti il dolore anche quando
    il soggetto non lo avverte
  • Inconscio profondo / non conscio
  • Linconscio profondo non esiste come stato
    mentale perché, con il non conscio, non comporta
    forma aspettuale e quindi intenzionalità, ovvero
    non ha la possibilità di divenire cosciente.

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  • Esistono strutture neurobiologiche in grado di
    causare stati coscienti e comportamenti
    appropriati a tali stati (preconscio e inconscio
    rimosso) ed esistono strutture neurobiologiche in
    grado di causare comportamenti che appaiono
    motivati intenzionalmente, anche se non si tratta
    di motivazioni che possono costituire contenuti
    intenzionali coscienti, e dunque non hanno alcuna
    realtà psicologica.
  • Secondo tale analisi disposizionale si tratta di
    capacità cerebrali che costituiscono lo sfondo
    della rete intenzionale e, in particolare, la
    loro caratteristica inconscia le rende
    sottoclassi di capacità di sfondo con la
    capacità di produrre certe forme di pensiero e
    comportamento cosciente

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SEGUIRE UNA REGOLA CONSCIAMENTE
  • Comportamento retto da regole
  • La regola interviene causalmente nel
    comportamento
  • Il comportamento si deve adeguare alla regola
  • Ogni regola deve avere un contenuto intenzionale
    che ne determina la forma aspettuale
  • Seguire una regola è un comportamento volontario
  • Le regole sono soggette ad interpretazione
  • Comportamento descritto da regole

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SEGUIRE INCONSCIAMENTE UNA REGOLA
  • La regola agisce nella direzione di adattamento
    regola-mondo e in direzione causale mondo-regola.
  • Le regole devono avere una forma aspettuale
  • Devono essere eseguite volontariamente
  • La loro applicazione deve essere passibile di
    interpretazione
  • Devono essere applicate in tempo reale.
  • Tali regole sono inconsciamente eseguite nella
    costituzione degli atti linguistici, ma non nella
    percezione visiva e nella acquisizione del
    linguaggio ?argomento debole da parte di Searle.

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PERCEZIONE
  • Noi assorbiamo linformazione relativa al mondo,
    quindi coordiniamo tale informazione sia
    consciamente sia inconsciamente, infine prendiamo
    decisioni oppure concepiamo intenzioni che
    producono azioni che modificano il mondo

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  • REALISMO INGENUO ? conoscenza diretta del mondo
    esterno
  • TEORIA DEI DATI SENSORIALI ? esistono due gruppi
    famosi di argomenti

Argomento della scienza Linsieme complessivo
dei processi neurobiologici causa unesperienza
percettiva.Noi non vediamo oggetti dotati di
esistenza indipendente e stati di cose del mondo.
Tutto ciò che percepiamo sono le nostre
esperienze interne.
Argomento dellillusione Il realismo ingenuo
porta incoerenza e autocontraddizione (es. il
pugnale in Macbeth veniva percepito ma non
esisteva tra le sue mani).
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CONFUTAZIONE DELLA TEORIA DEI DATI SENSORIALI
Largomento fondamentale è che i nostri dati
sensoriali assomiglino agli oggetti e dunque li
rappresentano, allora non abbiamo conferito alcun
significato chiaro alla nozione di somiglianza e
rappresentazione. Ovvero esisterebbero due
realtà, una delle quali invisibile.
  • Berkley
  • Le sole cose che esistono sono la mente e le
    idee. La realtà consiste in soli dati sensoriali
    senza nulla al di là dei fenomeni mentali.
  • Hume
  • Conia il termine fenomenismo una tesi logica che
    non considera oggetti come costituiti da dati
    sensoriali, ma semplicemente suppone che le
    asserzioni empiriche possono essere tradotte
    senza perdita di significato. (Impulso
    verificazionista ? comportamentismo).

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CONFUTAZIONE ALLA TEORIA DEI DATI SENSORIALI
PROPOSTA DA J.SEARLE
  • Argomento della scienza
  • La spiegazione causale di come accada che io ceda
    la mia mano non dimostra linesistenza della mia
    mano.
  • Argomento dellillusione
  • La percezione illusoria non significa vedere
    veramente una entità apparente. In realtà si vede
    un soggetto materiale, che in quelle occasioni
    appare diverso.

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ARGOMENTAZIONE TRASCENDENTALE PER IL REALISMO
DIRETTO
  • Lidea dei dati sensoriali ha ridotto, senza mai
    dirlo esplicitamente, il mondo pubblicamente
    accessibile di oggetti materiali a un mondo
    privato di dati sensoriali.
  • MA come è possibile che noi parliamo dello stesso
    oggetto in un linguaggio pubblico?
  • Ecco i passaggi dellargomentazione
  • Comunichiamo con gli altri
  • La forma di comunicazione consiste in significati
    pubblicamente condivisibili
  • Dobbiamo assumere che vi siano oggetti
    pubblicamente accessibili
  • Abbiamo il medesimo accesso percettivo
    alloggetto.

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IO
  • Analisi delle problematiche

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TRE PROBLEMI SULLIO
  • Quali sono i criteri dellidentità personale?
  • Qual è il soggetto delle nostre attribuzioni
    psicologiche?
  • Che cosa mi rende la persona che sono?

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CRITERI DI IDENTITA PERSONALE
  • La continuità spazio temporale del corpo a
    livello molecolare il mio corpo viene sempre
    sostituito, ma rimane il corpo originario di
    quando ero bambino
  • Relativa continuità temporale della struttura
    continuità della struttura del mio corpo da un
    punto di vista di I persona
  • La memoria da un punto di vista di prima
    persona, la sequenza dei nostri stati coscienti è
    tenuta assieme dalla nostra memoria in maniera
    fondamentale
  • La continuità della personalità esiste una certa
    continuità della mia personalità e della mie
    disposizioni.

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SOGGETTO DELLE NOSTRE ATTRIBUZIONI PSICOLOGICHE
  • Hume E unillusione supporre lesistenza di
    qualcosa al di là delle singole esperienze che
    costituiscono il mio Io.
  • Searle Dobbiamo assolutamente postulare un Io in
    aggiunta alla sequenza di esperienze. Le nostre
    nono sono pure esperienze disordinate tutte le
    esperienze sono parte di un singolo campo
    unificato.
  • La nozione di Io formulata è puramente
    formale ma complessa, questa entità ha
    coscienza, percezione, razionalità, capacità di
    intraprendere o organizzare le nostre percezioni
    in modo da compiere azioni volontarie sul
    presupposto della nostra libertà

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COSA MI RENDE LA PERSONA CHE SONO
  • La mia sensazione di essere esattamente la stessa
    persona nel corso del tempo, dal punto di vista
    di prima persona, dipende in gran parte dalla mia
    capacità di produrre ricordi coscienti di eventi
    precedenti coscienti della mia vita.
  • La continuità delle mie esperienze di
    riminescenza è una parte essenziale della
    percezione che ho di me stesso come io dotato di
    continuità. Qualcuno potrebbe avere esperienze
    personali dotate di identità di tipo con le mie,
    e queste potrebbero indurgli percezioni di se
    stesso identica alla mia. Tuttavia, io e lui non
    siamo la stessa persona anche se ciascuno di noi
    percepisce se stesso come dotato di continuità.

43
CONCLUSIONI
  • Nel caso di Hume la difficoltà di base era la sua
    concezione atomistica dellesperienza, ovvero
    riteneva che le esperienze ci si presentassero
    sempre in unità dicrete che chiamava impressioni
    e idee.
  • Searle ha cerato di mettere in evidenza il nostro
    possedere un campo di energia globale unificato,
    dove le nostre esperienze sono organizzate,
    attraverso il tempo, in strutture ordinate e
    complesse. Inoltre Hume non riesce a spiegare una
    caratteristica importante delle nostre
    esperienze il senso dellIo.
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